Sono state sospese le linee guida per la classificazione e gestione del rischio, la valutazione della sicurezza ed il monitoraggio dei ponti esistenti in seguito all’accoglimento da parte del TAR Lazio del ricorso presentato dall’Ordine degli Ingegneri di Roma.
Andiamo per ordine per capire cosa è accaduto e perché il Tribunale ha disposto la sospensione delle linee guida, approvate dall’Assemblea Generale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici il 17 aprile 2020, nella parte dedicata alle prove ed i controlli sui materiali da costruzione su strutture e costruzioni esistenti.
Va precisato che ad essere sospesa è anche la parte dedicata all’adozione delle linee guida, prevista dal Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 17 dicembre 2020.
Vediamo nel dettaglio quali sono le motivazioni del dal TAR Lazio, per ritenere fondato il ricorso.
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Sospese le linee guida ponti esistenti: perché?
Nell’Ordinanza si leggono le motivazioni:
- il par. I.8 delle impugnate Linee Guida, adottate con il Decreto del MIT 17 dicembre 2020, impugnato con motivi aggiunti, riservano in via esclusiva ai laboratori autorizzati di cui all’art. 59 d.P.R. 6 giugno 2001. N. 380, anche le “prove e controlli su materiali da costruzione su strutture e costruzioni esistenti” con previsione che, a differenza di quanto argomentato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici nella nota del 1 aprile 2021, non appare “mera e necessaria applicazione del modificato testo dell’articolo 59 del DPR 380/01” il cui testo, invece, si limita a prevedere che “Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti può autorizzare, con proprio decreto, ai sensi del presente capo, altri laboratori ad effettuare:…. prove e controlli su materiali da costruzione su strutture e costruzioni esistenti”;
- la surriportata norma primaria, pertanto, contempla la mera possibilità che i suddetti laboratori siano autorizzati, ove in possesso dei requisiti di legge, ad effettuare le cd. prove non distruttive in situ su strutture esistenti, dunque al più “in aggiunta” ai soggetti già legittimati a svolgere tali accertamenti e non già “in sostituzione” degli stessi;
- di conseguenza i provvedimenti impugnati e gli atti ad essi presupposti appaiono del tutto privi di motivazione e di istruttoria quanto alla restrizione in parola, introdotta per la prima volta con le citate Linee Guida rese esecutive con l’impugnato DM 17 dicembre 2020;
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Grande successo dell’Ordine degli Ingegneri di Roma
L’ordine degli Ingegneri di Roma, attraverso un comunicato stampa, ha spiegato che il TAR ha ritenuto, accettando in pieno il ricorso promosso dall’Ordine, che la norma primaria (art. 59 d.P.R. n. 380/2001), a differenza di quanto argomentato dal Consiglio Superiore del LL.PP., non prevede alcuna riserva di competenza esclusiva in favore dei laboratori per le prove non distruttive sulle costruzioni esistenti.
Viene solo contemplata la mera possibilità che i suddetti laboratori siano autorizzati, ove in possesso dei requisiti di legge, ad effettuare le prove non distruttive in situ su strutture esistenti. Quindi, sono da considerarsi “in aggiunta” ai soggetti già legittimati a svolgere tali accertamenti e non già in loro “sostituzione”.
La trattazione del merito è fissata nell’udienza pubblica del 15 dicembre 2021.
Carla Cappiello, Presidente dell’Ordine romano, ha dichiarato:
“L’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma ha sempre lavorato in difesa delle competenze degli ingegneri e questo è un grande successo, soprattutto in un momento storico difficile come quello che stiamo vivendo, dove si assiste quotidianamente a una depauperazione del nostro lavoro”.
> Scarica l’ordinanza del TAR Lazio <
Con il contributo di Giada Gibilaro – Ufficio Stampa Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma
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