Villa Glori, riqualificazione sostenibile nel cuore di Roma: tra storia, paesaggio e soluzioni innovative

Il progetto del Comune di Roma restituisce identità e fruibilità al Parco della Rimembranza, con pavimentazioni drenanti in calcestruzzo i.idro DRAIN BIANCO di Heidelberg Materials, interventi di depaving, illuminazione smart e rigenerazione del patrimonio arboreo.

Nel cuore del quadrante nord di Roma, tra l’Auditorium Parco della Musica e il MAXXI, il Parco di Villa Glori, o Parco della Rimembranza, torna a essere protagonista grazie a un articolato intervento di riqualificazione che coniuga storia, paesaggio e sostenibilità. Il progetto, promosso dal Comune di Roma – Assessorato all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti – prevede un investimento complessivo di oltre 3,8 milioni di euro, con l’obiettivo di restituire piena fruibilità e qualità ambientale a uno dei parchi storici più significativi della Capitale.

La prima fase dei lavori, attualmente in via di completamento e finanziata con circa 2 milioni di euro, ha interessato tutta la rete dei percorsi interni, oggi asfaltati ma originariamente realizzati in ghiaia bianca, e le aree verdi, secondo l’impostazione storica del parco.

Scopriamo di più sul Parco di Villa Glori e vediamo le caratteristiche principali di questo intervento, con un focus sulla scelta del calcestruzzo i.idro DRAIN di Heidelberg Materials, materiale inserito anche all’interno dell’Atlante delle pavimentazioni che riducono il surriscaldamento estivo nelle aree urbane, un progetto di Roma Capitale con il contributo scientifico della Sapienza Università di Roma che sarà presentato il 9 ottobre 2025 in occasione della conferenza Città nel futuro 2030-2050.

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Indice

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Il valore storico e paesaggistico del Parco di Villa Glori

Esteso su circa 28 ettari, il Parco di Villa Glori sorge su un’altura a nord-ovest dei Monti Parioli affacciata sul Tevere, tra l’Acqua Acetosa e il quartiere Flaminio. Nato come tenuta agricola di proprietà di Vincenzo Glori – un ingegnere idraulico a lungo a servizio dello Stato pontificio – fu teatro di un celebre episodio risorgimentale, la morte di Enrico Cairoli (1867), che segnò profondamente la memoria collettiva e pose le basi per la futura destinazione dell’area a spazio pubblico e commemorativo.

Nel 1924 fu quindi trasformato in Parco della Rimembranza, dedicato ai caduti della Prima Guerra Mondiale e poi riconsacrato a tutti i caduti romani per la patria, per volontà dell’architetto paesaggista Raffaele De Vico, che in soli otto mesi trasformò l’area agricola in un giardino dalla struttura compositiva chiara ma profondamente integrata al contesto naturale. L’intervento, sovrapposto all’originario assetto ottocentesco, ha conferito al parco una precisa forma compositiva: due assi ortogonali – uno di accesso e uno trasversale – collegano punti panoramici, piazze ellittiche, filari arborei e spazi commemorativi, come il Piazzale del Mandorlo, dove sorge la grande croce in ferro e il monumento ai fratelli Cairoli.

Il patrimonio vegetale, oggi in parte compromesso, conta circa 3.000 alberi tra pini domestici, lecci, cipressi, querce, ippocastani, ulivi, lauri, aceri e cedri, e riflette una precisa volontà formale e simbolica, in cui la vegetazione assume una funzione architettonica, scandendo percorsi, visuali e relazioni spaziali. Villa Glori si caratterizza per una configurazione ibrida, che unisce il rigore geometrico del progetto paesaggistico di De Vico a un’anima più spontanea e naturale, dove vegetazione mediterranea e memoria storica convivono in modo dinamico. Questa duplice identità si riflette anche nella fruizione del parco, che è insieme luogo di raccoglimento e spazio aperto alla socialità, allo sport e alla cultura. Un contesto dal valore stratificato che, grazie al nuovo intervento di riqualificazione, torna a esprimere appieno la propria vocazione di spazio pubblico capace di accogliere, rigenerare e connettere la città alla sua storia e al suo paesaggio.

Stato di fatto e criticità: un parco fragile da rigenerare

Prima dell’avvio dei lavori, il Parco di Villa Glori si presentava in condizioni di diffuso degrado, con criticità significative che coinvolgevano sia il sistema vegetale sia quello infrastrutturale.

Il patrimonio arboreo mostrava segni evidenti di sofferenza: i pini domestici (Pinus pinea L.), colpiti dalla Toumeyella parvicornis (“cocciniglia tartaruga”), avevano subito diffuse perdite e deperimenti, con ampie lacune nella copertura. Anche i lecci (Quercus ilex L.), disposti in duplice filare secondo il disegno originario di De Vico, apparivano compromessi a causa della densità eccessiva, della mancanza di potature e del conseguente squilibrio fitostatico, che ne aveva alterato vigore, forma e funzione paesaggistica.

A queste fragilità si aggiungeva il deterioramento delle pavimentazioni. I percorsi, realizzati in asfalto, presentavano superfici disomogenee, impermeabili e visivamente incoerenti con il carattere storico del parco. Un contrasto ancora più evidente alla luce delle foto aeree degli anni Trenta, che documentano con precisione l’assetto originario: un sistema geometrico articolato e leggibile, in cui i camminamenti erano caratterizzati da superfici chiare in ghiaia, materiale scelto all’epoca per le sue qualità estetiche e funzionali. In questo contesto, il recupero della rete dei percorsi non rappresenta solo un intervento tecnico, ma una vera e propria azione strategica per restituire coerenza al disegno paesaggistico di De Vico, migliorare la fruizione e rigenerare l’identità storica e ambientale del parco.

Le scelte progettuali

Il primo stralcio dell’intervento ha l’obiettivo di recuperare e riqualificare l’intero sistema viario del parco, intervenendo anche con opere di de-pavimentazione per favorire l’assorbimento delle acque piovane e migliorare la qualità ambientale dell’area.

In questo ambito, è stata ridotta la sezione asfaltata esistente per ripristinare la permeabilità del suolo lungo le fasce laterali, e sono state posate nuove pavimentazioni drenanti in calcestruzzo i.idro DRAIN BIANCO di Heidelberg Materials, selezionato per le sue elevate prestazioni in termini di deflusso delle acque meteoriche, durabilità, riflettanza solare e integrazione paesaggistica, con ricadute positive sul microclima del parco.

A settembre 2025 è stato poi avviato il secondo stralcio dell’intervento, che riguarda la rigenerazione del patrimonio arboreo e il potenziamento del sistema vegetale, con la messa a dimora di circa 130 nuovi pini. Il completamento dell’intero progetto è previsto entro la fine dell’anno.

Per quanto riguarda il primo stralcio, l’intervento si fonda su una strategia articolata in “tre direttrici fondamentali“, come spiega Maria Cristina Tullio, professionista di riferimento nell’ambito dell’architettura del paesaggio, già presidente dell’AIAPP (Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio), attiva tra Roma, le Marche e il Friuli Venezia Giulia, con una lunga esperienza nella progettazione di spazi pubblici, giardini storici e percorsi naturalistici.

“La prima riguarda il ripristino della struttura spaziale originaria pensata da Raffaele De Vico, che concepì Villa Glori come un sistema ordinato di geometrie, prospettive e connessioni tra spazi simbolici. Il progetto ha consentito di recuperare una sequenza di luoghi fortemente connotati (…) e di ricollegarli lungo l’Asse dei Belvederi, ossia l’asse trasversale Ovest‑Est che unisce i due belvederi affacciati su San Pietro e sul Tevere, oggi nuovamente accessibili e valorizzati.”

“La seconda direttrice si concentra sulla riqualificazione della pavimentazione dell’Asse dei Belvederi. Sono stati rimossi gli strati di asfalto deteriorato e sostituiti con una pavimentazione più coerente sotto il profilo paesaggistico e ambientale. La scelta è ricaduta su i.idro DRAIN BIANCO, un calcestruzzo drenante consolidato che unisce elevate prestazioni tecniche – in termini di durabilità, accessibilità e gestione delle acque meteoriche – a una finitura visiva capace di richiamare, senza replicarne le criticità, la texture della ghiaia storica. In linea con la Strategia di Adattamento Climatico di Roma Capitale, la nuova pavimentazione garantisce un’elevata capacità drenante e un’alta riflettanza solare, contribuendo in modo concreto alla mitigazione dell’isola di calore e all’evapotraspirazione del suolo“. Anche dal punto di vista estetico, il materiale si integra armoniosamente nel paesaggio: il suo colore chiaro si amalgama nel tempo con aghi di pino, foglie e sedimenti naturali, assicurando uniformità cromatica, durabilità e una significativa riduzione degli oneri manutentivi.

Il terzo ambito d’intervento riguarda l’introduzione di nuove funzioni, con l’obiettivo di coniugare la tutela del patrimonio con un uso contemporaneo e inclusivo dello spazio. “L’intento è restituire a Villa Glori il ruolo di parco urbano accessibile e vivo, non solo di giardino storico. Per questo il progetto prevede l’inserimento di aree gioco, percorsi per l’attività fisica, punti di sosta e belvedere, così da offrire un’esperienza diversificata e adatta a tutte le età. Natura, memoria e vita quotidiana devono potersi intrecciare in modo armonico all’interno di un unico sistema paesaggistico”, precisa l’arch. Tullio.

Calcestruzzo drenante i.idro DRAIN, caratteristiche e processo di preparazione e posa

Elemento qualificante del progetto è la sostituzione delle pavimentazioni in asfalto con calcestruzzo drenante i.idro DRAIN BIANCO di Heidelberg Materials, impiegato su circa 5.000 mq e posato da Deltapav, la società del Gruppo specializzata nella posa di pavimentazioni in calcestruzzo. Grazie alla competenza dei tecnologi della Direzione Tecnologie e Qualità, del team di i.build, business unit dedicata di HM composta da tecnici altamente qualificati, è stato possibile offrire una soluzione completa, studiata su misura per rispondere agli obiettivi funzionali, ambientali e paesaggistici del progetto.

La messa a punto della miscela è stata preceduta da un accurato studio di fattibilità, reso necessario dalla complessità tecnica di un calcestruzzo drenante bianco. “Si è trattato di un lavoro preliminare fondamentale – spiega Riccardo Pasa, Responsabile i.build – che ha permesso di analizzare le criticità legate a questo tipo di materiale e individuare le migliori strategie di produzione e trasporto. La miscela è stata sviluppata insieme al team della Direzione Tecnologie e Qualità di Heidelberg Materials e affinata in costante confronto con i posatori, calibrando la ricetta in funzione delle condizioni reali del cantiere. Ogni componente – cemento, aggregati chiari e additivi – è stato selezionato con attenzione per garantire prestazioni elevate, uniformità cromatica e facilità di posa”.

“Abbiamo utilizzato il cemento bianco ROCCABIANCA 42,5 R, prodotto nel nostro impianto Italcementi di Salerno, combinato con un aggregato calcareo chiaro e additivi specifici di nostra produzione”, aggiunge Marco Sandri, Direttore i.build. “Il tutto è stato miscelato in impianto utilizzando uno specifico premiscelatore, che ha permesso di ottenere una consistenza omogenea e costante, riducendo il margine di errore e facilitando le operazioni in cantiere. L’utilizzo del premescolatore ha rappresentato un elemento determinante per ottenere un prodotto finale che rispondesse alle esigenze richieste”, sottolinea Sandri. “Il materiale è stato preparato in piccoli batch controllati digitalmente, poi trasferito nelle autobetoniere, adibite al trasporto del prodotto in cantiere. In questo modo, abbiamo garantito la precisione del mix design e una qualità costante per tutta la durata della fornitura”.

Anche le condizioni operative sono state gestite con grande attenzione. “Tutti i mezzi sono stati puliti e predisposti appositamente per il trasporto del materiale; il monitoraggio dei tempi di presa e la regolazione dell’umidità del mix sono stati effettuati in tempo reale, con un dialogo costante tra i tecnologi Heidelberg e i posatori. Questo tipo di approccio integrato, che unisce studio preliminare, innovazione tecnologica e affiancamento operativo, rappresenta uno dei punti di forza della nostra struttura”, precisa Pasa.

Dalla scelta della miscela fino alla fornitura e alla posa della pavimentazione operata dai tecnici di Heidelberg Materials e da Roberto Petrucci, responsabile attività territoriale i.build, Zona Centro Italia, ogni fase è stata orientata al raggiungimento degli obiettivi del progetto. “Restituire al parco un aspetto coerente con la sua identità storica, migliorare la fruibilità e l’accessibilità dei percorsi, ridurre gli interventi manutentivi e contribuire alla sostenibilità ambientale complessiva dell’intervento”, dichiara Marco Tavani, Project Manager e Direttore Tecnico di Deltapav.

Il materiale si caratterizza per una combinazione di qualità tecniche ed estetiche che lo rendono particolarmente adatto per la riqualificazione di Villa Glori. “La sua elevata capacità drenante consente di favorire la ricarica delle falde e il deflusso naturale delle acque meteoriche, evitando fenomeni di ristagno e riducendo il rischio di ruscellamento e pozzanghere. Un ulteriore valore è dato dall’alta riflettanza solare, che contribuisce in modo significativo alla mitigazione dell’isola di calore urbana. i.idro DRAIN BIANCO aumenta sensibilmente l’effetto “Albedo”, riducendo la temperatura al suolo anche di 30°C in stagione estiva rispetto ad una normale pavimentazione in asfalto. La minore capacità di accumulo termico del calcestruzzo drenante limita l’irraggiamento di calore verso l’ambiente e rende la superficie più confortevole da percorrere, non solo per i pedoni e i ciclisti, ma anche per gli animali che frequentano i viali del parco. I test condotti in sito hanno mostrato temperature superficiali fino a 15-20°C inferiori rispetto all’asfalto. Inoltre, la particolare struttura porosa del materiale conferisce alla pavimentazione una maggiore elasticità, assicurando un impatto più morbido e leggero, che attenua le sollecitazioni sulle articolazioni e offre a chi corre o passeggia una sensazione di minore affaticamento e di maggiore piacevolezza nell’attività fisica“, sottolinea Tavani.

A queste prestazioni si aggiungono durabilità e bassi costi di manutenzione, caratteristiche che rispondono pienamente agli obiettivi di sostenibilità e gestione efficiente delle risorse. L’aspetto chiaro e la granulometria superficiale garantiscono un’integrazione paesaggistica ottimale, riproponendo la suggestione visiva della ghiaia storica senza le criticità legate all’instabilità o alla polverosità tipiche dei materiali incoerenti.

Un intervento che restituisce identità e valore

La riqualificazione del Parco di Villa Glori si candida a diventare un modello esemplare di restauro paesaggistico sostenibile. Le soluzioni adottate – pavimentazioni drenanti, irrigazione a basso consumo, riuso dell’acqua delle fontane, illuminazione a mezzanotte virtuale – mirano a ridurre l’impatto ambientale e a migliorare il comfort microclimatico. L’uso di materiali innovativi e resilienti, come il calcestruzzo i.idro DRAIN BIANCO, si integra perfettamente con la dimensione storica e simbolica del luogo.

“Il nostro intento – sottolinea l’arch. Tullio – è stato quello di restituire forma, memoria e funzione a un luogo straordinario, rispettandone l’identità e aggiornandolo alle esigenze contemporanee”. L’inaugurazione ufficiale è prevista per ottobre 2025. Da quel momento, Villa Glori tornerà ad essere non solo un giardino storico, ma anche un laboratorio vivente di sostenibilità urbana e paesaggio culturale.

Scheda progetto
Committente: Comune di Roma Assessorato all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti
Superfici: Dimensione Villa Glori 28 ettari, area d’intervento 27.650 mq circa
Progetto: Studio Paesaggi e paesaggi: Maria Cristina Tullio, Elisa Monteduro, Matteo Polci, Mattia Proietti Tocca. Hanno collaborato come consulenti Gianni Celestini e Sandro Polci, mentre la parte relativa a impianti e sicurezza è stata curata da FP progetti e Simone Amantia Scuderi
Esecuzione dei lavori: P.D.P. (PROFESSIONISTI DEL PAESAGGIO) Srl di Claudio Conti

Heidelberg Materials a Città nel Futuro 2030-2050

Heidelberg Materials è tra i sostenitori della conferenza Città nel Futuro 2030-2050 organizzata da Ance in collaborazione con Gruppo Maggioli (Roma, 7-9 ottobre 2025), e promuoverà il tema delle soluzioni sostenibili a basso impatto ambientale all’interno di questi due eventi:

  • Giovedì 9 ottobre, dalle 14.00 alle 18.15: Convegno I calcestruzzi per le città del Futuro. Innovazioni Tecnologiche e Processi Sostenibili, in collaborazione con Mapei e il patrocinio di Ance e Atecap. Interverranno Deborah Floris e Roberto Cucitore di Heidelberg Materials;
  • Giovedì 9 ottobre, dalle 16.00: Presentazione Atlante della pavimentazioni che riducono il surriscaldamento estivo nelle aree urbane, un progetto di Roma Capitale con il contributo scientifico della Sapienza Università di Roma. Heidelberg Materials è presente con due prodotti. Interverrà Marco Sandri di Heidelberg Materials.

La partecipazione a tutti gli eventi è gratuita, senza necessità di registrazione.

Per ulteriori informazioni
heidelbergmaterials.it

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Piano e Progetto di Area Verde

Il volume, giunto alla V edizione, è un manuale di pianificazione e di progettazione delle aree verdi, intese nel loro significato più completo e in una visione unitaria che spazia dalle aree naturali al verde agricolo, dal verde urbano alle aree di frangia metropolitana, al verde con funzione di recupero ambientale.Il processo di pianificazione viene strettamente legato a quello di progettazione: quando si realizza un intervento occorre, infatti, rispondere prima alle domande “che cosa”, “dove” e “perché” (pianificazione) e successivamente decidere “come” (progettazione); e ciò vale sia per la realizzazione di un giardino privato, sia per la creazione di un parco pubblico, sia per il recupero ambientale di un’area.Chiariti gli elementi di base e forniti i metodi di valutazione per la pianificazione, il volume propone un percorso progettuale, integrato da proposte, esempi e tabelle utili alla progettazione. Un capitolo viene interamente dedicato ai principi di composizione degli spazi aperti. Data l’importanza della tecnologia GIS e CAD nella prassi progettuale, ne viene fornita un’illustrazione ed una sintesi.Viene proposto uno schema di “Regolamento tipo per le aree verdi in ambito comunale”, di sicura utilità sia per il tecnico pubblico sia per il progettista incaricato.Questa nuova edizione, aggiornata nei contenuti, è stata ulteriormente arricchita con il tema dell’urbanistica verde dove si analizzano i temi dell’urbanistica (densità edilizie, standard, unità urbanistiche elementari, azzonamenti, modelli insediativi, viabilità, altezza degli edifici, spine verdi), valutandoli in tale ottica e fornendo indicazioni operative al riguardo. Inoltre sono state inserite le linee guida per la progettazione e una serie di raccomandazioni operative per alcune tipologie significative di spazi aperti, quali le università, gli ospedali e gli spazi per la produzione.Completano la nuova edizione ulteriori aggiornamenti sulle greenways e sui percorsi verdi urbani, il tutto facilmente reperibile tramite un essenziale indice analitico degli argomenti.Alessandro ToccoliniIngegnere e architetto, già professore ordinario presso il Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali della Facoltà di Scienze Agrarie e Alimentari dell’Università degli Studi di Milano. È, altresì, presidente dell’Associazione Italiana Greenways, socio ordinario dell’Accademia dei Georgofili, dell’Associazione Italiana di Ingegneria Agraria, dell’Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio.

 

Alessandro Toccolini | Maggioli Editore 2024

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