Non solo: la particolare opera provvisionale di Layher consente al pubblico, per la prima volta nella storia, di vedere da vicino il grandioso ciclo di mosaici duecenteschi a cui lavorò anche Cimabue, fonte di ispirazione per la Divina Commedia di Dante. Un’esperienza unica, possibile solo durante gli anni del restauro.
Si ricorda che il cantiere e l’intervento di restauro sono commissionati e finanziati dall’Opera di Santa Maria del Fiore in accordo con l’Arcidiocesi di Firenze, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e paesaggio per la Città metropolitana di Firenze e le province di Prato e Pistoia.
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Il cantiere è un progetto dell’Opera di Santa Maria del Fiore con TSA Tecno System Appalti, che si è occupato del montaggio, e Layher, mentre l’intervento è stato affidato al Centro di Conservazione Archeologica con un’alta specializzazione nel restauro musivo.
«Innovazione, qualità, durabilità, estrema versatilità, alte prestazioni e sviluppo continuo sono le caratteristiche di Layher e dei suoi sistemi che, insieme a ponteggiatori altamente qualificati come TSA, permettono il superamento dei limiti delle opere provvisionali – spiega Roberto Vesentini, direttore generale Layher – Siamo contenti di essere riusciti a garantire il soddisfacimento di quanto richiesto dall’Opera di Santa Maria del Fiore, grazie a una struttura che, riducendo al minimo l’impatto a terra, consente di tenere aperto il Battistero durante l’intervento di restauro. Inoltre, ci riempie di soddisfazione pensare che grazie alle nostre soluzioni i visitatori possano ammirare i mosaici da vicino per la prima volta».
Di seguito, tutti i dettagli tecnici dell’intervento.
Dieci milioni di tessere: un restauro monstre
I meravigliosi mosaici, la cui realizzazione ha visto la partecipazione del grande Cimabue e che furono fonte d’ispirazione per la Divina Commedia di Dante, sono composti da oltre 10 milioni di tessere policrome, la cui grandezza varia tra i 5 ed i 20 mm per lato.
I lavori di restauro hanno come obiettivo:
- il recupero della stabilità strutturale;
- una maggiore adesione delle tessere alla struttura;
- l’arresto dei fenomeni di usura e degrado;
- il ritorno all’antico splendore del fondo dorato e dei colori delle tessere vitree.
I mosaici della cupola, creati tra il 1225 ed il 1330, vennero realizzati da mosaicisti probabilmente veneziani sulla base dei disegni preparati dal già citato Cimabue e da altri artisti, quali Coppo di Marcovaldo, Meliore ed il Maestro della Maddalena.
Le scene rappresentate all’interno delle Cupola prevedono le gerarchie angeliche, il Giudizio Universale, le storie della Genesi, le storie di Giuseppe, le storie di Maria e di Cristo e le storie di San Giovanni Battista.
Obiettivo: minimo impatto visivo e pochi ancoraggi
È stata richiesta un’opera provvisionale in grado di rendere accessibile l’intera superficie musiva della volta – oltre 1.000 mq di mosaici, realizzati con 10 milioni di tessere policrome – e che, allo stesso tempo, avesse il minimo impatto visivo a terra, per lasciare visibili ai visitatori le pareti e la scarsella decorate con marmi e mosaici, il cui restauro è terminato a luglio dell’anno scorso. Si è richiesto, inoltre, di garantire l’affluenza al ponteggio da parte del pubblico. Il tutto doveva essere eseguito nel massimo rispetto del monumento limitando o evitando al minimo gli ancoraggi, non possibili sulla cupola musiva.
«Abbiamo selezionato un fornitore che ci permettesse di raggiungere i nostri obiettivi: l’ideazione e la progettazione di una struttura innovativa tecnicamente funzionale e tecnologicamente avanzata che traesse ispirazione dalle ormai codificate morfologie del fungo o dell’ombrello – commenta l’architetto Samuele Caciagli, responsabile dei lavori dell’Opera di Santa Maria del Fiore – La geometria individuata ha permesso di mantenere accessibile la quasi totalità dell’aula al piano terreno a fronte di uno sviluppo superficiale dei piani di lavoro di oltre 10 volte superiore. Perché questo vuole essere un cantiere non esclusivo, anzi, l’opposto, vuole essere un cantiere inclusivo, vogliamo mostrare quello che stiamo facendo e vogliamo dare la possibilità a tutti di beneficiare da vicino di questo splendido mosaico».
Come è strutturato il cantiere
Come già osservato in precedenza, il cantiere è una struttura profondamente innovativa, pensata per permettere l’accesso alla superficie musiva della volta e per garantire il minor impatto visivo a terra.
Tali obiettivi sono stati resi possibili grazie alla speciale struttura a fungo del cantiere, la quale presenta un’altezza di 31,50 m ed un diametro di 25,50 m, e che si sviluppa su una superficie di 618 mq calpestabili nella parte superiore (mentre la superficie a terra occupa solo 63 mq).
Parte fondamentale di questa realizzazione è stata la fase progettuale del ponteggio, passaggio essenziale che ha richiesto attenzione e competenza, poiché poteva influenzare direttamente il successo di tutta l’opera provvisionale. Si è dovuto tener conto di tantissime variabili per consentire di raggiungere tutti gli obiettivi prefissati.
La Tecno System Appalti ha lavorato per un lungo periodo prima di passare alla fase operativa del montaggio. Nella fase operativa, la Tecno System Appalti ha potuto realizzare il montaggio di questa innovativa e imponente opera provvisionale utilizzando il ponteggio multidirezionale Lahyer e travi di alluminio di ultima generazione.
Il volume occupato dal ponteggio è di 6 mila metri cubi, mentre il volume dell’intera struttura è di 14 mila metri cubi.
Il grande pilastro ospita tre sistemi di collegamento:
- un montacarichi per portare i materiali in quota;
- una scala per il personale;
- una scala per il pubblico che permette la visione da vicino dei mosaici della volta (per la prima volta nella storia).
Le caratteristiche tecniche del ponteggio all’avanguardia
La soluzione individuata da Layher e sviluppata con TSA è un ponteggio a forma di fungo (altezza 31,50 m e diametro 25,50 m) che si sviluppa su una superficie di 618 mq calpestabili nella parte alta, a fronte di una superficie occupata a terra di soli 63 mq: costruito con 8.150 elementi, utilizza delle travi in alluminio di ultima generazione (Layher Flex) che, passando attraverso le aperture quadrangolari affacciate sul piano attico del Battistero, permettono di distribuire uniformemente i carichi sulla struttura portante del monumento.
Nello specifico, la colonna è stata realizzata con ponteggio multidirezionale Allround, che ospita le scale per il pubblico e permette il trasferimento dei carichi a terra nella porzione “piena” del pavimento. I rimanenti appoggi sono realizzati con Allround e trave Flex. Indicativamente un quarto del carico del ponteggio è portato dalle travi Flex che, grazie alla loro altezza di 28 cm consentono l’inserimento in spazi limitati, e nel caso specifico fuoriescono a sbalzo dalle aperture quadrangolari del matroneo. Il supporto del ponteggio a sbalzo è dato dall’accoppiamento di due ordini di travi, che consente la ripartenza modulare in sicurezza dagli otto lati del Battistero. Altre caratteristiche da evidenziare: l’altezza di sbarco della trave accessibile al pubblico è di 17,5 m, mentre parallelamente corre una scala da cantiere a rampe in alluminio, agevole e sicura, che permette l’accesso delle maestranze sino alla quota sommitale. Il camminamento dell’anello e della piattaforma aperta al pubblico è di circa 120 mq.
Multidirezionale Allround
Allround, sinonimo di ponteggio modulare di alta qualità, è il primo sistema multidirezionale al mondo, creato da Layher nel 1974: è contraddistinto dal ridotto volume di materiale necessario all’allestimento delle più diverse strutture, dalla velocità di assemblaggio e da elevata sicurezza. A caratterizzarlo, la combinazione tra la velocità di connessione e l’assenza di giunzioni a bullone, caratteristiche che permettono di collegare tra loro ad angolo retto i diversi componenti oppure di orientarli a piacimento, garantendo la trasmissione ottimale dei carichi.
Travi flex in alluminio
Per minimizzare gli appoggi a terra e creare una struttura provvisionale sospesa sono state impiegate le travi in alluminio ad alta resistenza Flex. Presentate nel 2018, hanno conosciuto una veloce evoluzione con l’introduzione nel 2020 degli accessori che permettono l’accoppiamento di più travi ortogonali. Tra le peculiarità principali: elevata capacità di carico, peso ridotto, rapidità di assemblaggio e ottimizzazione nell’utilizzo dei materiali. Le travi Flex, inoltre, consentono la partenza del ponteggio a sbalzo, in quota, anche dove gli spazi di manovra sono ridotti, come nel caso della cupola del Battistero di Firenze.
L’elevata capacità di carico, nello specifico, permette di ampliare le strutture in sospensione e avere un risparmio nei tempi di montaggio e un maggiore rispetto dell’opera servita:
- meno fori di ancoraggio,
- meno tempi di montaggio,
- meno tempi di smontaggio.
Se paragonata ai tralicci in acciaio di altezza 45 cm, la trave Flex presenta un momento flettente 2,5 volte più elevato, la resistenza a taglio sino a sette volte più alta, l’altezza strutturale ridotta di 17 cm e la controventatura orizzontale in compressione non necessaria; il profilo superiore della trave è sagomato per garantire l’installazione degli impalcati con aggancio su U, fissati per mezzo di appositi fermaimpalcati.
I numeri del ponteggio Layher nel battistero di Firenze
- Altezza del ponteggio: 31,5 m
- Diametro del ponteggio: 25,50 m
- Superficie calpestabile nella parte alta: 618 mq
- Superficie occupata a terra: 63 mq
- Quantità elementi utilizzati: 8.150
- Giorni di lavoro per costruire il ponteggio: 40
- 500 mq di telo microforato serigrafato
- Scala pubblico con sbarco fino 17,5 m
- Scala da cantiere con sbarco fino a 29,5 m
Fondata nel 1945 in Germania, dove si trovano i siti produttivi, Layher produce opere provvisionali per i settori edilizia, industria ed eventi. Oggi è presente con 42 sedi in tutto il mondo con oltre 2.300 dipendenti: in Italia è attiva dal 1994 con la sede principale a Sommacampagna (VR) e cinque sedi in Sicilia ad Augusta (SR), in Piemonte a Trofarello (TO), in Sardegna a Sarroch (CA), nel Lazio a Colleferro (RM) e in Trentino-Alto Adige a Varna (BZ). Layher, sin dall’inizio della sua storia, è sempre stata ed è tuttora pioniera: molte le innovazioni introdotte, tra cui, la più importante, nel 1974, il primo ponteggio multidirezionale al mondo.
Per ulteriori informazioni
layher.it
tsaponteggi.it
Crediti immagini – Fasi della costruzione del cantiere di restauro dei mosaici della cupola del Battistero di Firenze e cantiere finito. Fotografie di Francesco degli innocenti – Studio Fotografico FDI
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