Il Rapporto Ispra sulla Qualità dell’Ambiente Urbano ci dà sempre buone e cattive notizie. Volete sapere prima quelle buone o quelle cattive? Iniziamo da quelle cattive. Si continuano a registrare superamenti dei valori limite per PM10 e biossido, in particolare nelle città del Centro Nord, in Campania e in Sicilia. È molto più diffuso in tutto lo Stivale il superamento dei valori soglia per l’ozono.
La buona notizia consiste invece nel fatto che in generale diminuiscono le emissioni inquinanti nelle città, inquinanti che comprendono anche gli stessi PM10 e biossido di azoto.
È importante sottolineare subito il fatto che lo studio del Rapporto Ispra è stato ampliato a 9 nuovi capoluoghi di provincia (Alessandria, La Spezia, Como, Treviso, Pistoia, Pesaro, Caserta, Barletta, Catanzaro). Per sceglierli, il criterio è stato, come sempre, quello demografico: selezionando per regione il comune più popoloso fra quelli con popolazione oltre i 70.000 abitanti. Il numero complessivo delle città considerate arriva a 60.
Ma che cos’è il PM10? Dal “che cos’è” capiamo quanto è pericoloso: è un mix di particelle emesse da tubi di scappamento delle auto, camini delle caldaie e delle industrie e caminetti per il riscaldamento domestico. Le emissioni maggiori per il 2010 sono state nelle città di Roma, Taranto, Milano, Napoli e Torino, le minori a Campobasso e Aosta.
Per le concentrazioni di PM10, dal 2006 al 2011, su 57 stazioni di monitoraggio, distribuite in 29 città, la tendenza diffusa è quella della riduzione delle concentrazioni debole ma significativa, per esempio, ad Aosta, Bari, Bologna, Firenze, Palermo, Roma, Taranto, Torino.
Poi, una buona notizia, che non è nuova. Monossido di carbonio, benzene e biossido di zolfo non superano da molto tempo i valori limite per le concentrazioni in aria e per le emissioni in atmosfera: il trend risulta per tutte le città in decrescita.
Confermata la tendenza alla diminuzione del numero di autovetture private nelle otto città più grandi. Unica eccezione: Roma.
E proseguiamo con le altre brutte notizie su consumo di suolo e verde urbano.
Consumo di suolo
Le 51 aree comunali soggette a monitoraggio hanno cementificato un territorio di quasi 220.000 ettari (quasi 35.000 solo a Roma), con un consumo di suolo giornaliero di quasi 5 ettari di nuovo territorio per ogni giorno. Il 7% del consumo giornaliero in Italia è concentrato nelle 51 città analizzate. Napoli e Milano vincono: hanno consumato più del 60% del proprio territorio comunale.
Verde pubblico
I Comuni indagati hanno destinato a verde pubblico meno del 5% della propria superficie. Le più alte quote di aree naturali protette a Messina, Cagliari e Venezia.
Il Rapporto Ispra sulla Qualità dell’Ambiente Urbano è giunto alla IX edizione e presentato venerdì 11 ottobre a Roma, alla presenza del Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando.
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