Entrerà in vigore il prossimo 12 aprile 2014 il decreto sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, compresi i pannelli fotovoltaici a fine vita e le pile e gli accumulatori esausti, che recepisce nel nostro Paese la direttiva europea RAEE 2012/19/EU.
Con il nuovo decreto legislativo 49/2014 viene rafforzato il ruolo del Centro di Coordinamento che avrà il compito di rendere più efficace il monitoraggio dei flussi di rifiuti tecnologici, gestendo un elenco a cui dovranno iscriversi tutti gli impianti di trattamento.
La nuova struttura del Centro Coordinamento RAEE includerà due referenti di nomina ministeriale, per consolidare la collaborazione con gli organismi di controllo. Il decreto specifica inoltre i requisiti giuridici e operativi dei sistemi collettivi e chiarisce le modalità di funzionamento dei sistemi individuali.
Ma non è tutto. Tra le altre novità del decreto legislativo n. 49/2014 si segnala anche l’obbligo in capo a chi vende prodotti tecnologici ed elettronici on line di garantire il ritiro dei RAEE ai propri clienti che acquistano un nuovo prodotto, offrendo loro la possibilità di consegnare l’apparecchiatura a fine vita in punti di raccolta messi a disposizione gratuitamente.
Il nuovo decreto legislativo, inoltre, segna una svolta anche per il consumatore grazie all’introduzione dell’1 contro 0. Questa importante novità consente di consegnare gratuitamente i RAEE di piccole dimensioni – inferiori a 25 cm – presso i punti vendita, senza alcun obbligo di acquisto. Il ritiro di questi rifiuti tecnologici è obbligatorio per i punti vendita con superfici superiori a 400 mq e facoltativo per quelli più piccoli.
Infine, ecco brevemente altri punti salienti contenuti nel decreto sui RAEE:
1. Inserimento di regole che garantiscano controlli più incisivi per arginare i flussi di RAEE gestiti illegalmente. Ad esempio, vengono imposti requisiti tecnici per le spedizioni transfrontaliere di AEE usate per evitare elusioni della normativa sulle spedizioni illegali di rifiuti.
2. Estensione del campo di applicazione a più prodotti: i pannelli fotovoltaici vengono inclusi da subito, mentre dall’agosto 2018 verranno considerati RAEE anche tutti gli altri apparecchi elettronici a fine vita al momento esclusi.
3. Introduzione di misure volte a incentivare la preparazione al riutilizzo dei prodotti nella fase che precede il riciclo grazie all’introduzione di attori intermedi tra l’impianto di trattamento e la piazzola ecologica. Le specifiche dell’attività saranno definite da un decreto ad hoc.
4. Aumento dei target di raccolta, che significa arrivare a gestire entro il 2019 l’85% sul totale dei RAEE generati dalle famiglie italiane o il 65% delle apparecchiature immesse sul mercato (ovvero oltre tre volte rispetto a quanto viene oggi raccolto).
Le reazioni
Soddisfazione da parte delle principali associazioni e consorzi interessati al tema dei RAEE.
“La pubblicazione del decreto è solo l’inizio di un lungo lavoro operativo cui saremo chiamati nei prossimi mesi insieme alle istituzioni e agli altri operatori della filiera RAEE – afferma Gian Luca Littarru, Consigliere delegato ANIE per il sistema RAEE e la normativa ambientale – Apprezziamo che sia stato correttamente confermato il mantenimento dell’obbligo di responsabilità finanziaria del produttore di AEE a partire dal centro di raccolta, come pure la possibilità per il produttore di AEE di indicare l’eco contributo sul prezzo di vendita di un’apparecchiatura. Il nostro auspicio, per l’immediato futuro, è che si possa lavorare per rendere più efficiente il sistema RAEE, in spirito di collaborazione e non di contrapposizione”.
“Il lavoro svolto in questi mesi per recepire la direttiva europea sui RAEE ha portato importanti innovazioni che mirano al miglioramento complessivo del Sistema”, commenta Danilo Bonato, Direttore Generale di ReMedia. “In soli 5 anni dovremo crescere da 4 kg annui di RAEE raccolti per abitante ad almeno 16 kg e il modello all actors – che nella gestione dei RAEE affianca ai sistemi collettivi dei produttori gli operatori accreditati del settore – offre l’opportunità al canale informale di contribuire al raggiungimento di questo impegnativo traguardo. In tale percorso sarà però determinante la capacità di controllare la qualità del trattamento, il rispetto degli standard e il raggiungimento dei target di recupero per garantire una gestione trasparente ed efficace dei rifiuti tecnologici”.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento