Lunedi 23 settembre si è svolta l’audizione di Confedilizia alla Camera dei deputati. All’Ordine del giorno il decreto-legge n. 102/2013 (“Conversione in legge del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 102, recante disposizioni urgenti in materia di IMU, di altra fiscalità immobiliare, di sostegno alle politiche abitative e di finanza locale, nonché di cassa integrazione guadagni e di trattamenti pensionistici”), ora all’esame del Parlamento per la conversione in legge. Il provvedimento ha previsto la cancellazione dell’Imu sulla prima casa e l’introduzione, a partire dal 2014, della Service Tax.
Confedilizia ha avanzato alcune proposte. Una delle più interessanti è senz’altro quella di estendere a privati e persone l’esenzione Imu per gli immobili invenduti. La previsione dell’esenzione dall’Imu per gli immobili destinati dalle imprese costruttrici alla vendita per il tempo che le imprese stesse non riescano a venderli dovrebbe, per ragioni di equità, essere estesa anche a situazioni analoghe che possono succedere a soggetti diversi dalle imprese costruttrici, quali le società immobiliari di gestione o le stesse persone fisiche.
Una seconda proposta di Confedilizia riguarda la Tares. L’organizzazione storica della proprietà immobiliare ha chiesto, per la Tares, di non utilizzare il parametro della superficie dell’immobile: l’unico parametro di riferimento deve essere quello legato alla quantità e qualità dei rifiuti prodotti nei singoli immobili, evitando qualsiasi correlazione alla superficie degli stessi. La richiesta viene fatta in nome dell’equità. Le disuguaglianze sarebbero pregiudizievoli in caso di immobili di interesse storico-artistico, a causa delle loro caratteristiche particolari.
Infine, la riforma del Catasto. È necessario, sostiene Confedilizia, anticipare la revisione del catasto nella sulla determinazione delle rendite rispetto a quella riguardante i valori. Il disegno di legge delega recante disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita, prevede all’articolo 2, la revisione del Catasto dei fabbricati. Tale norma in questione dispone che tale revisione avvenga “attribuendo a ciascuna unità immobiliare il relativo valore patrimoniale e la rendita”. Allo scopo di ottenere al più presto effetti perequativi nelle imposte suifabbricati (basate a cominciare dall’Imu sulla redditività dei beni), è opportuno che l’attività di revisione sia effettuata anzitutto sulle rendite.
Questa la richiesta di Confedilizia di lunedi 23 settembre. Sappiamo che martedi 24 c’è stato un nuovo passo in avanti verso la riforma del catasto: la Camera dei Deputati ha approvato l’articolo 2 della Delega Fiscale recante la nuova disciplina catastale con il passaggio a sistemi algoritmici aggiornati per la determinazione della rendita catastale basati (ma non solo) sul parametro del metro quadro anziché del vano. A tal proposito leggi anche Riforma del Catasto, la Camera approva l’articolo nella Delega Fiscale.
Ci sono altre proposte di Confedilizia sul tavolo, e sono le seguenti:
– istituire una vera e propria tassa sui servizi, per un federalismo finalmente competitivo;
– semplificare la cedolare secca sugli affitti e ampliarne l’ambito di applicazione;
– liberalizzare le locazioni a uso diverso dall’abitativo;
– effettuare una verifica sulle disposizioni che determinano erosione fiscale;
– individuare e definire fattispecie oggettive di “morosità incolpevole”;
– sbloccare le locazioni eliminando la norma sulla nullità dei contratti privi di attestato di prestazione energetica;
– modificare la normativa condominiale per sbloccare i lavori straordinari.
Attendiamo ora il respondo, in particolare, per i lettori di Ediltecnico, per TARES, esenzione IMU. Le rendite catastali passano ora al Senato.
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