Niente più Ordini professionali, al loro posto Istituti provinciali che svolgono attività di supporto e consulenza non solo ai professionisti ma anche ai cittadini.
Un’Authority regionale di tutela e controllo delle professioni che hanno a che fare con la materia Territorio e Ambiente.
Tutto ciò definito da una legge quadro che chiarisca la natura e il valore della prestazione, i parametri deontologici di base, le competenze specifiche di tutti gli operatori dell’edilizia.
Sono i tre punti chiave della proposta di riforma degli Ordini elaborato dall’Ordine degli architetti di Firenze e provincia, che il 30 marzo sarà presentato ufficialmente a Torino in occasione dell’incontro ?L’architetto in Europa. Confronti e proposte per il futuro degli Ordini?.
Il 23 Marzo la proposta – definita dallo stesso Ordine di Firenze un “progetto aperto, una base di partenza per il confronto ” è stata illustrata agli architetti fiorentini durante un’iniziativa che si è svolta all’EX3 di viale Giannotti.
Si tratta della prima proposta di (auto)riforma che arriva da un Ordine professionale italiano.
Il “progetto aperto” avanzato dall’Ordine degli architetti di Firenze e provincia parte dal presupposto che i cambiamenti introdotti dalla riforma del governo Monti, contenuti nelle norme sulle liberalizzazioni, vadano nella direzione giusta ma non siano sufficienti per modernizzare davvero il sistema.
L’Ordine fiorentino ritiene che sia necessaria una legge quadro per disciplinare con chiarezza le professione e le sue competenze.
La legge quadro dovrebbe anche indicare un Ministero di riferimento che non sia, come è oggi, quello della Giustizia (unico caso in Europa) e “individuare le opportune differenze tra le diverse scelte professionali, libera professione, carriera in strutture pubbliche o private e/o universitarie”.
La proposta dell’Ordine degli architetti prevede poi la creazione di un Authority in ogni regione, un organismo di tutela e controllo per le professioni dell’area tecnica (architetti, ingegneri, geologi e agronomi). Alle Authority “di cui farebbero parte i professionisti, i rappresentanti del Ministero di riferimento e le parti sociali” spetterebbe il compito di tenere l’Albo professionale, scrivere il codice deontologico, fare l’accreditamento formativo e valutare i crediti, tutelare la professione e il sistema territorio-ambiente, oltre che tenere i rapporti con le Università e organizzare l’esame di Stato.
Infine, gli attuali Ordini professionali verrebbero sostituiti da Istituti per l’Architettura, “strutture meno verticistiche e meno autorefenziali”, aperte anche a chi non è architetto, che avrebbero il compito di promuovere e diffondere la cultura architettonica, svolgere attività di consulenza oltre a quella contrattuale, fare e incentivare attività di ricerca, organizzare eventi e dare un supporto a professionisti, a cittadini e iscritti.
L’iscrizione ad un Istituto non sarebbe vincolata alla residenza o al domicilio fiscale, come avviene attualmente per gli Ordini, in modo da stimolare la competitività tra Istituti sulla fornitura di servizi e sulle attività di consulenza particolari che siano di ausilio al corretto svolgimento della prestazione professionale.
Lo scopo è quello di lavorare al miglioramento della formazione del professionista, nell’interesse non solo suo ma prima di tutto dei cittadini che chiedono la sua prestazione.
Leggi la proposta di riforma dell’Ordine degli architetti di Firenze
Sullo stesso argomento puoi leggere “Liberalizzazioni, gli albi professionali come club esclusivi?” e Riforma Professioni
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