Come avevamo preannunciato, la Camera ha approvato definitivamente il decreto sulla funzionalità del sistema scolastico e della ricerca (conversione del DL 42/2016 ) che stabilisce l’obbligo di laurea per i periti industriali, cioè l’obbligo di laurea triennale per chi vuole iscriversi all’albo dei periti industriali. Il provvedimento prevede un periodo transitorio di 5 anni che consentirà ai diplomati, sia vecchio sia nuovo ordinamento, di iscriversi all’ordine. Dal 2021 il titolo professionale di perito industriale non spetterà più a chi esce dagli istituti tecnici con diploma, ma a coloro che hanno la laurea prevista dall’articolo 55, comma 1, del Dpr 328/2001”.
Il Consiglio Nazionale degli Industriali sostiene che la norma rappresenta un vantaggio anche per gli attuali iscritti all’albo con diploma che potranno usufruire del “principio dell’assimilazione” della Direttiva CEE 36/2005: se in uno Stato membro viene innalzata la formazione di accesso ad una professione, gli attuali iscritti che si hanno un titolo di studio inferiore sono equiparati al livello superiore.
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Il presidente del Consiglio Nazionale dei Periti Industriali (CNPI) Giampiero Giovannetti ha dichiarato: “Solo con una laurea triennale, quindi, il professionista italiano non sarà discriminato rispetto a quello europeo, e se vorrà lavorare in un paese membro della Ue non sarà più costretto a sostenere una serie infinita di esami, frutto di misure compensative, per vedersi riconoscere il titolo professionale conseguito in Italia”.
Inoltre, in questo modo si asseconda anche quanto stabilito dal Primo rapporto italiano di referenziazione delle qualificazioni al Quadro europeo Eqf, approvato in Conferenza Stato/Regioni il 20/12/12, che per l’esercizio di una professione prevede il possesso di un titolo accademico corrispondente al VI livello.
Continua Giovannetti: “Con questo principio il legislatore italiano ha voluto ascoltare le esigenze dei 45mila periti industriali iscritti negli albi che restano a pieno titolo nel quadro delle professioni intellettuali di stampo europeo”.
Si tratta solo di un punto di partenza. Il prossimo passaggio è la creazione di un percorso triennale professionalizzante.
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