Il Consiglio di Stato ha dato il via libera al regolamento che definisce i parametri per corrispettivi a base di gara per gli affidamenti dei servizi di ingegneria e architettura, che saranno il riferimento per le stazioni appaltanti dopo l’abolizione delle tariffe minime. Il decreto attende adesso l’ok della Corte dei conti.
Il Consiglio di Stato suggerisce una nuova formulazione, nella quale si deve prevedere che il rispetto del vincolo del non superamento delle vecchie tariffe sia garantito dalla stazione appaltante.
La storia del Regolamento
La prima versione aveva ricevuto il no del Consiglio superiore dei lavori pubblici nel parere del gennaio 2013 e dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici. I parametri avrebbero determinato dei corrispettivi più alti rispetto a quelli delle vecchie tariffe professionali abrogate, violando così il vincolo fissato dalla Legge n. 27/2012 che impone di non superare i compensi cui si fa riferimento nel D.M. 4 aprile 2001.
Il Consiglio superiore dei lavori pubblici aveva suggerito ai ministeri di scrivere nel regolamento che “compete al responsabile del procedimento accertare che il corrispettivo da porre a base di gara non superi quello derivante dall’applicazione delle tariffe professionali vigenti prima dell’entrata in vigore del provvedimento”: la stazione appaltante dovrebbe affidare al Responsabile unico del procedimento il compito di verificare, quando si predispongono atti di gara, che non venissero superate le vecchie tariffe.
Il suggerimento è stato però bocciato dalle PAT e dal Ministero della Giustizia.
Il Consiglio di Stato ha detto “si” al Regolamento, e ha fatto la sua proposta.
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