Operativo il nuovo piano d’azione nazionale per gli appalti verdi

Il Decreto 3 agosto 2023 rafforza il ruolo degli enti territoriali, ma non è l’unica novità. Una breve guida su cosa cambia con l’aggiornamento del Piano d’Azione Nazionale per gli appalti verdi (PAN GPP)

(di M. Mauri) Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, di concerto con il Ministro delle Imprese e del Made in Italy e con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, ha approvato con Decreto 3 agosto 2023 il nuovo Piano d’Azione Nazionale per gli appalti verdi (PAN GPP), rinnovando gli obiettivi strategici e ridefinendo l’orizzonte dell’impegno alla sostenibilità dei consumi nel settore della pubblica amministrazione.

Il nuovo PAN GPP è operativo a partire dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, avvenuta con l’edizione n.193 del 19 agosto 2023 e si pone l’obiettivo di aggiornare le previsioni del precedente piano d’azione del 2013.

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Il primo PAN, infatti, è precedente all’obbligo per tutte le stazioni appaltanti italiane di effettuare acquisti verdi introdotto nel 2015, e il suo aggiornamento è atteso da tempo, oltre che esser stato incluso nel cronoprogramma della Strategia nazionale per l’Economia Circolare approvata con D.M. 259 del 24 giugno 2022.

Prima di addentrarci nell’analisi delle principali novità del documento, segnaliamo che l’approccio introdotto pionieristicamente in Italia nel 2015 è stato poi ripreso e ampliato dal Regolamento Tassonomia n. 852 del 2020, che, con il principio DNSH (Do No Significant Harm), ha introdotto in tutti gli investimenti europei (e quindi anche nel PNRR) prescrizioni prestazionali molto simili a quelle contenute nei Criteri Ambientali Minimi.

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Cosa cambia con l’aggiornamento?

Tra gli elementi strategici dell’aggiornamento, vi è la necessità di ridefinire il “Comitato di gestione” a cui “si intende assegnare un più robusto ruolo di supporto alle azioni di governance, rispetto al ruolo tecnico” e di adottare un “modello organizzativo che coinvolga non solo i responsabili unici del procedimento e gli altri addetti alle attività di gare e contratti ma l’intera organizzazione dell’ente(Par. 4.1). L’obiettivo generale del GPP è anche avere a disposizione “un’ulteriore leva per rafforzare la leadership delle imprese italiane a scala europea e mondiale, grandi e piccole e medie (PMI) in materia di tecnologie verdi e pratiche circolari.” (Par. 1)

Il documento chiarisce ulteriormente (Par. 3.3) la possibilità per le stazioni appaltanti di richiedere livelli prestazionali più elevati di quelli indicati nei decreti CAM, e di inserire previsioni ambientali in categorie di appalto non ancora oggetto di CAM.

Al Paragrafo 3.5 sono riportate indicazioni circa le categorie di prodotti, servizi e lavori oggetto dei CAM, svincolandosi dalla rigida struttura che contraddistingueva il precedente Piano e stabilendo che i “CAM sono definiti per diverse categorie di prodotti, servizi o lavori selezionate sulla base di quelle che sono oggetto dei criteri di green public procurement europei e di altre etichette ambientali conformi alla UNI EN ISO 14024 nazionali, europee o internazionali, e tenendo conto del volume di spesa pubblica, delle potenzialità di miglioramento ambientale, delle innovazioni ambientali settoriali, della possibilità che il settore di riferimento possa conseguire miglioramenti ambientali basati su requisiti oggettivi, ripetibili e verificabili”. La programmazione dei CAM sarà annuale, come definito nel cronoprogramma (DM 342/2022) discendente dalla sopracitata “Strategia nazionale per l’Economia Circolare”.

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Le buone pratiche per evitare sprechi di risorse naturali e finanziarie

Tra le buone pratiche proposte alle stazioni appaltanti, nel par. 4.1 si riportano soluzioni, anche organizzative, che “consentano di evitare sprechi di risorse naturali e finanziarie nella gestione complessiva dell’ente, utili anche a razionalizzare gli acquisti di beni o di servizi, tra cui, ad esempio:

  • l’adozione del lavoro agile;
  • l’installazione di dispenser o rubinetti esterni ai locali sanitari per la distribuzione di acqua direte;
  • l’adozione di misure per promuovere la mobilità sostenibile del personale;
  • la gestione sostenibile di eventi e trasferte e l’uso di videoconferenze;
  • le misure per gestione responsabile dei dispositivi che consumano energia e la relativa formazione; la digitalizzazione dei documenti, le misure per evitare i beni monouso ecc.;
  • la realizzazione delle analisi dei fabbisogni valutando quali forniture possono essere dematerializzate ovvero, ad esempio, quali beni, invece di essere sostituiti, possono essere riparati, preparati per il riutilizzo, riutilizzati o quali soluzioni possono essere proposte per soddisfare le esigenze con minor carico ambientale, in modo tale da definire l’oggetto dell’appalto nel modo più efficace al fine di ottenere il migliore risultato ambientale.”

Infine, sempre nell’ottica di ampliare la partecipazione e coinvolgere più attori territoriali, al paragrafo 5.1 si propone di coinvolgere associazioni di categoria e Camere di commercio in un “Piano territoriale per l’attuazione del GPP” dell’Ente regionale.

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Foto:iStock.com/Man As Thep

Redazione Tecnica

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