Chi irroga le sanzioni nei confronti dei professionisti, architetti, ingegneri e geometri, che svolgono la loro attività senza un’adeguata copertura assicurativa, resa obbligatoria dallo scorso 15 agosto 2013 con l’entrata in vigore dell’art. 5, comma 1 della Riforma delle Professioni (DPR 137/2012)?
La risposta è semplice: gli Ordini e i Collegi provinciali di appartenenza. Ma, se è vero questo, esiste una linea di indirizzo comune delle professioni tecniche per stabilire con uniformità su tutto il territorio nazionale l’entità delle sanzioni?
A chiederselo è stato Paolo Grassi, presidente di Federarchitetti, il sindacato nazionale degli architetti liberi professionisti. La risposta, ovviamente, è negativa.
Attualmente, infatti, in Italia l’irrogazione delle sanzioni (il tipo e l’entità delle stesse) viene decisa in maniera differente tra i diversi ordini professionali e, talvolta, anche in seno alla medesima categoria. “l’Ordine degli Architetti di Firenze”, scrive Grassi, “potrebbe applicare sanzioni anche sensibilmente diverse da quelle applicate dall’Ordine degli Architetti di Milano, o di Bari”.
Che fare dunque?
Il problema sollevato da Federarchitetti è quello di un rischio di distorsione del mercato con sanzioni di tipo e di intensità diverso, applicate a professionisti iscritti a collegi professionali di province differenti.
È per questo motivo che trova giustificazione la lettera inviata da Federarchitetti al Ministro Cancellieri e ai presidenti del CNI e del CNAPPC, Armando Zambrano e Leopoldo Freyre, nella quale si chiede di “concordare indicazioni unitarie da trasmettere agli Ordini provinciali, relativamente al tipo e alla gravità della sanzione applicabile nei confronti dei professionisti che prestino la loro opera sprovvisti della copertura assicurativa”.
La proposta del numero uno di Federarchitetti è che, dato il momento storico e la difficile situazione delle professioni tecniche “vengano date indicazioni per l’applicazione di sanzioni minime che non compromettano né impediscano il pur difficile esercizio della professione”.
Ora è il turno della risposta di Ingegneri e Architetti.
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