Nuovo Codice delle Costruzioni: ecco cosa cambierà rispetto al TUE

Il Nuovo Codice Costruzioni sostituirà integralmente il DPR 380/2001 ridefinendo competenze tra Stato e Regioni, introducendo categorie edilizie basate su parametri misurabili, uniformando criteri per abusi e difformità e rafforzando i meccanismi di silenzio-assenso.

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In pista la delega al governo per la riforma del TUE: al suo posto arriverà il nuovo Codice delle costruzioni, che conterrà anche la normativa in materia di sicurezza. Il provvedimento è all’ordine del giorno del preconsiglio dei ministri convocato per il 3 dicembre.

Si tratta di un disegno di legge delega che punta non solo a ridefinizione delle tipologie di intervento edilizio, semplificazione del rilascio e formazione dei titoli, ma anche e soprattutto a ridefinire i rapporti tra normativa primaria e regionale. I contenuti del provvedimento sono stati preannunciati dallo stesso ministro Salvini nel corso di un’audizione alla Camera, dove è già in corso l’esame di alcuni disegni di legge di iniziativa parlamentare sulla stessa materia.

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Codice dell’edilizia e rigenerazione urbana

Il nuovo Codice delle costruzioni, dunque, non andrà semplicemente a riformare il DPR 380/2001, ma lo sostituirà integralmente e sarà un testo di più ampio respiro, nel quale confluiranno anche altre discipline settoriali risalenti nel tempo, come quelle in materia di sicurezza delle costruzioni, in modo da costituire un corpo omogeneo di norme.

Il disegno di legge va poi considerato come complementare al provvedimento in materia di rigenerazione urbana attualmente in discussione al Senato. Come sottolineato da Salvini, infatti, il nuovo Codice dell’edilizia detterà le regole di base sul come costruire, mentre l’altro chiarirà quali di questi interventi rientreranno nelle finalità della rigenerazione urbana, quali gli incentivi che potranno essere riconosciuti dagli enti territoriali e quale sarà la governance del settore.

Definite le competenze di Stato e Regioni

Quanto ai contenuti specifici, il ministro ha tenuto a ribadire che il primo pilastro della riforma è quello di chiarire una volta per tutte gli ambiti di competenza statale e quelli di competenza regionale, considerando che il governo del territorio è una materia di legislazione concorrente. Un principio che non è presente nel TUE, dal momento che il Testo è stato scritto prima della riforma del Titolo V della costituzione che ha stabilito, appunto, che allo Stato spetta la determinazione dei principi fondamentali, mentre alle regioni spetta la legislazione di dettaglio.

La delega punta quindi a superare l’attuale assetto normativo anche con l’introduzione dei LEP, i livelli essenziali delle prestazioni, che sono una competenza statale inderogabile, che fissano uno standard minimo di servizi e diritti che deve essere garantito a tutti i cittadini uniformemente sull’intero territorio nazionale.

Di fatto la delega impegna il Governo da un lato ad individuare e specificare quali norme sono adottate nell’esercizio della potestà esclusiva statale, e dall’altro a stabilire espressamente quali disposizioni costituiscono i principi fondamentali della materia concorrente. Si dovrà arrivare ad una chiara e univoca delimitazione dei confini, senza il timore costante del contenzioso. Nello specifico questo dovrà portare a definire criteri unici a livello nazionale per individuare difformità e abusi edilizi, riducendo quindi le differenze a livello locale che caratterizzano la materia e sono costante motivo di ricorsi al TAR.

Categorie di intervento con parametri misurabili

Fissati i criteri generali e le competenze, gli interventi settoriali prevedono il riordino complessivo delle categorie di intervento edilizio.

Si passerà dalle attuali definizioni “letterarie” di “manutenzione straordinaria”, “restauro e risanamento conservativo”, “ristrutturazione edilizia”, a una nuova classificazione definita sulla base di criteri guida specifici. Questi sono vengono individuati come:

  1. rilevanza dell’intervento;
  2. natura;
  3. impatto urbanistico ed edilizio che quell’opera genera sul territorio.

La nuova classificazione servirà per distinguere con chiarezza un intervento che si limita a trasformare il patrimonio edilizio esistente da un intervento che comporta modificazione permanente del suolo inedificato, evitando così di lasciare spazio a interpretazioni e fornire occasioni di contenzioso.

Definite le categorie, infatti, il Governo dovrà procedere all’individuazione puntuale dei titoli abilitativi associati: ad ogni intervento sarà quindi abbinato il relativo titolo abilitativo in modo certo, senza più la necessità di sforzi di interpretazione. 

Più spazio al silenzio assenso

La delega prevede poi la riduzione degli adempimenti e degli oneri documentali, per garantire una maggior certezza anche nei tempi di realizzazione delle opere, tenendo conto del principio di proporzionalità. Il peso della burocrazia, i documenti richiesti e i tempi di attesa in pratica dovranno essere proporzionati all’importanza e all’impatto dell’intervento che si intende eseguire. 

Per questo il testo punta al coordinamento più efficace tra le diverse amministrazioni interessate (con riferimento esplicito alle Soprintendenze) per evitare veti incrociati e rimpalli di responsabilità, e ridurre i termini per il rilascio dei provvedimenti. Cardine di questo intervento sarà il rafforzamento dei meccanismi di silenzio-assenso o silenzio devolutivo per dare certezza temporale agli interessati.

Coordinamento con le proposte parlamentari

Quanto all’iter del provvedimento, dopo la sua approvazione da parte del consiglio dei ministri il disegno di legge governativo sarà presentato alla Camera, dove sono già in discussione diversi provvedimenti, tra cui la proposta di legge C. 2332 Mazzetti “Delega al Governo per l’aggiornamento, il riordino e il coordinamento della disciplina legislativa in materia edilizia”.  Si procederà quindi abbinando anche la delega in modo da rendere più celere l’esame della riforma.

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Antonella Donati

Giornalista professionista, vanta una vasta conoscenza delle normative vigenti in ambito edilizio con una particolare attenzione alle problematiche operative per i professionisti tecnici e agli aspetti fiscali. Ha pubblicato numerosi volumi e articoli che offrono approfondimenti …Continua a leggere

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