L’architetto Vittorio Gregotti è morto oggi, 15 marzo 2020, a Milano. Aveva 92 anni ed era ricoverato da qualche giorno in seguito alle conseguenze di una polmonite, che sembra essere legata proprio al nuovo Coronavirus che in queste settimane sta mettendo in ginocchio l’Italia, e il mondo intero.
Vittorio Gregotti nasce nel 1927 a Novara da una famiglia di industriali tessili. Studia Architettura al Politecnico di Milano, dove ha modo di conoscere e seguire Ernesto Nathan Rogers, che considera il proprio maestro, e dove si laurea nel 1952. La prima esperienza lavorativa in uno studio di architettura risale al 1947, quando ancora studente soggiorna per sei mesi a Parigi e lavora per qualche settimana presso lo studio dei fratelli Gustave, Claude e Auguste Perret. Dopo la laurea, invece, lavora presso lo studio BBPR e inizia la collaborazione con la rivista Casabella (diretta in quel periodo proprio da Rogers), di cui molti anni dopo, dal 1982 al 1996, sarà direttore.
Dal 1953 al 1968 svolge la professione in collaborazione con Ludovico Meneghetti e Giotto Stoppino (Architetti Associati), e nel 1974 fonda lo studio Gregotti Associati International, la cui opera è interamente illustrata, come abbiamo visto, nel libro monografico Architettura dell’antropogeografia. Gregotti Associati International 1969-2014 di Alberto Aschieri. Il libro, uscito nel 2018, raccoglie scritti, progetti e opere frutto di più di sessant’anni di appassionata ricerca pratica e teorica svolta da Gregotti insieme al suo studio e insieme ai vari raggruppamenti di architetti con cui partecipa a diversi concorsi, in particolare tra il 1969 e il 1973.
Tra le varie pubblicazioni ricordiamo anche ‘Lezioni veneziane’, che raccoglie i testi di sei seminari tenuti allo IUAV da Gregotti e incentrati sul rapporto tra teoria e prassi. Ne abbiamo parlato qui.
Nel 2017, in occasione dei novant’anni di Gregotti, per celebrarne la carriera, il PAC di Milano aveva organizzato la mostra Il territorio dell’architettura. Gregotti e Associati 1953-2017.
Tra i numerosi progetti ricordiamo il controverso Quartiere ZEN di Palermo (“Quartiere per 20 mila abitanti”, 1969), il Centro Culturale di Bélem a Lisbona (1988), l’Università di Milano Bicocca (1986) e il Teatro degli Arcimboldi (1997), oltre ai piani regolatori di varie città (Arezzo, Livorno, Pavia, Gorizia, Savona, ecc.).
Articolo originariamente pubblicato su Architetti.com
Per approfondire:
Immagine: Vittorio Gregotti nel 1975 (foto di Adriano Alecchi).
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