Ingegneri e commercialisti chiedono un adeguamento delle tariffe per i CTU, priorità indifferibile

Per garantire la dignità economica dei professionisti e sostenere l’efficienza del sistema giudiziario italiano, è indispensabile un intervento normativo immediato. CNI e CNDCEC ribadiscono con forza questa necessità

Le tariffe dei Consulenti Tecnici d’Ufficio (CTU) in Italia non vengono aggiornate dal 2002, nonostante la normativa vigente, il D.P.R. 115/2002, preveda un adeguamento triennale basato sull’indice ISTAT dei prezzi al consumo.

Questa mancata revisione ha lasciato migliaia di professionisti a fronteggiare incarichi sempre più complessi e di grande responsabilità con compensi orari del tutto inadeguati.

Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) e il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC) richiedono un intervento immediato per porre fine a questa situazione.

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Le tariffe e i compensi del C.T.U.

Tariffe e incarichi di consulente tecnico di ufficio è un rapporto da sempre controverso. Per essere un buon C.T.U., essere qualificato nel settore tecnico-giudiziario, bisogna essere anche gran conoscitore della materia dei compensi.Questa è l’idea che ha originato l’opera di Paolo Frediani: quella di fornire uno strumento utile al fine di avere un quadro completo, ragionato e aggiornato sulla materia dei compensi attraverso le modalità applicative suggerite, non solo dalla pratica esperienza acquisita in tanti anni di incarichi giudiziari, ma anche dal particolare e appassionato studio della materia affatto scontata o prevedibile.Il libro consente, mediante una analisi strutturata per natura di incarico e tipologia di accertamenti richiesti, precisando il profilo consolidato tra norma e giurisprudenza, l’individuazione del migliore “percorso” per ottenere un compenso economico adeguato al lavoro profuso.Ciò anche proponendo alcuni essenziali suggerimenti e interpretazioni tratte dalla esperienza, dal quadro normativo e giurisprudenziale, che tuttavia – è bene precisarlo – debbono confrontarsi con  le valutazioni del giudice e che quindi – da sole – non garantiscono la certezza dell’accoglimento della proposta del consulente.L’intento è quello di far cogliere ad ogni consulente la consapevolezza della necessità di indagare la conoscenza della materia dei compensi e l’importanza di presentare una istanza di liquidazione completa e motivata.Il soddisfacimento economico del consulente passa attraverso la realizzazione di un rapporto equilibrato tra ausiliario e magistrato: il primo ha l’obbligo di studiare, definire e presentare una richiesta di liquidazione seria, motivata e credibile; il secondo quello di valutarla attentamente riconoscendo, quando ve ne sono le condizioni, utilizzando gli strumenti in suo possesso,  le legittime richieste del primo. Conseguendo così un equilibrio fondamentale e necessario basato sul rispetto per le reciproche funzioni. Paolo Frediani, libero professionista, consulente e perito per la pubblica giurisdizione, è mediatore professionale e valutatore immobiliare UNI 11558:2014. Autore di volumi e contributi scientifici sulla materia, da vent’anni è libero docente in corsi di formazione e partecipa, come stu- dioso, a seminari e convegni. Iscritto tra i docenti della Scuola Superiore della Magistratura e componente del comitato scientifico del Consulente Immobiliare (Il Sole 24 ore) e pub- blicista di quotidiani e riviste professionali. Maggiori informazioni su  www.paolofrediani.it.

Paolo Frediani | Maggioli Editore 2017

Indice

Conseguenze negative sul sistema giudiziario

L’assenza di aggiornamenti tariffari ha generato una grave disparità di trattamento rispetto ad altre categorie professionali e ha compromesso la qualità e l’efficienza del sistema giudiziario.

I CTU, che svolgono un ruolo cruciale nei procedimenti civili e penali, ricevono compensi orari medi di circa 4 euro, una cifra non conforme ai principi di dignità professionale sanciti dall’art. 2233 del Codice Civile e dall’art. 54 del D.P.R. 115/2002. Questa condizione mina la valorizzazione delle competenze tecniche e professionali necessarie per affrontare incarichi delicati e strategici.

Principali criticità del sistema attuale

Le criticità denunciate da CNI e CNDCEC possono essere sintetizzate nei seguenti punti:

  • mancato adeguamento ISTAT: le tariffe non sono state aggiornate dal 2002, in violazione della normativa vigente;
  • disparità di trattamento: i compensi dei CTU risultano inferiori rispetto a quelli dei consulenti di parte, penalizzando i professionisti al servizio della giustizia;
  • inadeguatezza delle tariffe a vacazione: il compenso orario attuale non riflette la complessità e l’importanza delle prestazioni;
  • necessità di aggiornamento delle tabelle: le tabelle vigenti non considerano l’evoluzione delle competenze richieste, come l’informatica forense e le analisi ambientali.

Anche la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 192/2015, ha sottolineato l’illegittimità di un trattamento economico non adeguato ai parametri ISTAT, censurando l’inerzia amministrativa nel mancato aggiornamento delle tariffe.

Le richieste delle categorie professionali

CNI e CNDCEC avanzano proposte concrete per risolvere questa situazione:

  • aggiornamento delle tabelle tariffarie: introduzione immediata di nuove tabelle che tengano conto dell’inflazione e delle responsabilità crescenti;
  • riconoscimento delle nuove competenze: valorizzazione delle specializzazioni e dei costi sostenuti per attrezzature, formazione e gestione delle attività;
  • garanzia di equo compenso: applicazione rigorosa del principio sancito dalla Legge n. 49/2023.

L’urgenza di intervenire

Il mancato adeguamento delle tariffe per i CTU rappresenta una violazione non solo dei diritti dei professionisti, ma anche di principi fondamentali di giustizia ed equità. Per garantire la dignità economica dei professionisti e sostenere l’efficienza del sistema giudiziario italiano, è indispensabile un intervento normativo immediato. CNI e CNDCEC ribadiscono con forza questa necessità.

Dal comunicato stampa congiunto del Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) e del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC)

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