La formazione professionale e i mercanti del Tempio. Intervista ai vertici dell’Ordine degli Ingegneri di Roma

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La formazione professionale continua per l’ingegnere è ormai una realtà … ma tra gli ingegneri (e i tecnici in generale) sorgono spesso dibattiti circa il “mercimonio” dei CFP. Le offerte sono tante e non tutte trasparenti.

Chi ci segue da qualche tempo sa che il tema della “qualità” nella formazione tecnica è uno dei nostri pallini, ben consapevoli che nei settori dell’ingegneria e dell’architettura non ci si può improvvisare formatori.

È stato questo uno degli argomenti che abbiamo affrontato con i vertici dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma che, con i suoi 20.000 iscritti è il più numeroso in Italia.

Carla Cappiello e Manuel Casalboni
I vertici dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma. A sinistra il presidente, Carla Cappiello; a destra il vice presidente, Manuel Casalboni

Gli ingegneri Carla Cappiello e Manuel Casalboni, rispettivamente presidente e vice presidente dell’Ordine, hanno risposto alle nostre domande sul tema della formazione professionale, ma pure su quello dell’evoluzione del mestiere di ingegnere e sull’internazionalizzazione sempre più spinta.

Mauro Ferrarini. Insomma, presidente Cappiello, per un ingegnere è difficile orientarsi nella giungla delle offerte formative, tra le quali si nascondono delle vere e proprie “fregature” o, in altri casi, solo dei “produttori di CFP” …

Carla Cappiello. La formazione continua è un dovere di legge e pertanto una realtà. Gli ingegneri, a mio parere, al di là dell’obbligatorietà normativa, devono sempre rinnovare le proprie conoscenze. Chi ha numerosi anni di esperienza professionale in settori “tradizionali”, come l’edile, ha bisogno di aggiornarsi sulle nuove branche in espansione, quali quelle digitali o dell’energie rinnovabili. Così chi è un neo laureato o con pochi anni di attività ha necessità di approfondire meglio alcune tematiche, non spesso trattate dal corso di studi, ma utili da punto di vista pratico.

La formazione, poiché ha il compito di fornire contenuti adeguati, oltre al “mero” credito formativo, deve essere di assoluta qualità.

Mauro Ferrarini. Su questo siamo d’accordo. Ma come si muove il vostro Ordine per garantire questa qualità ai propri iscritti?

Carla Cappiello. Stiamo cercando di internalizzare al massimo l’organizzazione dei corsi e li offriamo, quasi sempre, a titolo totalmente gratuito, come è giusto che sia. I partner formativi sono istituzioni di alto livello, quali università o importanti enti. I corsi sono modulati in base alle esigenze reali degli ingegneri. Il Consiglio dell’Ordine ne studia attentamente la struttura e l’impatto reale sul mondo professionale.

Noi, invitiamo tutti gli ingegneri, a diffidare da chi non è realmente accreditato presso le dovute istituzioni e che fa della formazione un mercato e un “mercimonio”di CFP.

 

Ordini professionali: che aiuto per gli iscritti?

 

Mauro Ferrarini. Il nuovo consiglio è insediato da più di un anno. Ci traccia un bilancio dell’attività svolta in questo periodo?

Carla Cappiello. Sono trascorsi circa 20 mesi dall’insediamento del Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma. Sin dall’inizio abbiamo lavorato, e continuiamo a farlo, per essere un punto di riferimento per gli iscritti. I segni dell’impegno profuso sono molteplici.

L’obiettivo principale è quello di rendere l’Ordine romano, il più grande d’Italia con i suoi 20 mila iscritti, una struttura moderna ed efficiente, dove gli ingegneri trovino risposte concrete in breve tempo alle proprie esigenze. Da poco “abbiamo traslocato” la sede in un edificio sempre centrale, ma molto più grande, per rendere più agevole la fruizione dei servizi. Dobbiamo, infatti, puntare alla snellezza e alla semplificazione delle procedure.

Vogliamo che l’Ordine sia il luogo dove, attraverso il dialogo, nasca lo scambio di idee e progetti.

Mauro Ferrarini. Tutto molto bello, ma in concreto come fate a tradurre in realtà tutto ciò?

Carla Cappiello. Per far ciò eroghiamo mensilmente centinaia di ore di formazione di alta qualità e completamente gratuita, che permette agli iscritti sia di aggiornare le proprie competenze, come voluto dalla legge (DPR 137/2012), ma anche di fare “networking”. La riqualificazione continua, soprattutto in tempo di crisi, permette di mantenersi sul mercato, oggi purtroppo troppo chiuso a giovani e a “over 50”.

Desideriamo dare un ruolo centrale alla figura dell’ingegnere, valorizzando le eccellenze presenti sul nostro territorio.

Sstiamo cambiando il modo di comunicare, aumentando la visibilità delle attività che svolgiamo e dei temi di interesse. Lavoriamo a che l’Ordine sia più presente presso Istituzioni e associazioni di categoria. Pian piano ci stiamo riuscendo, sedendoci ad alcuni tavoli decisionali.

Mauro Ferrarini. Per esempio?

Carla Cappiello. L’ultimo “successo” è l’aver contribuito attivamente alla formulazione del nuovo “Piano casa” della Regione Lazio, approvato da pochi giorni, che contrasta con norme semplici e chiare il consumo del suolo sostenendo le persone con un reddito basso ad ottenere un’abitazione a condizioni favorevoli. Un grande risultato in un periodo di crisi economica che penalizza sia le famiglie che il settore edilizio.

 

Ingegnere: una professione che cambia

 

Mauro Ferrarini. La professione dell’ingegnere sta cambiando in tutto il mondo, andando verso la concentrazione di “saperi” iper-specializzati in società di grandi dimensioni. Il libero professionista singolo è una figura che sta diventando sempre più caratteristica dell’Italia. Ma quanto potrà durare?

Manuel Casalboni. Sono sempre più consapevole che oggi a un ingegnere è richiesto di eseguire un compito non facile: l’essere un’interfaccia tra la componete “tecnologica “ e quella “socio organizzativa” nelle istituzioni, nelle imprese e nella collettività.

Viviamo in organizzazioni molto strutturate. Si assiste alla costante evoluzione di processi economici, gestionali e soprattutto di innovazione tecnologica, che portano l’ingegnere moderno ad avere un ruolo chiave nella società. La nostra figura racchiude in sé un mix di conoscenze di programmazione, pianificazione, progettazione, che ci rende dei professionisti “completi”.

Mauro Ferrarini. Qual è l’identikit dell’ingegnere ideale?

Manuel Casalboni. Un buon ingegnere deve possedere capacità di giudizio, di comunicazione, di problem solving, oltre che “intelligenza pratica”, spirito di iniziativa, attitudine a coinvolgere e motivare il personale, senso del “tempo” e di responsabilità.

Certamente, mutando gli scenari del mondo del lavoro, sul medio e lungo periodo non sarà più possibile pensare al singolo ingegnere come realizzatore di una progettazione. E’ molto probabile che in futuro aumenti il numero di società tra professionisti. Ci si riunirà in società di ingegneria che meglio sapranno rispondere ai nuovi contesti.

 

Internazionalizzazione: chi è costei?

 

Mauro Ferrarini. Si fa tanto parlare di opportunità di lavoro e di sviluppo tramite l’internazionalizzazione. Ma all’atto pratico, cosa può fare un professionista italiano interessato?

Manuel Casalboni. L’internazionalizzazione di un’attività, compresa quella di un professionista, consiste nell’adattare il proprio lavoro verso mercati e culture differenti da quelli di appartenenza.

Le formule per attuare tale processo sono tantissime e si possono raggruppare in due percorsi, l’endogeno e l’esogeno.

Mauro Ferrarini. Ce le illustra, per favore?

Manuel Casalboni. Il primo rappresenta una ristrutturazione interna dell’attività, magari strutturandosi in forme organizzate tra professionisti, grazie anche allo studio dell’immensa letteratura su questi temi. L’altro prevede di affidarsi a organizzazioni il cui scopo è quello di assistere il professionista, accompagnandolo nell’esercizio lavorativo all’estero. Il suggerimento è di verificare bene i requisiti e le competenze di suddette organizzazioni.

Mauro Ferrarini. Esistono strumenti in seno all’ordine che possono aiutare il singolo ingegnere a muoversi con sicurezza in questo ambito?

Manuel Casalboni. Gli Ordini provinciali italiani non posseggono attualmente gli strumenti per attuare un percorso di assistenza. Ma le iniziative di partnership con Ordini e Associazioni esteri, possono far generare dei punti di riferimento territoriale in altre parti del globo, a cui il professionista può rivolgersi. Su tale indirizzo sono in corso dei ragionamenti tra gli Ordini provinciali italiani ed il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, per individuare le strategie collettive.

 

Fondi europei per i professionisti: cercasi bussola

 

Mauro Ferrarini. Sui fondi europei anche per i professionisti si è registrato un interesse molto elevato da parte degli ingegneri … Ma quello che manca è una guida, una bussola che consenta ai liberi professionisti di sapere quando e come inoltrare la richiesta. Cosa potete dire a questo riguardo?

Manuel Casalboni. L’Unione europea sostiene con fondi comunitari l’attuazione di progetti i quali abbiano come promotori delle organizzazioni costituite da soggetti internazionali, europei ed extraeuropei. Fatta questa premessa, è da precisare che il finanziamento è al progetto prima che al soggetto.

Si inizia a dire che i professionisti, da intendersi come lavoratori autonomi, avranno accesso a questi fondi. Ma per il momento ciò non accadrà se non tramite organizzazioni con strutture di tipo associazionistico. Pertanto, la “bussola” punta direttamente all’Unione europea in attesa di sapere se vi saranno dei meccanismi di finanziabilità diretta dei progetti ai singoli professionisti.

Infine, concludo invitando i colleghi a rivolgersi ai “punti di contatto nazionali”, da cui è possibile ottenere tutte le informazioni necessarie alla partecipazione a bandi per fondi diretti in base alla programmazione europea 2014-2020.

Mauro Ferrarini

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