La luce naturale non è solo un elemento estetico, ma un fattore determinante per la salute e le prestazioni cognitive di chi vive o lavora in spazi chiusi. Una ricerca scientifica recentemente presentata al Senato nel corso del seminario Costruire il Benessere – organizzato dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) e promosso dal Vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio – ha dimostrato che l’esposizione diretta alla luce solare negli ambienti interni può migliorare fino al 30% le performance cognitive e il benessere psicofisico.
Questi risultati aprono nuove prospettive per la progettazione architettonica e illuminotecnica, orientata a creare edifici più salubri, efficienti e sostenibili.
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Luce naturale e benessere: le evidenze scientifiche
Lo studio – presentato dal Professor Carlo Ventura, Ordinario di Biologia Molecolare all’Alma Mater di Bologna e coordinatore scientifico della ricerca – è stato condotto dai ricercatori SIMA in collaborazione con Hyperspectral Imaging di Bologna e Velux Italia, e ha svelato il potente impatto della luce naturale sul benessere psicofisico degli individui che vivono e lavorano in ambienti indoor: la luce naturale influenza positivamente il ritmo circadiano, la regolazione ormonale, il metabolismo e la qualità del sonno, e aumenta l’attività biofotonica degli individui fino al +30%.
Ma come si è svolto lo studio? Utilizzando un sistema innovativo di analisi multispettrale (Phaedra), progettato per misurare le emissioni di radiazione dai corpi umani, i ricercatori hanno analizzato l’interazione tra luce solare diretta e funzioni fisiologiche e cognitive. I risultati preliminari dello studio hanno rivelato che la luce naturale influisce profondamente sulle funzioni biodinamiche, energetiche e circadiane, con frequenze tipiche comprese tra 2 e 5 Hz. In particolare, è emersa una correlazione significativa tra l’esposizione ravvicinata alla luce solare e un aumento dell’attività biofotonica, con un conseguente miglioramento delle prestazioni cognitive e una maggiore complessità nella rete informativa biologica.
Tuttavia, circa il 90% della nostra vita si svolge in ambienti chiusi che non soddisfano, in tema di accesso alla luce naturale, i requisiti igienico-sanitari minimi, con conseguenti effetti negativi sulla salute psicofisica e sulla produttività.
Implicazioni per la progettazione architettonica
A 1 metro di distanza da una finestra, dove l’esposizione alla luce naturale è più intensa, l’attività biofotonica aumenta significativamente, suggerendo una maggiore efficienza cerebrale e un miglioramento del benessere psicofisico, rivela la ricerca. Al contrario, a distanze superiori, tra 2 e 4 metri dalla stessa finestra, l’intensità delle emissioni diminuisce drasticamente, con una riduzione tra il -30% e il -80%, associata a un aumento degli stati di rilassamento e sonnolenza.
L’attività biofotonica appare direttamente legata al benessere percepito: a distanza ravvicinata dalla fonte di luce, si osservano variazioni positive tra il +10% e il +30%, segno di una maggiore vitalità fisiologica. A distanze maggiori, queste variazioni scendono drasticamente, con oscillazioni che vanno dal -40% al -80%, indicando un rallentamento dell’attività fisica e un possibile aumento dello stress e dell’affaticamento.
“Questo studio pionieristico fornisce nuove evidenze sulle interazioni tra luce naturale e biologia umana, con potenziali applicazioni per la progettazione di ambienti di lavoro e di vita che possano favorire una maggiore produttività e un miglior benessere psicofisico, promuovendo un uso più consapevole della luce naturale, contribuendo non solo al miglioramento della qualità della vita, ma anche alla sostenibilità ambientale e al risparmio energetico” – ha spiegato il Prof. Carlo Ventura.
“Costruiamo edifici sempre più efficienti, ma è solo attraverso un approccio olistico alla progettazione che possiamo migliorarne davvero la qualità e renderli più vicini alle esigenze di chi li vive” – ha affermato Lorenzo Di Francesco, Public Affair Manager di Velux Italia.
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