Addio Ecobonus. Con la riduzione delle aliquote al 50% per la prima casa e la 36% per gli altri appartamenti e per tutti coloro che non sono proprietari residenti, il bonus per gli interventi di risparmio energetico in quanto tale non ha più ragione di esistere quando si tratta di interventi di base, dagli infissi alle caldaie.
Si può ancora ricorrere all’Ecobonus solo in alcuni casi specifici legati ai costi da sostenere e quando si tratta di installare tende e pergole solari. Queste infatti, non sono agevolate direttamente con il Bonus Casa.
Altrimenti meglio puntare sul Bonus Casa che taglia la burocrazia, oppure sul Conto Termico.
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Rendite catastali e bonus edilizi: come mettersi in regola
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Indice
Aliquota ridotta e minor convenienza
Le sorti dell’Ecobonus sono state segnate con la scomparsa dell’aliquota del 65%. Oggi infatti questa non è più riconosciuta né per gli interventi di coibentazione né per quelli combinati con il consolidamento per quanto riguarda gli interventi sulle singole unità immobiliari.
Niente da fare neppure per l’acquisto delle nuove caldaie ibride che hanno comunque un costo ben più elevato di quelle a condensazione né per l’installazione di impianti di building automation.
In tutte queste situazioni il bonus è sceso al 50%, per cui non c’è più alcun vantaggio a sobbarcarsi spese per l’asseverazione e l’invio dei documenti all’ENEA, con in più il rischio della perdita della detrazione se non si rispetta il termine dei 90 giorni dalla fine dei lavori.
Quindi quando si tratta di interventi non particolarmente complessi conviene orientarsi senza alcun dubbio sul Bonus Casa. Nell’ambito delle agevolazioni previste dall’art. 16.bis del TUIR, infatti, la categoria del risparmio energetico è agevolata come categoria a sé, per cui la detrazione è ammessa a prescindere dal fatto che vengano realizzati anche lavori edilizi veri e propri, ovvero che l’intervento venga eseguito nell’ambito di un più vasto progetto di ristrutturazione.
Ecobonus e tetti di spesa
Posto dunque che il Bonus Casa oggi come oggi è l’opzione migliore, possono comunque esserci dei casi in cui è ancora conveniente guardare anche all’Ecobonus sfruttando una sua particolarità legata al tetto di spesa. Diversamente da quanto previsto per il Bonus Casa, infatti, per l’Ecobonus non è fissato un tetto alla spesa detraibile ma un ammontare massimo della detrazione che si può ottenere. Una peculiarità che non è cambiata con la manovra.
Quindi oggi è ancora confermato che chi intende realizzare interventi di riqualificazione energetica sull’intero edificio, dalla coibentazione ai nuovi infissi al nuovo impianto di riscaldamento, può ottenere una detrazione massima di 60.000 euro, vale a dire ha un tetto di spesa agevolabile di 120.000 euro. E in questo caso, volendo si può sfruttare il per i pannelli fotovoltaici, ricompresi nel Bonus Casa, con un tetto aggiuntivo di spesa di 96.000 euro. Ovviamente chi ha redditi elevati dovrà fare anche i conti con il tetto massimo di spesa detraibile, ma comunque se la spesa da sostenere è elevata l’ecobonus in questo caso rappresenta ancora una valida opportunità.
Se si supera il plafond per le ristrutturazioni
Allo stesso modo ci si può rivolgere ancora all’Ecobonus nel caso in cui sia stato sforato il tetto di spesa annuale per le ristrutturazioni e si voglia fare un intervento che non è di completamento dei lavori già realizzati ma è del tutto a sé. Così ad esempio se si decide di aggiungere un impianto solare per la produzione di acqua calda sanitaria dopo aver già messo i pannelli fotovoltaici, si può ricorrere all’Ecobonus con un tetto di spesa aggiuntivo di 60.000 euro, dato che la detrazione ammessa in questo caso è di 30.000 euro. Allo stesso modo se si volesse aggiungere un sistema di building automation si potrebbe contare su un plafond di spesa aggiuntivo di 30.000 euro (15.000 euro la detrazione ammessa).
Da tempo infatti l’Agenzia delle entrate ha riconosciuto la possibilità di sommare più bonus per interventi sullo stesso immobile a patto che sia possibile dimostrare che si tratta di interventi che appartengono a categorie diverse: “Qualora si realizzino più interventi riconducibili a diverse fattispecie agevolabili, il contribuente potrà fruire di ciascuna agevolazione, nell’ambito di ciascun limite di spesa, a condizione che siano distintamente contabilizzate le spese riferite ai diversi interventi e siano rispettati gli adempimenti specificamente previsti in relazione a ciascuna detrazione” (circolare 24/2020).
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Le tende da sole
Infine c’è un caso specifico nel quale non è possibile fare a meno dell’Ecobonus, ossia quello delle tende solari. Oggi come oggi, infatti, le tende e le pergole solari non rientrano espressamente nell’ambito del Bonus Casa, mentre sono previste come categoria a sé nell’ambito dell’Ecobonus. Conviene quindi sfruttare questa agevolazione se si hanno in programma interventi di questo tipo rispettando ovviamente le prescrizioni dell’ENEA per quel che riguarda tipologia di tende (che debbono essere di tipo tecnico e marcate UE) e orientamento. Previsto in questo caso un tetto di spesa di 60.000 euro a fronte della detrazione di 30.000.
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