Dissesto idrogeologico: l’importanza della cultura della prevenzione

La prevenzione è anche cultura: soprattutto in un settore in cui può essere messa a repentaglio la vita delle persone. Il tema è ovviamente quello attualissimo del dissesto idrogeologico e le considerazioni introduttive appartengono a Gian Vito Graziano, il presidente del Consiglio Nazionale Geologi, il quale ha commentato il Piano Nazionale sul Dissesto Idrogeologico presentato questa settimana a Roma.

Riduzione del consumo di suolo
“In queste ore abbiamo incontrato direttamente il Ministro dell’Ambiante Gian Luca Galletti – ha spiegato il rappresentante della categoria dei geologi – che ha comunicato l’intenzione di rilanciare la legge sulla riduzione del consumo di suolo. Noi diciamo al Ministro che ci stiamo e siamo pronti a condividere questo percorso”. Dunque la reazione dei geologi sembrerebbe positiva . “Bisogna ridare dignità ai progetti e di conseguenza alla classe professionale. I progetti di messa in sicurezza e di mitigazione dei rischi – ha proseguito Graziano – devono essere coerenti con gli obiettivi da raggiungere, ma oggi ad esempio i progetti preliminari, che sono importantissimi  nell’individuazione  delle cause e delle soluzioni, vengono realizzati senza l’impiego di competenze specifiche compromettendo spesso l’efficacia dell’opera”.

Secondo Graziano si potrebbe davvero dare vita ad una nuova era anche ponendo attenzione sul “rilancio economico dell’Italia. Noi geologi sono ben 20 anni che denunciamo quanto poi sta accadendo”. Intrattenendosi con i giornalisti a margine degli Stati Generali organizzati da Italiasicura, il presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi ha ribadito “l’importanza del controllo sul come vengono realizzate le opere, che rappresenta un aspetto non secondario”.

Per approfondire il tema può essere utile consultare il volume edito da Maggioli Editore intitolato Analisi del territorio e sviluppo sostenibile di Giulia Pesaro.

La ricetta dei Geologi
Graziano ha poi specificato gli aspetti critici in materia per la penisola italiana: “Nel nostro Paese bisogna ridurre il rischio idraulico e geomorfologico migliorare la qualità delle acque, rinaturalizzare le sponde dei fiumi e curare la manutenzione del territorio. Quanto sta accadendo in queste ore in Italia dimostra che le cause del dissesto idrogeologico non risiedono soltanto nei cambiamenti climatici ma soprattutto nello stato di grave malattia in cui versa il territorio italiano, che in dispregio alla sua straordinaria bellezza, stiamo lasciando morire per incuria, senza neanche tentarne la cura”.

 

Redazione Tecnica

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