Il Piano Destinazione Italia punta a favorire la competitività delle aziende italiane attirando investimenti dall’interno e dall’estero. Molte delle 50 misure (concentrate in 3 punti: attrazione, promozione, accompagnamento) ruotano attorno all’idea del miglioramento della situazione del Paese dal punto di vista dell’efficienza energetica e del consumo, ma non solo. Il Piano riguarda direttamente l’edilizia (destinazione d’uso) e l’ambiente. Ma vediamo gli obiettivi per noi essenziali del Destinazione Italia:
– riformare la conferenza dei servizi;
– ridurre del prezzo dell’energia elettrica e del gas;
– valorizzare gli immobili statali inutilizzati;
– liberalizzare il mercato delle grandi locazioni a uso non abitativo;
– semplificare il cambio di destinazione d’uso degli immobili;
– sviluppare le società di investimento immobiliare quotate;
– facilitare le bonifiche ambientali;
– coinvolgere il capitale privato nella realizzazione di grandi opere infrastrutturali;
– sviluppare partenariati pubblico-privati nel campo delle piccole e medie infrastrutture;
– introdurre il modello del dibattito pubblico;
– investire nell’efficienza energetica;
– attrarre investimenti nei settori della green economy.
Destinazione Italia è stato approvato il 19 settembre dal Consiglio dei Ministri su proposta del presidente del Consiglio, Enrico Letta e dei ministri degli Affari Esteri, Emma Bonino, e dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato.
Il Piano è aperto a una consultazione pubblica di tre settimane che coinvolge cittadini, imprenditori italiani ed esteri, associazioni non solo di categoria, sindacati ed esperti. La consultazione, una volta terminata, condurrà alla versione 1.0 del documento “Destinazione Italia”, che sarà definitivamente approvato dal Consiglio dei Ministri.
Ecco gli intenti del Piano Destinazione Italia.
Riforma della conferenza dei servizi
La conferenza dei servizi è nata come istituto di semplificazione, per mettere intorno a un tavolo tutte le Amministrazioni coinvolte in un procedimento autorizzativo. Occorre garantire tempi certi della decisione con una riforma che riordini la materia con poche norme chiare.
Procedure per le autorizzazioni
Serve una maggiore uniformità sul territorio nazionale delle procedure e dei modelli per ottenere le autorizzazioni necessarie a iniziare un’attività produttiva. Bisogna approvare procedure standardizzate e modelli unici a livello nazionale da utilizzare per l’ottenimento delle principali autorizzazioni per le attività produttive: edilizia e ambiente (entro novembre), SUAP (Sportello Unico Attività Produttive, entro gennaio).
Strategia Energetica Nazionale
L’Italia deve a ridurre il costo della bolletta energetica. Le misure di liberalizzazione adottate negli ultimi anni per il gas hanno portato un beneficio complessivo per i consumatori di circa 6 miliardi di euro l’anno. Occorre fare la stessa cosa per l’elettricità. La soluzione consiste in molti interventi, in parte di rapida attuazione, in parte più strutturali. Le direttrici di intervento sono indicate in ambito di Unione europea e nella Strategia Energetica Nazionale (SEN). Di seguito gli interventi più rilevanti:
– elettricità: piena integrazione del mercato italiano con quello europeo (c.d. market coupling); il rafforzamento e la progressiva razionalizzazione della rete di trasmissione elettrica nazionale per eliminare i numerosi “colli di bottiglia”; l’aggiudicazione delle concessioni idroelettriche attraverso gare competitive;
– gas: realizzazione delle infrastrutture strategiche.
Cos’è la SEN, Strategia Energetica Nazionale?
Investire nell’efficienza energetica
L’Italia parte da un buon livello di performance, ma gli spazi di sviluppo sono notevoli. Entro il 2020 si potrebbero ridurre i consumi di circa il 24%.
Bisogna rafforzare il meccanismo dei Certificati Bianchi (o Titoli di Efficienza Energetica) per i settori industriale e dei servizi, la promozione di interventi di risparmio di energia di valenza infrastrutturale in settori finora poco interessati (ITC, distribuzione idrica, trasporti). Leggi le altre notizie sui Certificati Bianchi.
Bisogna estendere nel tempo le detrazioni fiscali per il settore delle ristrutturazioni civili: le detrazioni al 55% sono una misura recentemente prolungata e innalzata al 65%. L’incentivazione va introdotta anche per la Pubblica Amministrazione tramite il Conto Termico. Tutto quello che c’è da sapere sulla detrazione 65%.
È necessario rafforzare di standard minimi e normative pro efficientamento, in particolare per quanto riguarda l’edilizia (per nuove costruzioni o rifacimenti importanti) e i prodotti rientranti nel campo di azione della direttiva Ecodesign.
Investimenti nei settori Green
Sono proposti interventi specifici per attrarre investimenti in questi specifici ambiti: energie Rinnovabili elettriche e termiche, valorizzazione dei rifiuti (a scarsa capacità organizzativa e l’insufficiente sensibilizzazione del pubblico per il riciclo e la difficoltà a raccogliere consenso verso la termovalorizzazione hanno impedito finora di progredire in questo campo) e servizi Idrici. Il settore dell’acqua in Italia presenta performance del tutto insoddisfacenti, in termini di perdite di rete e di efficienza della rete fognaria e della depurazione.
È necessario inoltre coinvolgere il capitale privato nella realizzazione di grandi opere infrastrutturali in diversi campi, come per esempio la riqualificazione delle aree urbane e le piccole e medie infrastrutture.
I limiti di finanza pubblica richiedono l’esenzione dal Patto di Stabilità per le risorse allocate su progetti cantierabili di competenza delle Regioni e degli Enti locali.
A proposito di rifiuti, leggi le ultime nostizie sul Sistri, che parte il primo ottobre, solo per trasportatori e gestori.
Facilitare le bonifiche ambientali
Per favorire la re-industrializzazione o riconversione produttiva di molti siti, e rimettere in moto l’economia dei territori interessati, occorre spesso superare situazioni di criticità ambientale. Quindi è necessario semplificare le procedure per la bonifica ambientale dei siti di interesse nazionale (SIN), chiarendo meglio le responsabilità delle diverse operazioni di bonifica e immaginando anche agevolazioni fiscali dedicate. Alcune misure presenti nel DDL Semplificazione affrontano i problemi della messa in sicurezza e della bonifica con il duplice fine di difendere l’ambiente e recuperare aree anche a fini produttivi.
Investimenti per i territori
Serve un meccanismo che: a) permetta ai territori di far sentire in maniera efficace e costruttiva la propria voce, evitando successive contestazioni in grado di bloccare l’iter di attuazione e di incidere su costi e tempi di realizzazione degli investimenti; b) assicurare che gli investimenti costituiscano una reale occasione di sviluppo per i territori, generando crescita e aiutando a migliorare la vita dei cittadini.
È necessario quindi introdurre il modello del Dibattito Pubblico, per i progetti di infrastrutture e di opere pubbliche di rilevanza strategica nazionale, oltre alle opere con un valore dell’investimento pari ad almeno 100 milioni di euro e che riguardino un bacino di utenza non inferiore a 250.000 cittadini. A tal fine, viene istituita una Commissione Nazionale di Garanzia per il Dibattito Pubblico.
Bisogna prevedere una “clausola di sviluppo territoriale” che vincoli gli investitori sopra una certa soglia dimensionale che si localizzano in un territorio a destinare una parte degli utili derivanti dall’investimento a progetti di sviluppo definiti in accordo con la popolazione locale.
Infine, è opportuno istituire una commissione tecnica unificata per i procedimenti VIA (Valutazione Impatto Ambientale), VAS (Valutazione Ambientale Strategica) e AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) al fine di semplificare le procedure di valutazione e autorizzazione ambientale.
Valorizzazione degli immobili inutilizzati
Gli immobili inutilizzati di proprietà del demanio sono numerosi e potenzialmente di grande valore. Bisogna rafforzare la possibilità dell’Agenzia del demanio di aggregare le iniziative del territorio in modo che formino sistema e di canalizzare le risorse pubbliche, anche europee, erogate, a vario titolo, sugli immobili pubblici, in modo da creare una pipeline di operazioni di sviluppo economico e sociale, che siano riconoscibili e attrattive per le diverse tipologie di investitori, a partire dalle iniziative culturali come previsto dall’articolo 6 del decreto “Valore cultura”.
Favorire il cambio di destinazione d’uso degli immobili
Occorre semplificare la disciplina per rendere più facile utilizzare un immobile per finalità diverse da quelle inizialmente stabilite, favorendo gli investimenti che puntano alla riqualificazione o al riutilizzo. Introdurre un regime di facilitazione e gratuità per i cambi di destinazione d’uso degli immobili, in particolare per quelli non utilizzati o occupati da imprese in difficoltà, nel pieno rispetto delle esigenze di tutela del paesaggio e dei volumi esistenti degli edifici, potrebbe essere una prima idea.
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