Decreto Crescita, i Geologi “esclusi” scrivono a Monti

Scarica PDF Stampa

Il Consiglio Nazionale Geologi rileva con sorpresa che nello schema di decreto legge “misure urgenti per la crescita del paese”, si sia voluto intervenire su una materia, quella delle indagini geognostiche e delle prove geotecniche in sito, oggetto anche recentemente di importanti sentenze del Tar Lazio e del Consiglio di Stato.

Per il CNG i tecnici del Ministero delle Infrastrutture hanno compiuto un tentativo maldestro di ribaltare le recentissime sentenze del TAR Lazio “prodigandosi per complicare e per rendere nebulosa una materia che viceversa le Leggi vigenti e le recenti ricordate sentenze non solo stabiliscono chiaramente ma attribuiscono alla competenza esclusiva dei geologi come, appunto, le indagini geognostiche”.

E’ l’ultimo tentativo in ordine di tempo di ridurre ai minimi termini, se non di escludere, il contributo dei geologi e della geologia da tutto il comparto delle costruzioni che il Consiglio Nazionale Geologi non può passare sotto silenzio” – ha ribadito il CNG in un comunicato -.

Quanto avvenuto recentemente in Emilia Romagna, sia come effetti su strutture relativamente moderne sia come fenomeni indotti dal terremoto se da una parte dimostra la scarsa dimestichezza dei legislatori e dei loro tecnici suggeritori alla problematiche d’ordine naturale dall’altra evidenzia senza se e senza ma, l’importanza delle conoscenze della geologia locale ai fini della corretta progettazione di qualsiasi manufatto.

E’ bene che il popolo italiano tutto e non solo le popolazioni delle Provincie di Modena e Ferrara oggi così come quelle dell’Aquila ieri, sappia che chi opera per ridurre ai minimi termini questo contributo lo fa sulla pelle degli ignari cittadini. Rimane da capire “cui prodest” che non è dato sapere ma è viceversa certo che i vantaggi non sono pubblici”.

Il presidente del  Consiglio Nazionale Geologi Gian Vito Graziano, preoccupato per la categoria professionale, ha deciso di scrivere una lettera al presidente del consiglio Mario Monti.

“Mi permetta però Sig. Presidente di rappresentarLe la particolare contingenza in cui si trova la geologia italiana, pur all’indomani dell’ennesima catastrofe che ha colpito l’Emilia Romagna, che ha portato all’attenzione, questa volta in modo più evidente che in altre occasioni, quanto importante e strategica sia la conoscenza geologica del nostro territorio – spiega Graziano -.

Eppure, proprio all’indomani di questo terremoto, il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici propone una modifica sostanziale ad alcuni articoli del D.P.R. 380/2001 nella direzione opposta a quella della conoscenza e conseguentemente a quella della prevenzione. Una modifica che si esplicita con la scomparsa di quell’elaborato progettuale fondamentale, che è la relazione geologica, e con essa tutto quel bagaglio di conoscenze che consente di operare scelte compatibili con l’assetto del territorio”.

“Non siamo contrari alle semplificazioni – ribadisce il presidente del CNG – , tutt’altro, ma siamo contrari, questo sì, a qualunque deroga ai concetti di sicurezza e di benessere dei cittadini. Si può costruire un edificio “semplice” o “modesto” in un’area in frana o in un’area di possibile esondazione di un fiume o in un’area di possibile liquefazione dei terreni o in tanti altri scenari di rischio. Non per questo possiamo permettere che esso crolli e arrechi danni a persone e a cose. Non possiamo permettercelo Sig. Presidente, perché già troppe volte questo è accaduto”.

Graziano sottolinea la condizione di ostracismo subita dai geologi in Italia, “a discapito di una più ampia e multidisciplinare cultura tecnica e scientifica della quale si sente tanto il bisogno”.

“Non posso sottacere quello che ai più è sembrato un atto di pura arroganza, con il quale il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ed il Ministero delle Infrastrutture hanno aggirato due recenti sentenze del TAR Lazio, che avevano reso giustizia alle competenze ed alla cultura geologica, proponendo una modifica di legge, non attraverso un normale iter parlamentare, ma introducendo la stessa modifica, che non ha alcun requisito di urgenza, nel D.L. n. 85/12 “Misure urgenti per la crescita del paese”.

“Pensi ancora Sig. Presidente che ad oltre 18 mesi dall’insediamento dell’attuale Consiglio Nazionale dei Geologi, siamo ancora in attesa della nomina del nostro rappresentante nell’Assemblea Generale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Per non parlare poi degli evidenti sbarramenti che ci vengono posti sempre in quella sede nel previsto percorso di monitoraggio delle Norme Tecniche sulle Costruzioni – ha aggiunto – .

All’indomani della prossima alluvione, del prossimo terremoto o della prossima frana potremo finalmente dire che qualcosa sta cambiando e non essere costretti a puntare il dito verso quegli apparati dello Stato che dovrebbero avere a cuore (mi perdoni l’uso del condizionale) la sicurezza dei cittadini e l’interesse pubblico.

Sono certo che non mancherà la Sua attenzione. Per questo attendiamo con ansia un Suo cortese cenno di riscontro e soprattutto, qualora condividesse le nostre preoccupazioni, un evidente segnale di discontinuità rispetto ai metodi utilizzati, che non prevedono mai, purtroppo, neanche una minimale interlocuzione”.

Leggi la lettera di Gian Vito Graziano, presidente del CNG, a Mario Monti

 

Redazione Tecnica

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento