Consumo di suolo, la voce degli Architetti: manca coordinamento

Il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori ha espresso soddisfazione per l’iniziativa del Governo che mira a limitare il consumo del suolo agricolo. Gli architetti chiedono da tempo un intervento in questa direzione e ritengono che il provvedimento sia un primo passo nella direzione giusta. Leggi anche Ddl difesa del suolo, dall’Inu il bastone e la carota per il Governo.

Ma ecco la dichiarazione rilasciata sul sito www.awn.it: “Esprimiamo soddisfazione per l’iniziativa legislativa del Governo volta a limitare il consumo dei suoli agricoli che traccia la strada per un intervento di contenimento nell’uso dei suoli liberi, da tempo invocata dagli architetti italiani: altrettanto importante  è la norma secondo la quale i fondi degli oneri di costruzione devono essere destinati agli spazi pubblici e ai servizi e non alle spese generali e generiche dei Comuni che, in questo modo, non saranno più indotti a fare cassa autorizzando costruzioni isolate in un deserto di strade, servizi e negozi”.

Si tratta solo un primo passo, però. L’iniziativa ha alcuni limiti, secondo il CNAPPC. Il limite più evidente consiste nel fatto che l’iniziativa non riguarda i terreni non coltivati. Bisogna, inoltre, incentivare il riutilizzo dei terreni già urbanizzati.

Ecco le parole del CNAAPC: “Auspichiamo, però che – in sede di approvazione del DDL da parte  del Parlamento –  vengano superati alcuni limiti presenti nella iniziativa, come quello che riserva la proposta di contenimento del consumo di suolo ai soli terreni agricoli, dimenticando quelli non coltivati; occorre, poi, incentivare con maggior forza il riuso dei terreni già urbanizzati e delle costruzioni esistenti, penalizzando fiscalmente gli interventi in suoli liberi”.

Gli architetti italiani sollecitano il Governo a realizzare interventi legislativi più coordinati, finalizzati alla rigenerazione urbana e dei territori, perché iniziative positive come questa, se non sono collegate alle politiche di risparmio energetico, al Piano Città, alla messa in sicurezza del patrimonio edilizio e monumentale esistente, rischiano di essere inutili.

Conclude quindi il Consiglio Nazionale degli Architetti:  “L’invito è quello di elaborare e di realizzare un Programma Nazionale di Rigenerazione Urbana Sostenibile, come quello  proposto dagli architetti italiani che prevede una strategia di valorizzazione del territorio unitaria e complessa,  per poi verificare le integrazioni, le correzioni di leggi e di regolamenti alla luce degli obiettivi generali”.

Redazione Tecnica

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