Sismabonus e competenze professionali: correttivo o ricorso? Anche i Periti all’attacco

Come abbiamo visto pochi giorni fa, il decreto ministeriale sul Sismabonus firmato da Delrio permette (all’art. 3) solo a ingegneri e architetti iscritti ai relativi ordini le attività tecniche relative agli interventi destinati alla riduzione del rischio sismico. Per tutti gli altri professionisti del settore non ci sarà quindi la possibilità di usufruire di questo mercato, un mercato che, ricordiamo, potrebbe spostare investimenti privati per 1,6 miliardi l’anno. Mentre la Fondazione Inarcassa esprime la sua soddisfazione sulla scelta operata dal Dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti in materia di competenze professionali relative al Sismabonus, secondo il Consiglio Nazionale dei Geometri si tratta di un errore.

 Nessun errore, nessunissimo errore”, ci tiene a specificare Andrea Tomasi, Presidente di  Inarcassa, in relazione al commento di Savoncelli, Presidente del Cng. “Assolutamente corretta  – e dopo tanta confusione di competenze in quest’ultimo periodo, diciamo anche finalmentela previsione del provvedimento emanato da Delrio il 28 febbraio scorso”. “La normativa in materia è precisa e la giurisprudenza consolidata. così si ritorna in un alveo corretto che rispetti norme e leggi”, conclude Tomasi.

Le competenze progettuali dei professionisti tecnici

La materia del riparto delle competenze progettuali fra i professionisti tecnici è di estremo interesse pratico; individuare correttamente la figura professionale che può progettare un determinato intervento è, infatti, fondamentale per tutti i soggetti interessati:- per il professionista, onde evitare responsabilità e rischi nello svolgimento della propria prestazione;- per il cittadino, che deve avere cognizione di quale sia il professionista a cui rivolgersi per l’intervento che vuol realizzare; – per la pubblica amministrazione (in primis, il Comune attraverso l’ufficio tecnico) che deve valutare il progetto presentato e, conseguentemente, anche verificare che il progettista abbia le adeguate competenze secondo quanto previsto dalle norme in materia.Le difficoltà nell’individuare correttamente la ripartizione della progettazione sono legate a plurime motivazioni:• la vetustà di disposizioni normative palesemente risalenti e le inevitabili sovrapposizioni nell’interpretazione;• il miglioramento delle tecniche costruttive e dei materiali;• l’azione degli ordini professionali che, legittimamente, intervengono per difendere le proprie aree di competenza e, possibilmente, individuarne di nuove;• la mancanza di coraggio del Legislatore che, a distanza di quasi un secolo, non è ancora intervenuto con un disegno normativo organico che possa fare definitiva chiarezza e ridurre al minimo i margini di incertezza nella materia.In questa breve trattazione, senza alcune pretesa di esaustività, evidentemente non possibile in questa sede, cercheremo di fornire le linee guida per individuare correttamente le competenze progettuali dei singoli professionisti tecnici, alla luce delle norme in materia e dei chiarimenti forniti dalla giurisprudenza.Mario Petrulli, Avvocato (www.studiolegalepetrulli.it), collabora con siti giuridici (tra i quali www. ediliziaurbanistica.it) e società di consulenza; esperto in edilizia, urbanistica e diritto degli enti locali; è coautore, insieme ad Antonella Mafrica, di pubblicazioni per Maggioli Editore.

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Sismabonus, non solo Geometri vs Architetti – Ingegneri: la protesta dei Periti

Ora, però, la questione delle competenze necessarie per fare le diagnosi sismiche sembra allargarsi a macchia d’olio: anche i Periti industriali hanno scritto al Ministero delle Infrastrutture. Il testo è ora quindi a rischio, perché, se non modificato, potrebbe essere impugnato davanti al Tar.

Afferma il presidente del Consiglio nazionale dei periti industriali, Giampiero Giovannetti: “Ancora una volta il legislatore entra a gamba tesa sulle competenze di alcune categorie professionali creando professionisti di serie A e di serie B.” Secondo lui, il decreto ministeriale prende, in materia di competenze, una decisione “in maniera del tutto ingiustificata”, tanto che l’esclusione dei periti appare come “ il frutto di una svista e non certo il frutto di una scelta arbitraria”.

E continua : “Quando all’articolo 3 del provvedimento si va a limitare il panorama dei professionisti competenti per il rilascio degli attestati necessari per la concretizzazione degli effetti fiscali degli interventi finalizzati alla riduzione del rischio sismico, si dimentica che per molte di quelle attività possiedono piena competenza altre categorie di professionisti tra cui quella dei nostri iscritti. E ciò è previsto da leggi dello Stato”.

Il Ministero ha già dichiarato come allo studio ci sia un correttivo immediato del provvedimento: l’ipotesi è quella di aprire ad alcune categorie di professionisti (ad esempio periti e geometri, appunto) la possibilità di eseguire diagnosi semplificate.

Questa è solo l’ultima battaglia di una guerra tra professionisti tecnici che ha una lunga storia. La questione delle competenze professionali, infatti (come sappiamo bene), è oggetto di una serie di norme specifiche che la regolano, ma la cui ambiguità ha, nel tempo, dato luogo a infiniti problemi e, ovviamente, a una giurisprudenza molta fitta. Vediamo se,  in questo caso, si giungerà al ricorso o se un correttivo sarà sufficiente a calmare gli animi e a fare chiarezza.

Redazione Tecnica

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