Come istituire l’Ufficio BIM nella pubblica amministrazione? I passi da seguire

Come è possibile introdurre innovazioni importanti nelle politiche o nelle amministrazioni pubbliche? Strategia da adottare, attori da coinvolgere ed ostacoli da superare

Il decreto 312/2021 affronta uno degli elementi di maggiore importanza nell’attuazione degli obiettivi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR): la transizione digitale. Si riferisce ad una mutazione profonda del modello di lavoro e livello di sistema, tanto da influenzare i comportamenti mutui nel lungo periodo. La trasformazione digitale è il cambiamento delle modalità con le quali viene tradizionalmente concepito il processo edilizio da tutte le figure coinvolte. Avrà il compito di garantire trasparenza, ottimizzazione e qualità dei processi.

La transizione verso i processi digitalizzati per le stazioni appaltanti, con effetti rilevanti anche sul mercato privato, nel linguaggio comune viene identificata con l’acronimo BIM (building information modeling), dove la parte da protagonista la fa la “I” di informazione: stiamo infatti trattando l’argomento della modellazione delle informazioni, dati in cloud, sempre disponibili con noi su smartphone, tablet e consultabili con facilità come per le ricerche full text in Google.

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Vediamo di seguito come realizzare progetti innovativi, quale quello dell’implementazione del BIM negli uffici pubblici, così come descritto da Pietro Farinati, Cristian Barutta ed Andrea Versolato, autori del volume Progettare per il PNRR: come costituire l’Ufficio BIM nella P.A. , edito da Maggioli Editore, dal quale è estratto il presente articolo.

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Programmare e decidere progetti complessi di innovazione

Realizzare progetti innovativi quale quello dell’implementazione del BIM negli uffici pubblici è difficile perché sono interventi che modificano in modo significativo la situazione rispetto allo status quo, al contrario degli interventi incrementali, che non vi si discostano molto. Implicano una innovazione radicale, un cambio di paradigma.

Il punto allora è quello di come si decide o, più precisamente, come si riesce a decidere. Per capire che cosa si può fare occorre avere una immagine realistica di come si prendono le decisioni nei sistemi politico-amministrativi; occorre cioè un modello che non sia quello incrementale, bensì innovativo. La domanda diventa: come è possibile introdurre innovazioni importanti nelle politiche o nelle amministrazioni pubbliche? Come è possibile introdurre cambiamenti tali da modificare in misura significativa lo status quo, in particolare a livello micro, ad es. a livello delle città?

>> Cantiere e digitalizzazione: è possibile estrapolare un PSC BIM?

Una prima risposta deve considerare che:

  • in generale per introdurre cambiamenti significativi il promotore deve:
    • assicurarsi il consenso degli attori;
    • accettare compromessi (cercare soluzioni soddisfacenti anche se non ottimali, senza rinunciare al livello di innovazione perseguito);
  • quindi deve immaginare chi siano gli attori.

Gli elementi del processo:

  • le decisioni pubbliche sono prese da differenti attori che hanno bisogno delle risorse possedute dagli altri;
  • gli attori possono essere di diverso tipo: politici, burocrati, esperti, interessi economici o specifici (es. sindacati, ecc.), interessi sociali;
  • normalmente hanno diversi obiettivi e diversi modi di guardare il problema;
  • le principali risorse sono: a) politiche (consenso), b) economiche (denaro), c) legali (le norme che permettono di fare o impediscono di fare), d) risorse conoscitive (informazioni e know-how);
  • l’insieme degli attori coinvolti può essere più o meno omogeneo e le loro relazioni più o meno intense;
  • ogni processo decisionale ha un contenuto che può variare così come la concentrazione dei costi e dei benefici per i diversi attori: ciò determina l’intensità del conflitto;
  • le modalità attraverso le quali gli attori interagiscono possono essere differenti (cooperazione/negoziazione/conflitto);
  • il contesto decisionale può condizionare gli esiti.

Per generare un cambiamento significativo l’innovatore ha quindi bisogno di considerare tutti questi elementi e la sua strategia è il tentativo intenzionale di generare l’accordo tra gli attori attraverso la modifica di tali elementi (gli attori, il network, le risorse, il contenuto e le modalità di interazione).

Leggi anche: I ruoli BIM: la struttura e le mansioni delle figure tecniche

Strategia, attori da coinvolgere ed ostacoli

Per disegnare una strategia è necessario:

  1. avere un progetto da realizzare
  2. identificare gli attori
  3. comprendere la natura degli ostacoli.

Identificare gli attori:

  • chi sono gli attori del processo: quelli necessari (delle cui risorse si ha bisogno), quelli inevitabili (gli oppositori), quelli che è possibile mobilitare?
  • quali sono i loro obiettivi in questo processo?
  • quali sono i loro altri obiettivi?
  • che relazioni hanno tra di loro?

Comprendere gli ostacoli. Le principali difficoltà sembrano essere:

  • l’opposizione di alcuni attori chiave
  • lo scarso interesse di attori delle cui risorse ho bisogno
  • entrambe.

Scegliere il tipo di strategia. Vi sono quattro tipi di strategia:

  1. cambiare la distribuzione delle risorse
  2. ambiare il contenuto della decisione
  3. cambiare le modalità in cui si interagisce con gli attori
  4. cambiare il set di attori e le relazioni tra loro.

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Progettare per il PNRR: come costituire l’Ufficio BIM nella P.A.

Con l’avvento del PNRR è diventato ineludibile il processo di implementazione del BIM, o meglio, di digitalizzazione delle opere pubbliche, all’interno degli uffici delle pubbliche amministrazioni.Considerata l’importanza del tema e la scarsa documentazione nazionale, il presente testo si pone l’obiettivo di presentare alcuni casi studio di opere infrastrutturali in BIM con l’applicazione dell’Open BIM, per offrire un manuale snello e chiaro nell’esposizione, da consultare all’occorrenza per realizzare opere pubbliche “digitalizzate” con il Building Information Modeling.Tra i tanti temi trattati, di particolare importanza si segnala l’analisi e l’applicazione degli strumenti per implementare il processo BIM nella pubblica amministrazione e per istituire un “Ufficio per la digitalizzazione delle opere pubbliche” (sinteticamente “Ufficio BIM”) nella pianta organica dell’ente.Poiché i nuovi fondi messi a disposizione per la realizzazione di lavori pubblici prevedono criteri premianti non solo per l’impiego del metodo BIM ma anche per la valutazione della loro sostenibilità, il testo non manca di trattare il principio DNSH (“Do Not Significant Harm”) e l protocollo ENVISION per la progettazione e realizzazione di infrastrutture sostenibili.A compendio e completamento, nel manuale vengono illustrati alcuni casi studio di riferimento, che rappresentano dei modelli cui ispirarsi per lo sviluppo di opere pubbliche e infrastrutturali in linea con le strategie di digitalizzazione e di tutela ambientale in atto.Pietro FarinatiArchitetto e Ingegnere. Da oltre 25 anni segue la progettazione e realizzazione di opere pubbliche (130 oo.pp. realizzate). Attualmente è Project Manager e BIM Manager nella P.A. per il PNRR. In UNI si occupa della normazione del BIM in Italia. Fa parte della giuria Internazionale di “bSMART International awards”.Andrea VersolatoAvvocato, ha maturato vasta esperienza sui profili giuridici e contrattuali inerenti l’utilizzo del BIM, svolgendo attività di consulenza legale per diversi progetti. Dal 2015 è tra i docenti del Master di II Livello “BIM MANAGER” del Politecnico di Milano.Cristian BaruttaAvvocato, ha maturato pluriennale esperienza nel campo giudiziale in diritto amministrativo e civile, sia nel campo della consulenza legale per società private e organismi di diritto pubblico.

Pietro Farinati – Cristian Barutta – Andrea Versolato | 2023 Maggioli Editore

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Foto:iStock.com/sabthai

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