Come intervenire sulle fondazioni esistenti? Le tecniche per bloccare i cedimenti

Breve guida su alcune delle tecniche maggiormente utilizzate quando si interviene su una fondazione esistente

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Spesso sui fabbricati esistenti si ha la necessità di intervenire sulle fondazioni per vari motivi, ad esempio per porre rimedio alla presenza di un cedimento localizzato in una certa zona della struttura, oppure perché si vuole sopraelevare la costruzione o per riparare i danni di un cedimento differenziale.

I casi ed i motivi possono essere diversi, pertanto in questo articolo estratto dal volume Fondazioni: Dimensionamento, Progettazione, Verifiche  di Santino Ferretti, edito da Maggioli Editore, ci limiteremo, in modo molto sommario, a indicare alcune tecniche che maggiormente vengono utilizzate quando si interviene su una fondazione esistente.

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Un caso molto frequente si incontra nei fabbricati antichi, quasi sempre realizzati in muratura, dove spesso la necessità di fare enormi economie ha portato ad avere elementi in fondazione non adeguatamente dimensionati, pertanto si incontrano sovente cedimenti differenziali o localizzati che generano uno stato fessurativo.

Vediamo come è necessario procedere in tali casi.

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Uso delle sottofondazioni

Come accennato prima, nel caso dei fabbricati antichi è necessario aumentare la sezione della fondazione a contatto con il terreno in modo da ridurre le pressioni su di esso e bisogna inoltre irrigidire la fondazione stessa. Una tecnica consiste nel realizzare delle sottofondazioni, come mostra la figura 1 per un edificio in muratura portante.

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Fig.1_Sottofondazione – Fondazioni: Dimensionamento, Progettazione, Verifiche ©Maggioli Editore

In sostanza nella fondazione esistente si realizzano dei cordoli di calcestruzzo passanti e distanziati di un certo passo, armati con dei ferri che escono lateralmente al muro. Successivamente tutti i cordoli vengono collegati mediante due travi, una interna e una esterna al muro, in modo da avere una trave di fondazione di maggiore larghezza e rigidezza. Per motivi di spazio e di accessibilità, a volte la trave longitudinale di collegamento può essere fatta da una sola parte del paramento.

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Fig.2_Varianti al caso della figura precedente – Fondazioni: Dimensionamento, Progettazione, Verifiche ©Maggioli Editore

La figura 2 mostra due varianti al caso esaminato. Nel caso di sinistra, al fine di irrigidire la fondazione, le travi longitudinali si realizzano di opportuna altezza, nel caso di destra invece si ha il caso di trave realizzata da una sola parte.

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Uso di micropali

In figura 3 si ha un caso in cui si fa utilizzo di micropali che passano attraverso la fondazione del muro esistente con una certa inclinazione e poi in sommità vengono ricollegati mediante delle travi longitudinali. Anche in questo caso si può agire da entrambi i lati del muro o solo da una parte. Questa tipologia di intervento si utilizza quando il terreno di buone caratteristiche si trova negli strati più profondi.

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Fig.3_Utilizzo di micropali – Fondazioni: Dimensionamento, Progettazione, Verifiche ©Maggioli Editore

Una variante al caso di figura 3 viene mostrato in figura 4, sempre con utilizzo di micropali.

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Fig.4_Micropali con cordoli passanti – Fondazioni: Dimensionamento, Progettazione, Verifiche ©Maggioli Editore

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Soluzioni per plinti

Abbiamo detto, nel parlare di plinti, che questi vanno sempre ricollegati e spesso, i fabbricati realizzati in passato hanno tali elementi liberi, pertanto è buona norma creare dei collegamenti, cosa che può farsi seguendo lo schema di figura 5.

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Fig.5_Collegamenti tra plinti – Fondazioni: Dimensionamento, Progettazione, Verifiche ©Maggioli Editore

Mentre la figura 6 indica delle soluzioni quando i plinti risultano sottodimensionati e quindi generano dei cedimenti elevati.

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Fig.6_Soluzioni per plinti  – Fondazioni: Dimensionamento, Progettazione, Verifiche ©Maggioli Editore

Talora si possono costruire delle nuove fondazioni; per i fabbricati, ad esempio per realizzare un isolamento sismico alla base, tuttavia, nella maggior parte dei casi si rende necessario bloccare i cedimenti o aumentare la superficie della fondazione ad esempio in caso di sopraelevazione o incremento dei carichi.

Le tecniche mostrate sono solo un esempio di come si può intervenire; ne esistono diverse di possibilità, così come si incontrano diverse situazioni nelle quali si rende necessario mettere mano alla fondazione.

Esistono testi specializzati sulle tecniche di intervento e di recupero ; qui si è solo voluto introdurre l’argomento poiché quando si agisce su una costruzione, la prima cosa da verificare è proprio la sua fondazione e qualora mostri dei segnali di sofferenza, prima di tutto bisogna pensare ad intervenire su di essa.

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Redazione Tecnica

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