Cessioni crediti e antifrodi: chi non ha controllato dovrà restituire i soldi allo Stato

Un richiamo forte, subito raccolto dall’Abi, l’associazione bancaria, che ha invitato le banche alla massima attenzione. Nessuno commento da Poste spa

Lisa De Simone 28/06/22

Nulla da temere per chi ha fatto tutto in regola. Brutte notizie non solo per i furbetti del Superbonus, e degli altri bonus sulla casa, ma anche per banche e Poste che non hanno fatto le verifiche necessarie quando compravano i crediti. Se effettivamente non hanno controllato quello che dovevano ora saranno chiamate anche loro a restituire i soldi allo Stato.

A metterlo nero su bianco una circolare dell’Agenzia delle entrate, la n. 23 del 23 giugno, che ricorda le regole già dettate per i controlli nel novembre 2021 in occasione dalla stretta antifrode che inizialmente aveva ridotto il numero delle cessioni, e ribadisce una volta di più che la mancanza di diligenza da parte di chi acquista il credito comporta una responsabilità a tutti gli effetti.

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Un richiamo forte, subito raccolto dall’Abi, l’associazione bancaria, che ha invitato le banche alla massima attenzione. Nessuno commento da Poste spa.

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Le verifiche antiriciclaggio

L’Agenzia delle entrate il 29 novembre 2021, in occasione del primo decreto antifrode aveva già chiarito che, alla luce delle nuove norme, tutti gli intermediari finanziari, peraltro soggetti agli obblighi della legge atiriciclaggio, avrebbero dovuto evitare di acquisire i crediti in presenza di operazioni sospette da questo punto di vista, soprattutto in riferimento alle parti interessate.

In questo caso, scriveva già allora l’Agenzia, e laddove ricorrano i presupposti per la segnalazione di queste operazioni, e ciononostante i soggetti procedano all’acquisto del credito, ”tale condotta è valutata anche ai fini del concorso nelle violazioni relative all’utilizzo dei crediti in argomento”.

Non a caso per questo proprio alla luce del primo decreto antifrode sono stati rafforzati i controlli alla fonte e sono aumentati i documenti richiesti dagli istituti per poter effettuare la cessione del credito. Evidentemente, però, il primo intervento non è bastato a evitare le frodi tanto che le Entrate hanno deciso di tornarci su ricordando agli istituti le proprie responsabilità.

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I necessari controlli su committenti e lavori

Nella nuova circolare l’Agenzia indica nel dettaglio tutti i segnali che dovrebbero far scattare l’allarme, oltre a quelli legati all’antiriciclaggio, sul fatto che una determinata operazione di cessione del  credito potrebbe nascondere una vera e propria frode.

Si tratta di:

  • assenza di documentazione o palese contraddittorietà rispetto al riscontro documentale prodotto;
  • incoerenza reddituale e patrimoniale tra il valore e l’oggetto dei lavori dichiarati come eseguiti e il profilo dei committenti beneficiari delle agevolazioni;
  • sproporzione tra l’ammontare dei crediti ceduti ed il valore dell’unità immobiliare;
  • incoerenza tra il valore del credito ceduto e il profilo finanziario e patrimoniale del soggetto cedente
  • il credito qualora non primo beneficiario della detrazione;
  • anomalie nelle condizioni economiche applicate in sede di cessione dei crediti;
  • mancata effettuazione dei lavori.

Chiaro dunque che non è prevedibile nessuna semplificazione sul fronte della cessione del credito, nonostante le richieste.

Da parte sua peraltro alla luce della circolare delle Entrate l’Associazione bancaria ha subito invitato gli istituti alla massima diligenza “per evitare di essere considerati responsabili in solido degli illeciti ai danni del fisco”.

Consigliamo

Il pacchetto operativo scaricabile Le regole per le asseverazioni con il decreto costi massimi (Prezzario MiTE) di Antonella Donati, che raccoglie una selezione di documenti e di indicazioni utili da applicare al proprio caso.

Nella raccolta, il professionista troverà:

  • un documento esplicativo dedicato alle regole del decreto dei costi massimi, comprensivo di tabella di confronto dell’allegato A del decreto Requisiti Ecobonus (testo previgente e testo in vigore dal 15 aprile 2022);
  • l’allegato A con i costi massimi specifici;
  • la raccolta normativa di riferimento;
  • il glossario delle opere edilizie che rientrano nell’edilizia libera;
  • le FAQ ENEA;
  • la modellistica in formato editabile .docx per le asseverazioni delle congruità delle spese per i lavori rientranti nell’ecobonus.

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Foto:iStock.com/echoevg

Lisa De Simone

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