È possibile utilizzare quale parcheggio un’area avente destinazione agricola?
La risposta è positiva, come ribadito recentemente dalla sentenza 926/2011 del T.A.R. Sardegna, nella quale è stato affermato che “non sussiste una pregiudiziale incompatibilità tra la destinazione agricola di un’area e la sua utilizzazione a parcheggio: la giurisprudenza amministrativa, infatti, ha avuto occasione di chiarire che la destinazione a zona agricola di un’area, salva la previsione di particolari vincoli ambientali o paesistici, non impone un obbligo specifico di utilizzazione effettiva in tal senso, avendo solo lo scopo di evitare insediamenti residenziali; essa, pertanto, non costituisce ostacolo alla installazione di opere che non riguardino l’edilizia residenziale e che, per contro, si rivelino per ovvi motivi incompatibili con zone abitate e quindi necessariamente da realizzare in aperta campagna”.
Anche la Corte di Cassazione è pacifica nel ritenere che non è precluso al proprietario di un terreno agricolo la “possibilità di sfruttamento ulteriore e diverso da quello agricolo, ed in particolare avendo riguardo ad utilizzazioni intermedie rispetto all’uso agricolo e quello edificatorio quali, ad esempio, il parcheggio, la caccia, lo sport e l’agriturismo”
Ricordiamo, infine, l’orientamento consolidato secondo cui la destinazione a zona agricola può essere utilizzata per il raggiungimento di scopi diversi rispetto alla “classica” esigenza di promuovere l’insediamento di specifiche attività agricole, silvo-pastorali, zootecniche o connesse con l’agricoltura, quali ad esempio:
– salvaguardia del paesaggio, dell’ambiente e del valore storico di una determinata zona;
– tutela di precisi equilibri dell’assetto territoriale comunale;
– orientamento degli insediamenti urbani e produttivi in determinate direzioni, sottraendo al contempo una parte del territorio comunale a nuove edificazioni;
– conservazione dei valori naturalistici e di contenimento del fenomeno di espansione edilizia, di per sé idoneo, quest’ultimo, a compromettere i valori paesaggistici della zona;
– salvaguardia di residue caratteristiche paesaggistiche ancora presenti;
– perseguimento di una migliore vivibilità della popolazione;
– contenimento degli ulteriori consumi del suolo;
– contenimento del fenomeno di espansione dell’aggregato urbano;
– impedimento di eccessivi addensamenti edilizi.
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