Mancano meno di tre mesi all’inizio dell’edizione numero otto del RemTech 2014, il salone sulle bonifiche siti contaminati e sulla riqualificazione del territorio, che si terrà dal 17 al 19 settembre presso i padiglioni della Fiera di Ferrara.
Tra i temi di punta della manifestazione spicca quello dell’apertura ai mercati esteri e all’internazionalizzazione delle imprese. Ma cosa significa in concreto? Abbiamo voluto approfondire l’argomento intervistando la responsabile del progetto di internazionalizzazione di RemTech Expo 2014, Patrizia Bianconi.
Mauro Ferrarini. Internazionalizzazione sembra la parola d’ordine del RemTech quest’anno. Ci può spiegare esattamente quali sono gli obiettivi che vi proponete con questa strategia?
Patrizia Bianconi. RemTech Expo, giunto ormai alla sua ottava edizione del 2014, ha ottenuto in questi anni un successo notevole in termini di espositori e di visitatori e si è affermato come il più importante evento nazionale dedicato al settore delle bonifiche e dei siti inquinati.
I principali interlocutori di RemTech sono aziende operanti nella filiera della bonifica dei suoli e della acque inquinate, le pubbliche amministrazioni, le associazioni, i professionisti nonché le università, che vedono in questo appuntamento annuale non solo la possibilità di esporre e/o acquisire informazioni sulle più innovative tecnologie di settore, ma anche di partecipare a eventi speciali e internazionali, coordinati da un autorevole Comitato Scientifico.
È in questo ambito che RemTech, che ha da sempre ospitato delegazioni istituzionali e di imprese provenienti dai paesi BRICTS, con i quali la Regione Emilia-Romagna ha avviato stabili relazioni istituzionali per scambi commerciali e progetti, ha deciso di misurarsi proponendo specifiche azioni di formazione e opportunità di scambio tra le imprese espositrici e potenziali buyer cinesi, russi, sud africani e brasiliani. Sono questi, infatti, i paesi ai quali RemTech intende proporre la RemTech International School, con l’obiettivo di promuovere tecniche e tecnologie di bonifica delle imprese italiane. RemTech è un centro di eccellenza per le imprese della filiera delle bonifiche non solo per il mercato italiano ma anche straniero e si rivolge a specifici territori dove, a causa dell’elevato livello di inquinamento dei suoli e delle acque sotterranee, la problematica della bonifica è particolarmente impellente.
Mauro Ferrarini. Cosa vi ha condotto a spingere sull’acceleratore dell’estero? Il mercato nazionale è così asfittico per le imprese del settore?
Patrizia Bianconi. In Italia la tematica delle bonifiche è assai complessa e vive di periodi alterni. Il mercato italiano non è assolutamente asfittico e infatti molti sono gli interventi di bonifica che vengono attuati sul nostro territorio.
Riteniamo, però, che in particolare paesi come la Russia e la Cina, in specifiche aree geografiche, pur essendo mercati difficili, abbiano enormi potenzialità, derivanti proprio dalla presenza massiccia di realtà industriali, quali ad esempio cementifici, concerie, industria ceramica, impianti chimici e petrolchimici, industria meccanica ed elettronica, che hanno inciso pesantemente nel progressivo inquinamento del suolo e delle acque, superficiali e sotterranee, in special modo attraverso la dispersione di metalli e idrocarburi nelle diverse matrici ambientali.
Mauro Ferrarini. Le imprese italiane sono in grado, secondo lei, di competere con le medesime realtà estere?
Patrizia Bianconi. Le nostre imprese, soprattutto se inserite in una filiera e supportate nell’introduzione in questi mercati, hanno sicuramente le carte in regola per affrontare queste realtà così complesse, grazie all’elevatissimo livello di specializzazione e competenza che esprimono.
Mauro Ferrarini. Le bonifiche dei siti contaminati sono legate strettamente alla tutela del territorio e alla salvaguardia della salute pubblica. Ritiene che il rapporto tra settore pubblico e privato in questo ambito sia ottimale?
Patrizia Bianconi. L’Italia non ha un Piano Nazionale delle Bonifiche e vi sono ancora delle Regioni che non possiedono un’anagrafe ufficiale dei siti contaminati.
Dall’altra parte, i Siti di Interesse Nazionale, di pertinenza del Ministero dell’ambiente, sono passati di recente da 57 a 38. Tale decisione dimostra la concreta volontà dell’amministrazione centrale di agevolare e velocizzare alcune procedure di bonifica, da tempo molto rallentate, che diventano cosi di competenza regionale. Sono, inoltre, note numerose iniziative e sinergie pubblico-privato e tavoli di confronto che hanno portato, tra l’altro, alla definizione di alcune linee guida di settore. RemTech è da quasi un decennio un tavolo autorevole, riconosciuto a livello nazionale, che vede pubblico e privato dibattere, talvolta energicamente, con l’obiettivo di costruire un percorso condiviso, mettendo in risalto criticità, problematiche, possibili soluzioni e reciproci vantaggi.
Mauro Ferrarini. Tra le iniziative che quest’anno RemTech ha lanciato vi è la RemTech International School. Può fornire qualche dettaglio su di essa? Chi vi può partecipare e come deve fare per avanzare la propria candidatura?
Patrizia Bianconi. Quest’anno partirà come prima edizione la Italy-Russia RemTech School, organizzata in collaborazione con UNIDO (United Nations Industrial Development Organization) e rivolta a operatori russi del settore, sia pubblici che privati. La Italy-Russia RemTech School sarà focalizzata sulla tematica della bonifica dei suoli da inquinamento di idrocarburi e metalli pesanti, e si svolgerà in parte in Russia e in parte durante RemTech, il prossimo settembre.
Alla Italy-Russia RemTech School, che è coordinata in collaborazione con la Sapienza Università di Roma, parteciperanno in veste di docenti anche alcune tra le più importanti aziende espositrici di RemTech 2014, che avranno l’opportunità di esporre le proprie tecniche e tecnologie di bonifica.
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