Commissione BIM: alla fine, i Professionisti Tecnici saranno rappresentati

AGGIORNAMENTO DEL 19 SETTEMBRE 2016. Graziano Delrio ha decretato l’integrazione della Commissione che si occuperà degli adempimenti previsti dal Nuovo Codice Appalti sui processi innovativi (BIM): alla fine, un rappresentante della Rete delle Professioni Tecniche sarà inserito veramente. La Commissione è coordinata dal Provveditore Ing. Pietro Baratono.

Gli ingegneri saranno rappresentati all’interno della Commissione ministeriale che si occuperà delle questioni legate agli adempimenti previsti dal nuovo Codice Appalti in tema di processi innovativi (BIM).

Dopo la nota inviata da Armando Zambrano a Graziano del Rio (vedi sotto), il coordinatore Pietro Baratono ha inserito nella Commissione lo stesso Zambrano in rappresentanza degli Ingegneri.

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Con una nota inviata al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Del Rio, il Presidente del Consiglio Nazionale Ingegneri (CNI) Armando Zambrano lamenta l’assenza di una rappresentanza di professionisti tecnici all’interno della commissione ministeriale che si occuperà delle questioni legate agli adempimenti previsti dal nuovo Codice Appalti in tema di processi innovativi (BIM).

Questa commissione ministeriale, coordinata dal Provveditore Ing. Pietro Baratono, a quanto pare è composta da rappresentanti di alcune Università italiane e non vede alcuna rappresentanza delle professioni tecniche.

Si legge nella nota di Zambrano: “Ancora una volta commissioni importanti per il futuro delle attività dei professionisti vengono istituite senza che questi possano dare un contributo di merito. Essere ascoltati non equivale a scrivere le regole. Il perché di questa scelta è incomprensibile, dal momento che esiste la possibilità, attraverso un unico soggetto – la Rete delle Professioni Tecniche – di coinvolgere tutti i consigli nazionali interessati senza dover aumentare in modo non utile il numero dei soggetti coinvolti”.

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E prosegue: “I processi innovativi come il BIM per i professionisti sono una occasione per ristrutturare i propri studi, per sperimentare nuovi modelli organizzativi, per favorire le aggregazioni, superare le competenze, fare, in concreto, multi ed inter disciplinarietà. Perché non si è voluto cogliere questo aspetto? Perché, ancora una volta, non si è voluto avere una visione strategica, cogliendo l’obbligo del codice come momento di confronto con i soggetti, tra cui i professionisti, che hanno già una esperienza reale costruita sulle proprie spalle e con le proprie risorse?”

“Non abbiamo risposte a questi perché. Abbiamo solo la conferma di un paese che, alla vigilia di importanti riforme istituzionali, potenzialmente capaci di proiettarlo in una nuova e diversa dimensione, procede secondo i soliti metodi ed i soliti schemi, offrendo un quadro di situazioni che sanno solo riprodursi senza mai cambiare, vanificando così gli sforzi che alcuni, nello specifico i professionisti, stanno concretamente facendo per eliminare quanto di sbagliato e di superato esiste nelle proprie organizzazioni, nelle proprie strategie, nelle proprie rappresentanze”.

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Conclude Zambrano: “Se e quando la commissione ci chiamerà parteciperemo e daremo il nostro contributo ma non potremo evitare di veicolare a tutti gli iscritti negli ordini e collegi delle professioni tecniche il dispiacere e l’amarezza per questa ennesima dimostrazione di distanza della politica dal mondo delle professioni”.

Redazione Tecnica

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