Emilio Faroldi, architetto, professore e, dal gennaio 2017, Prorettore Delegato del Politecnico di Milano, ci parla della sua recente pubblicazione L’architettura dello sport. Progettazione costruzione gestione delle infrastrutture sportive , che mette insieme alcuni dei principali contributi provenienti da ricercatori, studiosi e cultori della materia che credono nel valore dello sport e delle infrastrutture che lo ospitano. Il volume costituisce inoltre l’esito di parte delle lezioni, seminari e workshop che, da oltre un decennio, sono tenuti all’interno dell’insegnamento in Progettazione Costruzione Gestione delle Infrastrutture Sportive, collocato all’ultimo anno della Laurea Magistrale in Architettura del Politecnico di Milano.
La storia delle civiltà e dei luoghi trasmette l’importanza del ruolo che la cultura dello sport e la gestione colta del tempo libero rivestono nella definizione dell’identità dei popoli e delle comunità. Eleggere tali ambiti a beni culturali da condividere e valorizzare, analizzando le dinamiche di trasformazione della città e del territorio ad essi connessi, rappresenta azione consapevole, necessaria ed eticamente corretta.
Non è trascorsa epoca in cui intere comunità non abbiano utilizzato l’attività sportiva, e più in generale quella ludico-ricreativa, al fine di veicolare manifestazioni di natura iconica, materiali o immateriali, rappresentative della propria identità. Il rapporto tra tali attività e la definizione degli spazi a esse dedicati all’interno dei contesti antropizzati costituisce il barometro dell’espressione culturale e dell’anima di una collettività.
La dinamica evolutiva della città contemporanea suggerisce, congiuntamente ai valori della solidarietà, cultura, conoscenza e innovazione, anche principi connessi alla convivenza di elementi molteplici e qualitativi: l’accoglienza, la multi-direzionalità di obiettivi, la ricchezza della diversità, l’interdipendenza, l’interpretazione del contesto quali fondamenta del sapere contemporaneo.
Il contesto dell’architettura europea esibisce sempre più operazioni trasformative e di insediamento delle strutture multi e poli funzionali sportive, aventi un ruolo determinante e strategico nella configurazione dei tessuti urbani e del paesaggio.
L’attivazione di un dibattito teorico, di base e permanente, rappresenta l’atto fondamentale e strategico per la credibilità e professionalità di un settore che comunica con forza l’esigenza di riammodernare e riqualificare i quadri tecnici, dirigenziali e manageriali tramite un rinnovato approccio culturale.
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L’infrastruttura sportiva costituisce, altresì, un’importante occasione di sperimentazione architettonica, progettuale e tecnologica: radiografarne l’anima e valorizzarne le potenzialità rappresenta il principale obiettivo del presente lavoro, consci dell’importanza che la cultura dello sport e la gestione colta del tempo libero hanno rivestito nella definizione dell’identità dei popoli.
Il lavoro intende costituire un piccolo ma significativo tassello conoscitivo inserito in tale contesto culturale: gli studenti, i neo architetti, gli ingegneri, i designer di oggi costituiranno i progettisti del domani, attraverso la costituzione di una rete di figure professionali tra loro interattive e complementari, capaci di rispondere alle sfide che lo scenario attuale e futuro propone.
Il mondo delle infrastrutture, intese in senso ampio, e quelle sportive nello specifico, reclama la formulazione di regole e modelli progettuali, costruttivi e gestionali, atti a divenire elementi propulsivi di forme credibili di investimento sia culturale sia economico.
Il volume intende promuovere un’azione di sensibilizzazione e promozione volta alla valorizzazione progettuale dell’infrastrutturazione sportiva, in qualità di bene collettivo promotore identitario di senso civico, attraverso l’analisi dei fattori fisici, immateriali e delle figure atte alla gestione della loro ideazione, costruzione e gestione. Nella sfera dell’architettura contemporanea, la progettazione di opere destinate alla pratica sportiva, offre un’opportunità straordinaria di adattamento e rivalutazione strategica dell’ambiente e dei suoi luoghi paradigmatici.
Articolo originariamente pubblicato su Architetti.com
Immagine: Estádio Municipal de Braga, schizzo di Eduardo Souto de Moura (Porto 22 febbraio 2019)
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