Ricostruzione pubblica e privata: ecco cosa prevede la legge quadro post-calamità

La nuova Legge Quadro per la ricostruzione post-calamità introduce lo stato di ricostruzione di rilievo nazionale, inoltre disciplina le procedure per attingere le risorse ai fondi per la ricostruzione pubblica e privata. Ecco alcune delle novità previste

Simona Conte 19/03/25
Allegati

Il 12 marzo 2025, il Senato ha approvato la nuova Legge Quadro per la Ricostruzione Post-Calamità (la bozza del testo è scaricabile a fine articolo), un provvedimento che mira a garantire una gestione più efficace e coordinata degli interventi di ricostruzione una volta cessata la fase emergenziale.

L’Italia è un paese esposto a rischi naturali, dai terremoti alle alluvioni, fino agli incendi boschivi. La gestione della fase post-emergenziale e la successiva ricostruzione hanno sempre rappresentato una sfida complessa, spesso caratterizzata da iter burocratici lunghi e frammentati.

La normativa introduce lo stato di ricostruzione di rilievo nazionale, che subentra alla fase emergenziale e permette di coordinare in maniera strutturata tutte le attività necessarie per il ripristino del territorio. Lo stato di ricostruzione decorre dalla scadenza dello stato di emergenza di rilievo nazionale, non può eccedere la durata di cinque anni, prorogabili fino a dieci anni e può essere revocato prima della sua scadenza.

Analizziamo di seguito alcune delle novità in materia di ricostruzione pubblica e privata previste nel provvedimento normativo.

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Da non perdere

FORMATO CARTACEO

L’influenza del rischio idrogeologico nella valutazione di infrastrutture e strutture esistenti

Viste le problematiche relative al dissesto idrogeologico a cui sono soggette le infrastrutture su tutto il territorio nazionale, il libro vuole illustrare, in modo chiaro e con esempi concreti, le tecniche di analisi relative alla sicurezza di ponti e viadotti soggetti a rischio fondazionale, idraulico, da frana e idrogeologico. Dalle analisi numeriche, riportate nel libro, si evince come, ad esempio, le frane o i fenomeni di erosione localizzata, per fondazioni in alveo, sono molto pericolosi per la stabilità globale del ponte in quanto incidono su strutture esistenti spesso dotate di scarsa robustezza. Gli interventi di mitigazione del rischio su infrastrutture esistenti, o nel caso di nuove realizzazioni, come ad esempio i tiranti applicati in testa ai cordoli di paratie, oppure il sistema di micropali in fondazione, risultano molto efficaci a contrastare, rispettivamente, le spinte del terreno e la perdita di porzioni di terreno al di sotto delle fondazioni. Il libro, pertanto, è di sicuro interesse per i tecnici del settore, in particolare per gli ingegneri strutturisti e geotecnici. FRANCESCO OLIVETOStrutturista, Geotecnico, specializzato nelle verifiche sismiche di edifici esistenti soggetti a danno inglobato. Collaboratore esterno con il Gruppo Sismica srl per la formazione continua e lo sviluppo di metodologie di calcolo di strutture in muratura e in c.a. in condizioni di danno pregresso e attuale ai fini della stima della capacità residua. Consulente Scientifico della Stacec Srl sulle tematiche relative al degrado di strutture ed infrastrutture.MATTEO FELITTIStrutturista, Ispettore Ponti e Titolare dello studio tecnico ENGINEERING & CONCRETE CONSULTING, si occupa principalmente di calcolo strutturale, dissesti statici nelle costruzioni esistenti, degrado dei materiali e di tecnologia del calcestruzzo presso importanti aziende del settore. Cultore di Scienza delle Costruzioni ICAR/08 e Docente di “Calcolo Automatico delle Strutture” presso la Facoltà di Architettura – Università degli Studi di Napoli, Federico II. Consulente Scientifico della Stacec Srl sulle tematiche relative al degrado di strutture ed infrastrutture.DANILO PELLEStrutturista, socio della società di Ingegneria Cooprogetti Soc. Coop., si occupa principalmente di progettazione infrastrutturale, geotecnica, progettazione BIM e ispezione di ponti. BIM Coordinator certificato Accredia, Ispettore di Ponti di 2° Livello certificato Accredia.”

 

Francesco Oliveto, Matteo Felitti, Danilo Pelle | Maggioli Editore 2025

Indice

Il ruolo del Commissario e della Cabina di coordinamento

Uno degli elementi cardine della nuova normativa è la definizione chiara delle competenze e dei soggetti responsabili della ricostruzione.

Per la gestione del processo di ricostruzione è prevista la nomina di un Commissario Straordinario da parte del Governo d’intesa con le Regioni interessate. Questa figura ha il compito di pianificare e coordinare gli interventi, garantendo una gestione unitaria delle risorse.

Inoltre, viene istituita la Cabina di coordinamento per la ricostruzione, un organo composto dal Commissario straordinario alla ricostruzione, che la presiede, dal capo del Dipartimento Casa Italia, dal capo del Dipartimento della protezione civile, dai Presidenti delle regioni e delle province autonome interessate, dal sindaco metropo­litano, ove esistente, da un rappresentante delle province interessate, designato dall’U­nione delle province d’Italia e da un rap­presentante dei comuni per ciascuna delle regioni interessate dagli eventi, designato dall’Associazione nazionale dei comuni ita­liani. La Cabina di coordinamento supporta il Commissario straordinario nel monitoraggio dei processi di ricostruzione, nella definizione del piano pluriennale di interventi, nella redazione e integrazione dei piani speciali di ricostruzione pubblica.

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Ricostruzione pubblica e piani speciali

La legge disciplina in maniera dettagliata la ricostruzione di immobili pubblici e privati danneggiati da calamità.

Per gli edifici pubblici, come scuole, ospedali e infrastrutture strategiche, sono previsti: piano speciale delle opere pubbliche, per urbanizzazioni danneggiate; il piano speciale dei beni culturali, per il recupero del patrimonio storico; il piano speciale per il dissesto idrogeologico, con priorità alle aree a rischio; il piano speciale delle infrastrutture ambientali, per il ripristino di impianti di depurazione e fognature e il piano speciale per le infrastrutture statali, con meccanismi di finanziamento e rendicontazione.

Ricostruzione privata contribuiti e procedure

Per gli edifici privati, la legge prevede contributi per il danneggiamento o distruzione di beni mobili, inclusi quelli registrati e strumentali per servizi di assistenza. L’assegnazione avviene secondo criteri definiti, con un limite massimo per famiglia anagrafica, basato sullo stato di famiglia al momento dell’evento calamitoso e sulle risorse stanziate per la ricostruzione privata.

Per richiedere i contributi è necessario presentare istanza di concessione. Questa è presentata dai soggetti legittimati al comune territorialmente competente unitamente alla richiesta del titolo abilitativo necessario in relazione alla tipologia dell’intervento progettato.

Nella norma viene specificato che i contributi e i benefìci previsti per la ricostruzione privata sono concessi a condizione che gli immobili danneggiati o distrutti dal­l’evento calamitoso siano muniti di titolo abilitativo e realizzati in con­formità a esso ovvero siano muniti di titolo in sanatoria conseguito entro la data di presentazione della relativa istanza.

Obbligatorio è l’inserimento della clausola di tracciabilità finanziaria nei contratti per interventi di ricostru­zione, riparazione o ripristino stipulati tra privati, aventi ad oggetto interventi regolati dalla legge in oggetto.

Consigliamo la lettura del volume

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Governo del territorio e strumenti di piano

PER GOVERNARE IL TERRITORIO L’URBANISTICA IMPIEGA UN LINGUAGGIO VIVO, IN CONTINUA EVOLUZIONE, integrando saperi dell’architettura, delle scienze giuridiche, economiche, agronomiche, sociali, storiche, ambientali, geografiche e amministrative. Quando un urbanista si esprime dicendo che: “…il PSC, il POC e i PAC rispondono alla 5, valorizzando la concertazione in attuazione del principio di sussidiarietà” e un collega gli risponde riferendosi alle “NA del PDR del PGT per l’ADR nell’ambito del TUC”, impiegano un corpus linguistico che si declina in sigle, locuzioni e numeri di legge e che non lascia spazio all’interpretazione discrezionale. Una terminologia a tre dimensioni che conforma i luoghi e la vita delle comunità, innescando processi sul territorio che si sviluppano nel tempo. Per orientarsi in questo labirinto lessicale, il volume affronta gli aspetti concettuali, teorici e applicativi della pianificazione urbanistica ordinaria alla luce delle più recenti innovazioni legislative e procedurali e offre una raccolta ragionata degli aspetti tecnici, gestionali, normativi e istruttori della pratica di governo del territorio, alle diverse scale del piano. Trasponendo la vastità della materia pianificatoria in un testo d’immediata consultazione, con oltre 650 voci, 165 disposti normativi e indici analitici che permettono di individuare facilmente gli elementi d’interesse, l’opera rappresenta uno strumento fondamentale per accompagnare urbanisti, progettisti, giuristi, amministratori, docenti e studenti nella pratica quotidiana.Stella Agostini architetto e dottore di ricerca in Ingegneria Agraria, è professore associato di Tecnica e Pianificazione Urbanistica all’Università degli Studi di Milano, dove insegna presso la Facoltà di Scienze e Tecnologie. Consulente di numerosi enti, lavora su metodi e strumenti per la pianificazione sostenibile dei territori alle diverse scale, con specifica attenzione agli aspetti agroecologici ambientali e alla valorizzazione del patrimonio rurale. Con Maggioli ha pubblicato: Ambiente Territorio Città. Quando le risorse diventano emergenze (2022), Urbanistica periagricola. Pratiche di rigenerazione territoriale (2018), Architettura rurale nel paesaggio (2017), Progettare in area agricola (2011), Guida alla pianificazione territoriale sostenibile. Strumenti e tecniche di agroecologia (2010), Beni culturali, agricoltura e territorio (2009) e Recupero e riuso degli edifici rurali (2008).

 

Stella Agostini | 2024

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