L’albo Anac parte male. Dopo un mese dal via libera alle iscrizioni (il 10 settembre 2018), solo 417 sono stati i professionisti a completare la procedura di accreditamento dei commissari di gara. Una partenza davvero molto lenta che nessuno si poteva aspettare e che mette a rischio una delle riforme più importanti del nuovo codice appalti. Il presidente dell’Anac Raffaele Cantone, che non si sarebbe mai aspettato una situazione di questo tipo, ha così commentato: “L’istituzione di un albo dei commissari rappresenta una novità particolarmente importante del nuovo codice degli appalti. Colgo l’occasione per sensibilizzare tutte le figure professionali coinvolte, invitando a iscriversi chiunque abbia i requisiti per svolgere un incarico tanto importante in un’ottica di prevenzione della corruzione”.
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Ai 417 professionisti iscritti che risultano al Portale dell’Autorità (che si occupa di gestire le procedure di iscrizione), vanno sommati altri 94 candidati pronti per l’iscrizione, oltre alle 402 pratiche aperte online che però non sono ancora state completate.
Riguardo al caso dei 94 candidati, si tratta di professionisti che hanno già provveduto a caricare tutti i documenti indispensabili per l’iscrizione sul portale, ma che devono ancora dare l’ok per la registrazione, mentre per quanto concerne le 402 pratiche aperte, si tratta di esperti che dopo aver avviato la procedura, devono ancora provvedere a completarla. Sommando questi nuovi potenziali candidati a quelli già iscritti, il numero salirebbe a circa un migliaio.
Anche con questo risultato si sarebbe ancora lontani dall’obiettivo minimo che permetterebbe di giungere senza particolari preoccupazioni alla scadenza fissata per il 15 gennaio. A partire da questa data entrerà in vigore l’obbligo di valutare le offerte in migliaia di gare da commissioni indipendenti.
Le candidature sono state scarse per molteplici fattori, fra cui l’incertezza scaturita dai correttivi al codice annunciati ultimamente dal governo. Perciò ad oggi non si conoscono le modifiche su cui sta lavorando il Governo, ma l’unica cosa sicura è che la norma sui commissari esterni alle amministrazioni sia tra quelle meno apprezzate da grandi e piccole stazioni appaltanti, che fin da subito si sono mosse per evidenziare i rischi di allungamento dei tempi e di aumento dei costi di gestione delle procedure di gara, insistendo con richieste volte a fare un passo indietro, tornando al vecchio regime.
Dinnanzi alla possibilità di non giungere all’applicazione di questa riforma, probabilmente tanti potenziali candidati hanno pensato che sarebbe meglio aspettare le modifiche al codice. Anche perché per iscriversi bisogna dimostrare di aver versato la tassa annuale di 168 euro.
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