È della scorsa settimana l’importante incontro avvenuto tra una delegazione del Consiglio Nazionale degli Ingegneri e il Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini sul tema della formazione e dell’accesso all’Albo degli ingegneri. Sono stati numerosi i temi sottoposti all’attenzione del responsabile del dicastero di via Trastevere, ma al centro delle polemiche è immediatamente finito quello relativo alla ammissibilità dei laureati in Architettura col vecchio ordinamento a sostenere l’esame di Stato per l’abilitazione alla professione di ingegnere e conseguente iscrizione al relativo Albo.
La proposta fa parte di un “bouquet” di sette richieste che i vertici della professione hanno presentato al Ministro dell’Istruzione che si è detto “molto disponibile ad affrontare tutte le problematiche sottoposte e le relative soluzioni suggerite”.
“Si tratta di interventi che potranno trovare nel Ministero un importante sponsor”, spiega il presidente del CNI Armando Zambrano, lasciando trasparire che i tempi per l’attuazione di tali misure, comprese quella che ammette anche gli Architetti del vecchio ordinamento alle prove per l’abilitazione alla professione di ingegnere, potrebbero avere tempi di realizzazione piuttosto brevi.
Tra i vari temi posti all’attenzione del responsabile de dicastero dell’Istruzione prende alloggio anche la possibile revisione delle lauree triennali che ha introdotto la suddivisione dell’albo nelle sezioni A e B e che da più di 15 anni continua a creare attriti e incomprensioni fra i laureati magistrali e quelli triennali per le rispettive competenze.
“Alcune iniziative da noi caldeggiate – afferma in tale direzione il presiedete del CNI Armando Zambrano – saranno affrontate direttamente ed autonomamente dal Ministro. Sulle altre si confronterà con noi, anche perché la normativa attuale risulta piuttosto complessa e gli ingegneri, in questo senso, possono offrire un importante contributo”.
“Nel corso dell’incontro è emerso – prosegue il numero uno degli Ingegneri – come le riforme universitarie che si sono susseguite a partire dal 1999, in particolare il passaggio dalle lauree col vecchio ordinamento a quelle triennali (primo livello) e biennali (magistrale), con la conseguente introduzione del sistema dei crediti, abbiano introdotto dei cambiamenti che hanno avuto un impatto considerevole anche nel mondo delle professioni regolamentate. Basti pensare all’introduzione, all’interno degli Albi, della figura del professionista junior, rivolta ai laureati di primo livello”.
In chiusura di articolo segnaliamo l’elenco dei temi posti al centro dell’incontro tra CNI e Ministero dell’Istruzione (oltre alla questione dell’accesso degli Architetti all’esame di stato per Ingegneri):
– Riordino della disciplina in materia di formazione universitaria ed accesso all’Albo degli ingegneri.
– Introduzione di un tirocinio facoltativo per gli ingegneri della durata di 6 mesi.
– Promozione della stipula delle convenzioni fra Consigli nazionali e Università per la formazione continua.
– Intervento per accelerare la stipula della Convenzione Anvur-Quacing per il riconoscimento delle certificazioni della qualità degli accreditamenti Eur-Ace.
– Intervento rispetto alla “bad practice” relativa ai docenti che svolgono il ruolo di commissari negli esami di Stato per l’abilitazione professionale.
– Nomina dei “membri aggregati” (che intervengono nelle Commissioni per gli esami di Stato qualora manchino esperti nelle materia che formano oggetto delle singole prove), effettuata direttamente da parte degli Ordini provinciali degli Ingegneri.
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