All’accatastamento ci pensa il Comune. Sì, come no! Eppure, nonostante la levata di scudi da parte del mondo della libera professione tecnica, sembra proprio che nel Governo nessuno abbia ancora preso sul serio la questione.
Eppure, quella dei tecnici, non è semplicemente una protesta della casta, ma la denuncia di una procedura che, se confermata, rischia di essere fuorviante e pericolosa per i cittadini, deleteria per i professionisti, inapplicabile per i Comuni e foriera di gravi danni per la gestione della banca dati catastali.
Facciamo un breve riassunto delle puntate precedenti.
Nelle settimane passate sulle reti Rai e in radio era stato trasmesso uno spot a cura del Governo che pubblicizzava le semplificazioni edilizie contenute nel decreto Sblocca Italia. Nulla di male, anzi! Lo snellimento delle procedure edilizie non può che essere salutato con piacere da addetti ai lavori e cittadini.
Ma a far fare un salto sulla sedia è stato il messaggio secondo cui, d’ora in avanti, si prevede che la comunicazione di inizio lavori, integrata con quella di fine lavori sia tempestivamente inoltrata dal Comune all’Agenzia delle Entrate e resa valida anche ai fini delle variazioni catastali previste dalla legge.
Questa modifica alla normativa è contenuta all’art. 17, comma 1, lett. c), punto 3) che modifica l’art. 6 del Testo Unico dell’Edilizia.
Il rischio concreto, osserva Mirco Mion, presidente AGEFIS, è che si verifichi un disallineamento di dati ed un allungamento dei tempi di compravendita immobiliare (per le quali è richiesto che la planimetria depositata in catasto sia identica allo stato reale dell’immobile), causato da ritardi nell’aggiornamento catastale.
A parte il fatto che i Comuni italiani non sono assolutamente preparati a offrire un servizio di questo genere, rincara la dose il presidente di Confedertecnica Calogero Lo Castro, occorre tutelare la categoria delle libere professioni tecniche. Le operazioni di accatastamento, per esempio, sono da sempre un’attività seguita dai professionisti. Si tratterebbe dell’ennesimo schiaffo alla nostra categoria.
È evidente che la semplificazione proposta, osserva Maurizio Savoncelli del CNGeGL, non è fattibile e reca disagio e difficoltà crescenti (perfettamente prevedibili) ai cittadini, ai professionisti, ai Comuni e all’Agenzia delle Entrate.
Una prima azione è stata la realizzazione di un contro spot che controbatteva ogni singola affermazione del messaggio pubblicitario del Governo.
Insomma, con l’accatastamento ai Comuni si profilano diverse difficoltà: maggiori oneri per Comuni ed Entrate, che faticheranno a portare a termine i nuovi compiti in tempi ragionevoli, meno lavoro per quei tecnici che da anni svolgevano con competenza l’attività di accatastamento, e difficoltà per i cittadini che faticheranno, sempre di più, ad avere risposte, senza il supporto del proprio geometra di fiducia.
Per questo motivi, il CNGeGL ha inviato una (seconda) lettera al Governo con la richiesta di rivedere urgentemente la norma, modificandola o eliminandola per evitare il caos. Ora la palla è passata nella metà campo dell’Esecutivo. Quanto tempo impiegherà a organizzare una risposta soddisfacente?
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