Recentemente, mentre ero in viaggio in auto, mi è capitato di sostare in un parcheggio pubblico. A ridosso di questo parcheggio c’era un cantiere edile in cui si potevano vedere alcuni operai intenti a svolgere alcune fasi salienti per la realizzazione di un edificio a più piani. Con stupore notavo l’impianto strutturale di quel edificio: classico telaio in c.a. composto da pilastri e alcuni setti, impalcati in latero-cemento e nell’intermezzo la ben nota muratura di tamponatura.
Continuavo a seguire con attenzione la fase principale per la costruzione di un pilastro, meglio conosciuta come armo. Su questo pilastro che presentava un indefinito numero di barre longitudinali e di staffe a passi assurdi, gli operai stavano “tentando” con sistemi poco raccomandabili dalle NTC 2018, di calibrare la verticalità dell’elemento prima di procedere con la conclusione della casseratura. Mentre studiavo in modo attento la fase lavorativa, mi chiedevo se il progettista e/o il direttore dei lavori fossero a conoscenza di ciò che gli addetti nel cantiere stavano facendo…
Per lo più mi concentravo nel capire se il tecnico calcolatore avesse considerato, in fase di calcolo, tutto ciò che prevede le NTC 2018 e se avesse, in qualche modo, valutato l’interazione tra la muratura di tamponamento e i pilastri in c.a. oppure se avesse considerato la famosa gerarchia delle resistenze o se avesse effettuato l’importante verifica dei nodi confinati (Figura 1) anche per la classe di duttilità bassa (CD”B”)!
Che domande dobbiamo farci?
La prima domanda che mi è balzata alla mente è: ma perché si continuano a progettare le strutture edilizie utilizzando tecnologie strutturali le cui ipotesi sono largamente maggiori dei reali vantaggi? Inoltre: perché ci si deve complicare l’esistenza con calcoli impossibili, analisi lineari e/o non lineari quando poi, in cantiere, la muratura di tamponamento è “connessa” saldamente con il telaio e il calcestruzzo presenta, quasi sempre, un diametro dell’inerte non corrispondente a quello indicato in progetto?
Terza domanda: in uno stato di incertezza generale, come quello attuale, dove le ipotesi sono alla base di qualsiasi verifica, mi chiedo perché non si utilizza un sistema più semplice, veloce e al tempo stesso sicuro? Quarta: se nel cantiere in oggetto il progettista avesse scelto come tecnologia costruttiva la muratura armata, i problemi di controllo non sarebbero stati ridotti in modo cospicuo? Sono sicuro di si!
Evolvere i concetti strutturali
La muratura armata si compone di tre elementi: blocco in laterizio, malta e barre in c.a. Tre semplici elementi che in opera sono sempre visibili e le verifiche sono talmente banali che l’impresa, di certo, non può offuscare la qualità del lavoro. Pensiamo… Se il nodo trave-pilastro non fosse confinato come da elaborati grafici, il calcolo e quindi il progetto potrebbe essere validato “secondo norma”? Certamente No!
Questa, però, è un’informazione che si potrebbe scoprire solamente se avvenisse un terremoto tale da far crollare l’edificio in questione… Tutto ciò nella muratura armata non esiste! Non servono nodi confinati, non servono controlli e/o verifiche particolari per capire se la parete è realizzata con un’ottima qualità esecutiva e, soprattutto, non serve verificare la tamponatura, perchè la parte strutturale fa già da tamponatura!
Pensiamo solamente alla verifica dell’elemento non-strutturale “tamponatura” sul telaio in c.a. secondo le NTC 2018. Nel testo proposto per la Circolare, la verifica dell’elemento non-strutturale è tutt’altro che facile e coinvolge parecchi parametri, non sempre, di facile reperimento! Ora mi chiedo, non è il caso di aggiornarsi, di evolvere e ampliare i concetti strutturali frutto di consolidate convinzioni passate?
La logica è molto semplice:
– se la difficoltà delle verifiche, della direzione lavori cresce, aumenta anche la possibilità di errore;
– se l’errore aumenta diminuisce, a sua volta, l’indice di sicurezza strutturale.
È ovvio, quindi, che minore è la complessità delle analisi, maggiore sarà la sicurezza strutturale. Quindi? Pensiamo a progredire in modo semplice invece che regredire in modo complicato!
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