Abbiamo recentemente visto come l’Ecobonus sia ammesso anche per lavori effettuati su un immobile in comodato nonostante l’assenza di un contratto registrato. Ora abbiamo una nuova conferma per quanto riguarda invece il Bonus Ristrutturazione, cioè la detrazione del 50% per i lavori di ristrutturazione e recupero edilizio. Anche nel caso di questa detrazione Irpef, infatti, pur in assenza di un contratto di comodato, il convivente more uxorio (la convivenza more uxorio è il rapporto affettivo che lega due persone in comunione di vita senza il vincolo del matrimonio) del possessore/detentore dell’immobile su cui sono stati effettuati i lavori può beneficiare della detrazione 50%.
QUI trovi la Guida dell’Agenzia delle Entrate al Bonus Ristrutturazione
La conferma ci arriva dalla risposta a un quesito sottoposto a Fisco Oggi (a cura di Gennaro Napolitano). La disponibilità dell’immobile da parte del convivente – si legge nella risposta – risulta insita nella convivenza che si esplica ai sensi della legge Cirinnà (legge 76/2016). Per questo motivo, il/la convivente more uxorio che sostiene le spese ha diritto a fruire della detrazione al pari dei famigliari conviventi. Specifichiamo che, come si legge sulla Circolare 7/E del 2018, lo status di convivenza deve sussistere già al momento in cui si attiva la procedura (ovvero alla data di inizio dei lavori), ma non è necessario che permanga per l’intero periodo di fruizione della detrazione.
Per l’accertamento della stabile convivenza, lo ricordiamo, la legge Cirinnà richiama il concetto di famiglia anagrafica: ne consegue che tale status può risultare dai registri anagrafici oppure essere oggetto di autocertificazione.
Secondo questo principio, i conviventi more uxorio possono beneficiare della detrazione anche per le spese relative a interventi effettuati non solo sull’abitazione principale, ma anche su una delle abitazioni in cui si esplica il rapporto di convivenza della coppia.
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Ricordiamo che la detrazione ristrutturazione al 50% sarà valida per tutto il 2018, mentre a partire dal 2019 tornerà al 36%. la detrazione si calcola su un importo massimo di 96 mila euro e va ripartita in 10 anni. Si può usufruire della detrazione anche se si eseguono i lavori in autonomia, solo per le spese sostenute per comprare i materiali necessari.
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