Il 6 agosto 2024, il Parlamento italiano ha approvato in via definitiva il rendiconto generale dello Stato per l’esercizio finanziario 2023 (A.S.1200) e le disposizioni per l’assestamento del bilancio dello Stato per l’anno finanziario 2024 (A.S. 1201).
Una delle misure più rilevanti approvate riguarda l’incremento delle risorse finanziarie per il “Caro Materiali 2024”, gestito dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT).
Tuttavia, queste disposizioni non sono sufficienti a placare il pessimismo che aleggia sul futuro del settore edile italiano sulla base dei risultati emersi dall’indice previsionale Pmi (sceso a luglio a 45, in area di contrazione).
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Caro Materiali 2024: aumento delle risorse
Originariamente, la dotazione per questa misura ammontava a 2.480,6 milioni di euro, comprendendo 1,73 miliardi di euro di residui e 750 milioni di euro destinati specificamente al 2024.
Con l’assestamento di Bilancio, questa dotazione è stata aumentata di ulteriori 322 milioni di euro, raggiungendo così un totale di 2.802,3 milioni di euro.
Il pessimismo del settore edile: dati PMI e previsioni
Nonostante l’aumento delle risorse finanziarie, il pessimismo continua a prevalere nel settore edile, come confermato dall’Indice PMI (Purchasing Managers’ Index) per il settore delle costruzioni in Italia, che a luglio 2024 è sceso a 45 punti. Questo valore indica una contrazione, suggerendo che gli operatori del settore stanno affrontando un clima di incertezza e preoccupazione.
Flavio Monosilio, direttore del centro studi dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE), ha sottolineato in un’intervista all’ANSA che il dato negativo dell’indice PMI non sorprende, ma ciò che colpisce è il fatto che, nonostante tutto, la produzione nel settore sia rimasta positiva nei primi mesi dell’anno.
Monosilio ha tuttavia avvertito che nella seconda metà del 2024 si prevede una frenata significativa, con investimenti attesi in media d’anno in contrazione del 7,4%. Se questa stima sarà confermata, da giugno a dicembre potrebbe verificarsi un vero e proprio crollo della produzione.
L’impatto sul settore occupazionale
L’allarme lanciato da Monosilio riguarda anche l’impatto occupazionale di questo possibile crollo degli investimenti. Secondo le stime, ogni miliardo di investimenti nel settore edile genera tra i 13 mila e i 15 mila posti di lavoro, sia diretti che indiretti. Pertanto, una riduzione degli investimenti di 10 miliardi di euro potrebbe tradursi in una perdita significativa di ore lavorate e posti di lavoro, con conseguenze dirette sull’occupazione e sull’economia italiana.
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