Direttiva Case Green: ecco cosa comprende il piano nazionale di ristrutturazione degli edifici

Il piano nazionale di ristrutturazione degli edifici è una strategia delineata per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e miglioramento dell’efficienza energetica entro il 2050. Vediamo cosa deve contenere

Simona Conte 31/05/24
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Tra i diversi temi disciplinati dalla Direttiva (UE) 2024/1275, meglio conosciuta come Direttiva Case Green, c’è il piano nazionale di ristrutturazione degli edifici.

Il piano nazionale di ristrutturazione degli edifici è una strategia delineata per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e miglioramento dell’efficienza energetica entro il 2050. Ogni Stato membro stabilisce un piano per garantire la ristrutturazione del parco nazionale di edifici residenziali e non residenziali, sia pubblici sia privati allo scopo di trasformare gli edifici esistenti in edifici a emissioni zero.

Ricordiamo che la Direttiva è stata pubblicata in Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea ed entrerà in vigore il 29 maggio 2024, i Paesi avranno due anni di tempo per il recepimento. Vediamo meglio nel dettaglio cosa prevede il provvedimento normativo a proposito del piano nazionale di ristrutturazione degli edifici.

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FORMATO CARTACEO

Progettare e costruire case green

Questo testo tecnico, aggiornato alla recente Direttiva EPBD (c.d. Case Green), fornisce informazioni su come si progetta e si costruisce una casa green, dalle fondazioni al tetto. L’opera è strutturata in capitoli, che fanno riferimento alle singole parti componenti costruttive dell’edificio, come le fondazioni, le pareti, il tetto, i solai, ecc.Gli elementi costruttivi e i materiali sono analizzati distinguendo le loro componenti bioedii e sostenibili, considerando che i due termini non sono sinonimi dello stesso concetto. Rappresenta il più recente e completo tentativo di sistematizzazione delle conoscenze, delle tecniche e dei materiali rappresentativi di un approccio “green” all’edilizia.Ma la bioedilizia non è semplicemente “l’arte del costruire secondo natura”. Come evidenzia l’Autore: La casa green, come ogni altra forma costruttiva, è basata su mediazioni, ovvero sull’accettazione anche di quei materiali e quelle tecnologie non propriamente derivati dalla natura, ma che costituiscono una conditio sine qua non, perché non hanno una valida alternativa “naturale” e quindi sono indispensabili al raggiungimento di uno scopo preciso.Operare green o in bioedilizia non vuol dire quindi rifiutare ed escludere a priori i materiali di sintesi, ad esempio, ma, al contrario, ottimizzarne l’uso.L’opera, quindi, per la sua completezza, il rigore scientifico e la trattazione mai astratta, guida il lettore in un appassionante percorso tecnico ed etico per imparare a progettare e costruire case sostenibili, green ed ecologiche.Roberto Sacchiarchitetto libero professionista, titolare dello studio Cultura&Ambiente, consulente CasaClima ed esperto in ecologia dell’architettura, con esperienza ultratrentennale nello studio dei materiali e degli isolanti in edilizia. Co-fondatore dell’INDEP (Istituto Nazionale di Diagnostica e Patologia Edilizia), dal 2005 svolge attività di docenza al Master Polis Maker del Politecnico di Milano.

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Indice

Analisi del parco immobiliare

Il piano deve includere una rassegna dettagliata del parco immobiliare nazionale, considerando la tipologia di edifici, le epoche di costruzione e le zone climatiche.

Questa rassegna si basa su campionamenti statistici e dati provenienti dalla banca dati nazionale degli attestati di prestazione energetica.

Inoltre, deve valutare le barriere di mercato, le capacità del settore edilizio e la quota di famiglie vulnerabili.

Tabella di marcia

Una componente essenziale del piano è la tabella di marcia con obiettivi nazionali e indicatori di progresso misurabili.

Questa tabella deve includere obiettivi per il 2030, il 2040 e il 2050 riguardanti il tasso annuo di ristrutturazione energetica, il consumo di energia primaria e finale e le riduzioni delle emissioni di gas a effetto serra operative.

Inoltre, deve prevedere scadenze specifiche per gli edifici non residenziali affinché rispettino soglie massime di prestazione energetica.

Politiche e misure di sostegno

Il piano deve fornire una rassegna delle politiche e delle misure attuate e previste per supportare l’esecuzione della tabella di marcia.

Questo include anche una panoramica del fabbisogno d’investimenti, delle fonti di finanziamento e delle risorse amministrative necessarie.

Norme minime di prestazione energetica

È fondamentale definire le norme minime di prestazione energetica per gli edifici non residenziali, basate su soglie massime di prestazione energetica.

Inoltre, a proposito di limitazioni, il piano nazionale di ristrutturazione deve comprendere le soglie delle emissioni operative di gas a effetto serra e per il consumo annuo di energia primaria di un edificio a emissioni zero, nuovo o ristrutturato.

Stima del risparmio energetico atteso

Il piano deve anche tracciare una traiettoria nazionale per la ristrutturazione del parco immobiliare residenziale, con traguardi specifici per il 2030 e il 2035 in termini di consumo medio di energia primaria.

Inoltre, deve fornire una stima affidabile del risparmio energetico atteso e dei benefici associati, inclusi quelli relativi alla qualità degli ambienti interni.

Consultazione pubblica

Per sostenere lo sviluppo del piano, ogni Stato membro deve organizzare una consultazione pubblica sulla proposta di piano nazionale.

Questa consultazione deve coinvolgere le autorità locali, regionali e altri partner socioeconomici, compresa la società civile e gli enti che si occupano delle famiglie vulnerabili.

I risultati della consultazione devono essere allegati alla proposta di piano nazionale.

Proposte quinquennali del piano

Ogni cinque anni, gli Stati membri devono elaborare e trasmettere alla Commissione una proposta di piano nazionale di ristrutturazione degli edifici. Il piano deve essere aggiornato periodicamente per riflettere i progressi compiuti e includere informazioni sull’attuazione delle strategie di ristrutturazione a lungo termine.

La Commissione Europea valuta le proposte di piani nazionali di ristrutturazione degli edifici per verificarne l’ambizione degli obiettivi nazionali, la sufficienza delle politiche e misure previste, l’allocazione delle risorse di bilancio, amministrative e l’allineamento con la riduzione della povertà energetica.

Inoltre, la Commissione può formulare raccomandazioni specifiche per Paese per migliorare l’efficacia del piano.

Quando verrà definito il piano dell’Italia?

Il CNI riporta in una nota che entro la fine del 2025 il nostro Paese dovrà definire e consegnare il Piano nazionale di ristrutturazione.

Il Consiglio sottolinea anche che si tratta di un documento complesso per via dei tempi operativi ridotti in vista delle scadenze temporali fissate.

La complessità sta anche nella combinazione di analisi dettagliate, politiche di sostegno e coinvolgimento di Enti e cittadini.

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