Adeguamento sismico, Casa Italia: fasi di attuazione e criticità

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Sarà presentato a breve dal Governo il progetto di adeguamento sismico, prevenzione e messa in sicurezza del territorio Casa Italia, da attuare in seguito al terremoto Centro Italia.

Prima di questo progetto di ristrutturazione antisismica e prevenzione, nell’immediato, gli obiettivi del Governo sono due: spostare subito i terremotati dalle tende e terminare la realizzazione di case in legno temporanee entro tre o quattro mesi. Bisogna decidere se far arrivare i container o trasferire la gente negli hotel e nei residence della zona. La scelta va lasciata alla gente. Si tratta comunque di una di una sistemazione provvisoria perché sono in arrivo i moduli abitativi provvisori (Map), le case di legno già utilizzate a Onna dopo il sisma dell’Aquila.

Sono inoltre  in fase di realizzazione anche i moduli di utilizzo provvisorio scolastico (Musp), per consentire la ripresa delle attività didattiche a breve.

 

Casa Italia Fase 1: le case di legno

Caratteristica principale: velocità, assicurata dal fatto che la gara per la scelta delle imprese che dovranno realizzare le case di legno è già stata fatta e sono stati stanziati 1,2 miliardi di euro. Il Dipartimento della protezione Civile ha infatti bandito una serie di gare Consip preventive. La fornitura di “soluzioni abitative d’emergenza” è stata aggiudicata a tre imprese.

I moduli saranno da 40, 60 e 80 metri quadri, rispettivamente per nuclei familiari di 2, 3/4 e 5/6 persone. I tecnici del Dipartimento hanno stimato che, solo per Amatrice, ne serviranno circa 600.

La velocità è importante, per non abbandonare le famiglie nelle case di legno per mesi, ma possiamo metterci anche un mese in più: è importante che le case riscostuite non crollino all’arrivo del prossimo sciame sismico. Perchè, da un alto, le famiglie hanno bisogno di un luogo in cui abitare adesso, dall’altro non possono stare in stato d’emergenza in una casa provvisoria a lungo.

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Fase 2: ricostruzione trasparente

Dopo la sistemazione temporanea dei terremotati si passerà alla ricostruzione vera e propria. Si punta ad avere un piano preciso degli interventi entro il 15 ottobre, termine entro cui il Governo deve approvare la Legge di Stabilità. La ricostruzione dovrà sì essere veloce, ma soprattutto trasparente: l’ANAC opererà con la Protezione Civile. La corruzione e la cattiva abitudine di costruire utilizzando materiali economici, perchè i soldi stanziati per l’ adeguamento antisismico vengono usati per altro, deve essere davvero sconfitta. Il Governo deve fare in modo che questo avvenga davvero. Si tratta di un processo difficile ma necessario.

Tutela del patrimonio architettonico

La circolare del 30/4/2015, n. 15 riporta “Disposizioni in materia di tutela del patrimonio architettonico e mitigazione del rischio sismico” ed ha il dichiarato scopo di “sensibilizzare” tutte le figure che hanno influenza sulla gestione del patrimonio culturale, indirizzando ad “un percorso culturale prima che tecnico”, in cui tale disposto si inserisce.L’Italia, come noto, possiede un patrimonio vasto e diffuso di immobili di notevole valore storico-culturale, forse il maggiore a livello mondiale, che già solo per tali motivi deve essere tutelato e conservato in maniera efficiente.A parte tale aspetto, esso, può rappresentare, in una nazione così ricca di valenze culturali, un’importante sorgente di introiti e di sviluppo economico e sociale.Pertanto, la presa di coscienza e la gestione della problematica sismica, in un territorio che è stato di recente indicato come uno dei più critici a livello mondiale, assume un attuale ed urgente significato. Le disposizioni della circolare n. 15/2015 stigmatizzano tali aspetti, raccogliendoli sotto la forma di quadro sintetico-tabellare (l’Allegato 1 della circolare), guidando il tecnico verso le caratteristiche e le potenziali carenze in ottica sismica degli immobili, pubblici e privati, oggetto di tutela. L’Allegato individua due classi di intervento (manutenzione straordinaria e miglioramento sismico) che spesso ricorrono nella pratica, e che sono state indicate come potenziale fonte di inesatte valutazioni rispetto alle azioni sismiche. L’Allegato 1 è quindi un interessante punto di partenza per approfondire le tematiche ad esso correlate e allargare il quadro di conoscenza, spesso anche molto specialistica, che esso stesso sottende. Il presente lavoro è volto a inquadrare gli aspetti inerenti tutela e rischio sismico negli edifici storici, illustrando e specificando i principi cardine al fine di rendere più agevole, e più consapevole, la compilazione dei vari campi, col fine di ottenere le giuste informazioni di ritorno a livello governativo. Il testo, di lettura agile, è indirizzato a coloro che devono familiarizzare con la specificità del patrimonio culturale, siano essi professionisti incaricati della progettazione che del controllo e gestione di tali fasi. Nicola Mordà, Ingegnere civile strutturista, si occupa di problematiche sismiche e diagnostica con riferimento alle costruzioni storiche. Paola Boati Architetto, laureata in Restauro e Valorizzazione nel 2006. Da dieci anni svolge l’attività professionale occupandosi di progettazione sostenibile, ristrutturazioni e restauri, interior design, riqualificazione energetica e facility management.

N. Mordà, P. Boati | 2015 Maggioli Editore

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Fase 3: prevenzione

Oltre alla ricostruzione, secondo Renzi serve un “cambio di mentalità” perché “quello che in passato è spesso mancato è la costruzione di un progetto paese basato sulla prevenzione”.

“Il fatto che per 70 anni non siamo riusciti a far partire un progetto coordinato e strategico di prevenzione significa che questa sfida non è facile, fa tremare i polsi. Ma il fatto che sia una sfida difficile, non è un buon motivo per non provarci. È un progetto di lungo respiro, che richiederà anni, forse un paio di generazioni, come ieri mi diceva con lucidità e visione un grande italiano quale Renzo Piano. Ma il fatto che sia un progetto a lungo termine, non è un buon motivo per non iniziare subito”.

Non ci servono grandi italiani, Presidente, ci servono, grandi ingegneri, per ricostruire non solo velocemente, ma soprattutto bene. Il cambio di mentalità deve riguardare la mentalità di chi costruisce, che non deve utilizzare sabbia o polistirolo per fare i muri portanti, ma deve costruire bene. Per questo servono tecnici competenti e non corrotti.

Inoltre, la mentalità deve cambiare anche in chi abita le case: deve essere incentivata anche la prevenzione e la messa in sicurezza delle abitazioni. Per fare questo, non bisognava dare la priorità all’ecobonus o agli interventi di efficientamento energetico, “nascondendo” il bonus 65% per l’adeguamento antisismico dentro alla scatole dell’efficientamento energetico, ma spingere di più sull’imporatanza di utilizzare la detrazione per la ristrutturazione antisismica.

Approfondisci la detrazione 65% per adeguamento sismico:

Adeguamento sismico e detrazione 65%: la mappa dei comuni italiani

 

La possibilità di farlo c’è già, ma deve essere data a tutti, non deve riguardare solo alcuni edifici. E deve essere strutturale. Rendere le case dal punto di vista energetico è importante, ma è più importante fare in modo che non crollino. Una casa meno energeticamente efficiente non è sana e danneggia l’ambiente, una casa costruita senza rispettare l’antisismica crolla e uccide. Bisgnerebbe fare entrambe le cose, ma bisognava partire dall’antisismica e poi arrivare all’efficienza energetica, non il contrario.

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Redazione Tecnica

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