Nei mesi scorsi, abbiamo diffusamente trattato il tema dell’obbligo di laurea per i periti industriali (trovi tutti gli articoli qui). Ora la novità, annunciata dal Consiglio nazionale dei periti industriali (CNPI) e dal Ministero dell’Istruzione (MIUR):
A partire dall’anno accademico 2017/2018 saranno attivi i corsi di laurea professionalizzante, di durata triennale, per diventare periti industriali entro il 2021, anno in cui, per legge, sarà necessaria appunto la laurea per l’iscrizione all’albo.
Si tratterà, inizialmente, di progetti pilota che saranno attivati solo in alcuni atenei e per poche classi di laurea (iniziando dalla L9 / Ingegneria Industriale). Con tutta probabilità saranno corsi a numero chiuso, con una preselezione molto severa.
Per quanto riguarda la struttura dei corsi, il CNPI sta vagliando varie ipotesi, ma probabilmente ci si orienterà su una struttura a “Y”, quindi con il primo anno in comune con le lauree esistenti e il successivo biennio caratterizzante, con lo svolgimento di stage e tirocini.
La didattica sarà probabilmente organizzata in 1/3 di lezioni frontali, 1/3 di formazione “on the job” e 1/3 di tirocini e stage presso studi professionali (per cui il CNPI attiverà specifiche convenzioni).
Secondo le analisi condotte dal Centro studi Opificium-CNPI, un percorso universitario professionalizzante di questo tipo potrebbe coinvolgere circa 10 mila studenti l’anno.
Inoltre, darebbe un contributo non indifferente al contrasto della dispersione scolastica e al fenomeno dei “NEET” (Not in Education, Employment and Training), che attualmente tocca anche chi ha una formazione tecnica.
La laurea professionalizzante per periti industriali ovviamente mira anche a creare nuove opportunità lavorative per i futuri professionisti tecnici.
Secondo le analisi nei prossimi 10 anni ci saranno oltre 2 milioni di opportunità occupazionali per profili tecnici, soprattutto nel campo dell’ingegneria, ma le attuali lauree triennali in ingegneria sono inadeguate a soddisfare la domanda.
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