Un’approfondita conoscenza dello stato di fatto dell’opera edilizia, su cui si dovrà intervenire, costituisce la base per ottenere le informazioni necessarie per delineare una programmazione futura corretta ed adeguata. Quindi se da un lato si contestualizza il bene nell’ambiente, ci si concentra sulla vita passata, dall’altro si considerano gli aspetti materici, nell’ambito della quale si sviluppa la caratterizzazione dei materiali costitutivi e lo stato di conservazione dell’opera. Al tal fine sono di rilevante importanza le prove da applicarsi sull’involucro.
Ma come possono essere classificate? E quali sono le loro finalità? Facciamo chiarezza.
Sostanzialmente esse si dividono in due macrogruppi: prove distruttive e prove non distruttive.
Le prove distruttive producono una alterazione alla struttura, quindi devono essere accuratamente programmate. Queste sono intese a definire le caratteristiche principali dei materiali (proprietà fisiche, chimiche, meccaniche, ecc); si ha una conoscenza diretta dei materiali e delle strutture indagate. Le prove si svolgono con strumentazione quali carotieri o martinetti piatti.
Mentre le prove non distruttive comprendono metodi di indagine che non inducono perturbazioni sulla struttura. Rientrano in questa categoria metodi di prova come la termografia, le prove soniche – ultrasoniche e le scansioni radar. La termografia infrarossa è definita come un metodo che permette di ottenere la distribuzione spaziale e l’evoluzione temporale della radiazione infrarossa proveniente dalla scena osservata, nell’intervallo di sensibilità della termo camera: la termocamera rileva le radiazioni nel campo dell’infrarosso emanata dai corpi. L’analisi di immagini termografiche permettere l’individuazione di forme di degrado, ponti termici, presenza di umidità, lesioni strutturali.
Il Georadar è una tecnica non distruttiva, che fornisce informazioni di tipo puntuale. Essa si basa sull’analisi della riflessione di onde elettromagnetiche in un mezzo. Il sistema di acquisizione si compone di un’antenna, che viene posta a stretto contatto con la superficie dell’elemento da indagare, per la trasmissione e la ricezione del segnale, e di una unità di controllo che genera l’impulso in ingresso e registra l’eco in uscita. L’analisi dei radargrammi permette in genere di verificare la presenza di vuoti all’interno delle strutture, la localizzazione della tipologia e dimensione materica.
Infine a seconda della frequenza del segnale emesso si possono definire prove soniche e ultrasoniche: si sfrutta la capacità e la modalità dei materiali di trasmettere onde sonore.
La strumentazione utilizzata è costituita da una centralina di acquisizione e calcolo a cui vengono collegate la sorgente e le sonde riceventi. A seconda della frequenza del segnale, vengono utilizzate al fine di verificare l’integrità dei materiali e calcolare profondità e dimensioni di fessure o cavità presenti all’interno dell’apparecchiatura costruttiva.
Riqualificazione strutturale di edifici in calcestruzzo armato
Il volume si caratterizza come una guida di riferimento agli interventi di valutazione e conseguente riqualificazione delle prestazioni statiche, sismiche e di durabilità degli edifici esistenti in calcestruzzo armato. Il testo affronta inizialmente analisi e modalità di valutazione delle prestazioni di una struttura esistente, dettagliandone le caratteristiche fisico-meccaniche dei materiali, gli schemi statici, le tipologie di analisi, la valutazione della vita residua dell’edificio, la classificazione degli interventi effettuati. Vengono, quindi, illustrate le tecniche di intervento per garantire il raggiungimento delle prestazioni richieste: scelta della tipologia di intervento, tecniche di rinforzo locale degli elementi strutturali (travi, pilastri, setti e nodi) per prestazioni statiche e sismiche. Il tutto presentato sulla scorta di interventi reali di recupero effettuati su edifici intelaiati non controventati ed edifici controventati con pareti in calcestruzzo armato. Il volume è completato da schede riassuntive che guidano alla raccolta dati su: costruzione originaria dell’edificio. prove distruttive, non distruttive e di carbonatazione. assaggi conoscitivi su nodi, tamponamenti e murature. indicatori delle patologie strutturali. Massimiliano Borriero, è ingegnere civile, progettista e direttore lavori presso eOS s.r.l. Vassilis Mpampatsikos, è docente presso la facoltà di Architettura civile del Politecnico di Milano, insegna “Teoria e progetto di costruzioni e strutture”. collabora con eoS s.r.l.
Vasillis Mpampatsikos, Massimiliano Borriero | 2011 Maggioli Editore
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