Stampa 3D, un varco verso l’innovazione per le aziende italiane?

La stampa 3D, insieme alla robotica, può rappresentare il portale che contribuirà a condurre l’Italia oltre le soglie dell’innovazione in molteplici campi? Secondo quanto emerge dal primo Rapporto sull’impatto delle tecnologie digitali nel sistema manifatturiero italiano (realizzato da Fondazione Nord Est e Prometeia per la Fondazione Make in Italy) la risposta potrebbe essere positiva: la stampa 3D sta infatti cominciando ad attecchire all’interno del tessuto connettivo delle realtà imprenditoriali italiane, aumentando in maniera decisa la competitività di queste ultime.

Evoluzione verso l’innovazione
Le stime del Rapporto sono cristalline: l’evoluzione tecnologica, se estesa a tutte le piccole e medie imprese del “made in Italy”, può valere 8,6 miliardi di euro di crescita annua del valore della produzione industriale, 39mila nuovi occupati e un valore aggiunto addizionale di 4,3 miliardi di euro.

Si può serenamente affermare che le tecnologie dell’industria digitale sono in grado di condurre alla crescita il sistema Paese poiché le aziende che le hanno già adottate sono andate meglio delle altre, dal 2012 al 2014 (secondo le stime segnalate nel Rapporto): insomma, queste realtà sono state capaci di sfidare la crisi, con una migliore redditività e un maggiore valore aggiunto.

Stampa 3D: la frontiera
Con specifico riferimento alla stampa 3D, il Rapporto segnala che il 25% delle aziende analizzate ne fa utilizzo. A farlo sono soprattutto realtà aziendali del settore dei gioielli, metalli preziosi e in quello dentale (42,%). A seguire, le aziende che fanno macchine e mezzi di trasporto (32,4%), gomma e plastica (26,9 per cento), legno e mobilio (23,5%) e metallurgia (22,1%),  moda (10,6%).

Di fatto, le nostre realtà utilizzano la stampa 3D soprattutto al fine di creare prototipi dei prodotti. Le piccole e medie imprese in questo modo ottengono sensibili vantaggi, riducendo i tempi di realizzazione, coinvolgendo i clienti nella progettazione o facendo modelli personalizzati per il singolo acquirente. Un altro utilizzo rilevante è la possibilità di fare oggetti con forme e geometrie prima impossibili.

Per comprendere le potenziali innovazione della stampa 3D in materia di edilizia leggi l’articolo Calcestruzzo stampato in 3D: il ‘next level’ dell’edilizia (anche in Italia).

Non ci sono solo luci in ambito di stampa 3D, ma anche alcune ombre: a livello italiano non abbiamo ancora imparato a sfruttare al meglio le potenzialità insite in questa tecnologia. Soltanto il 30% delle aziende che usano la stampa 3D dichiara di avere avuto un “impatto significativo” originato da ciò.

Un altro grosso potenziale che non è ancora stato sfruttato appieno è quello che origina dal fenomeno dei Fab Lab, quei laboratori dove si sperimentano differenti usi della stampa 3D (circa un centinaio di realtà): la loro crescita, si legge all’interno del rapporto Rapporto, “è riconducibile in parte all’esplosione del fenomeno maker, in parte alle politiche pubbliche di sostegno (come in Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia)”.

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Redazione Tecnica

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