La Commissione europea apre un varco importante in materia di rinnovabili, infrastrutture energetiche ed efficienza energetica: sono infatti queste le priorità evidenziate dal fondamentale organo esecutivo dell’Unione Europea.
Oltre al Fondo europeo per gli investimenti strategici in via di costituzione, la Commissione andrà ad agire su tali priorità raddoppiando nei prossimi 6 anni il ricorso a strumenti finanziari innovativi all’interno dei Fondi SIE (ovverosia fondi strutturali e di investimento) rispetto alla programmazione finanziaria relativa al 2007-13. Attraverso i Fondi SIE il nostro paese può fare infatti affidamento su circa 3 miliardi per portare avanti azioni tese alla decarbonizzazione dell’economia.
Ma quali sono le tipologie di imprese che potrebbero essere maggiormente interessate alle opportunità offerte da tali, importanti strumenti? Eccole (come riportato dal Sole 24 Ore di venerdì scorso):
1. Imprese orientate alla ricerca e innovazione (R&I) nel settore delle tecnologie a bassa emissione di carbonio;
2. Imprese comuni e spa a capitale misto pubblico-privato interessate a promuovere progetti relativi a infrastrutture energetiche di interesse europeo;
3. Imprese beneficiarie di interventi per potenziare il risparmio energetico, società attive nella produzione e/o distribuzione di rinnovabili, nonché nella gestione delle reti e società di consulenza.
Con precipuo riferimento alla terza tipologia citata, le potenzialità offerte alle imprese dagli strumenti finanziari attivabili all’interno dei Fondi SIE sono molto interessanti. Esiste innanzitutto la possibilità di adottare uno strumento finanziario standardizzato che consente di offrire a società proprietarie di condomini o residenze pubbliche prestiti agevolati per un massimo di 50mila euro per interventi di ristrutturazione edilizia al fine di integrare le rinnovabili e potenziare l’efficienza energetica.
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In tale direzione le Regioni possono poi decidere di concentrare gli interventi sulle imprese che vogliano investire nel contenimento dei consumi energetici e in ricerca e sviluppo sulle tecnologie energetiche pulite, ma anche di migliorare le prestazioni energetiche di edifici e infrastrutture pubbliche. Oltre ovviamente a promuovere la produzione e la distribuzione delle rinnovabili, rendere le reti intelligenti, sviluppare strategie urbane di decarbonizzazione: una sorta di arcobaleno “smart” di attività capaci davvero di consentire una svolta decisa verso il risparmio energetico e la sostenibilità ambientale.
Si tratta nel complesso di interventi che potrebbero spalancare una serie di opportunità per società di servizi e d’ingegneria, produttori e distributori di energia elettrica e termica e società di servizi energetici: possibilità di implementare efficienza e risparmio in un’ottica di creazione di ricchezza e posti di lavoro. Nient’altro che la linea di orizzonte per un futuro sostenibile.
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