L’estate (meteorologicamente pazza) prosegue e il complesso “arabesco” degli adempimenti per il pagamento della TASI 2014 si complica ulteriormente: il calendario polverizzato inerente alle scadenze per il versamento dell’acconto dell’imposta che ha di fatto sostituito l’IMU sulla prima abitazione sta declinando le sue forme in molteplici (e non sempre immediatamente comprensibili) modalità sul territorio italiano.
Questa settimana scatta il “gong” che fa vibrare nell’aria l’ultimo avvertimento per il pagamento della prima rata TASI nei Comuni di Bologna e Mantova. Il termine per versare l’acconto infatti scade tra soli tre giorni, giovedì 31 luglio: nel Comune bolognese sta procedendo senza particolari intoppi la “liturgia” del pagamento della famigerata imposta sui servizi indivisibili (per intenderci servizi anagrafici, pulizia e manutenzione delle strade, illuminazione pubblica). Il sindaco del Comune capoluogo della Regione Emilia Romagna, Virginio Merola, si è detto fiducioso sul corretto svolgimento di tutte le operazioni per consentire il pagamento del tributo: non emergerebbero dunque, a quanto fa capire il primo cittadino, errori nella compilazione dei bollettini.
La complessa struttura del calendario nazionale dei termini inerenti alla TASI 2014 si compone di una molteplicità di date e scadenze differenti a seconda del Comune che si prende come riferimento: in linea generale i termini sarebbero stati fissati al 16 ottobre 2014 per l’acconto, per i Comuni che non lo hanno riscosso a giugno, con la data del 16 dicembre 2014 per il saldo. Ovviamente il rispetto della prima scadenza è vincolato al fatto che i Comuni approvino e pubblichino sul sito del ministero delle Finanze le aliquote TASI entro il 10 settembre 2014, altrimenti il versamento verrà unificato alla data finale rappresentata dal 16 dicembre 2014 (ad aliquote minime).
Alcuni importanti Comuni italiani hanno comunque optato per il pagamento dell’acconto in date diverse da quelle stabilite a livello nazionale: in tanti Comuni della Valle d’Aosta si potrà pagare il tributo senza incorrere in sanzioni o interessi moratori entro il 31 agosto, mentre la collocazione della “deadline” al 16 settembre è stata la scelta delle amministrazioni di Ancona e Ravenna.
A stigmatizzare la confusione in merito a scadenze ed aliquote è stato in questi giorni Cesare Fumagalli, segretario generale di Confartigianato, il quale ha (provocatoriamente, ma neanche tanto) affermato: “Sulla tassazione immobiliare locale è urgente che non ci sia più il caos di quest’anno con la TASI che ha i connotati di una tassa sulla prima casa: una reale semplificazione sarebbe quella di procedere all’abrogazione della TASI reintroducendo l’IMU sulla prima casa“. Tornare indietro per andare avanti, il senso delle parole di Fumagalli, o comunque procedere almeno con l’introduzione dei bollettini precompilati, per oltrepassare la “Babele” regolamentare e procedurale che ha caratterizzato la TASI 2014.
L’incertezza nell’applicazione delle regole non va certo d’accordo con il corretto e fisiologico dispiegamento degli effetti della normativa tributaria all’interno dell’ordinamento: questo è palese. In proposito leggi l’interessante disamina sulla questione di Mauro Ferrarini, nel post intitolato TASI, TARI e IMU: la #voltabuona? A noi non sembra proprio.
All’orizzonte del rientro dalle vacanze si profila comunque un’ulteriore temperie di confusione in materia di TASI: alla ripresa dell’attività a settembre si arriverà con tuta probabilità ad un ulteriore rinvio del termine di pubblicazione delle aliquote (10 settembre), per farlo coincidere con quello finale di approvazione dei bilanci (previsto invece per la fine di settembre). Il caos non è ancora terminato e la lunga autostrada del dolore intrapresa suo malgrado dal contribuente è ben lungi dall’essere finita.
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