Obbligo POS? Non proprio! A dirlo è ora anche il Ministero delle Finanze, che lo ha specificato durante la risposta a un’interrogazione parlamentare dello scorso 10 giugno.
Insomma, a meno di quindici giorni dall’entrata in vigore della norma che obbligherebbe (il condizionale è d’obbligo) gli studi professionali a dotarsi di un dispositivo POS per consentire il pagamento con carte di debito, anche il MEF aderisce all’interpretazione che hanno dato nei giorni scorsi diversi consigli nazionali, a iniziare dal Consiglio Nazionale Forense, e di cui abbiamo dato notizia recentemente.
Il cuore del ragionamento delle Finanze è questo: i dispositivi per il pagamento con carte di debito sarebbero da considerarsi un’onere e non un obbligo. Perché? Sempre secondo il MEF, perché non sono associate sanzioni ai professionisti che non dovessero ottemperare alla disposizione prevista dall’art. 15, comma 4 del decreto legge n. 179/2012 (successivamente convertito in legge n. 221/2012).
Sul merito di questa interpretazione solleva qualche dubbio Angelo Busani in un intervento sul Sole 24 Ore di venerdì scorso. In sostanza, si sottolinea come anche la chiave di lettura fornita dai tecnici del Ministero delle finanze non sia “a prova di critica” per due motivi principali.
Da un lato, osserva Busani, la norma è strutturata in maniera tale da essere considerata “imperativa”, a prescindere dal fatto che il suo mancato rispetto non comporti l’irrogazione di una sanzione amministrativa; e, dall’altro, che si potrebbe porre un problema di “decoro della professione”, con il rischio che i collegi e gli ordini di appartenenza di un professionista, che non si dota di POS, possano contestare a quest’ultimo un’infrazione del codice deontologico della professione.
Se non c’è svantaggio per il professionista a non dotarsi di POS, conclude Busani nell’articolato ragionamento pubblicato lo scorso venerdì, o la norma è come se non fosse stata scritta, oppure è comunque obbligatoria a prescindere dall’assenza della sanzione.
Quale che sia la giusta interpretazione, sottolineiamo ancora una volta lo scandaloso caos che si è venuto a creare attorno all’obbligo POS per i professionisti. Una norma scritta di fretta, male e a cui vengono date interpretazioni che creano ulteriore confusione e sconcerto. Una vicenda che avremmo fatto volentieri a meno di raccontare.
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