Federarchitetti ha scritto una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio Letta, ai Ministri e ai Sindacati, in merito alla mancanza di trasparenza nel rapporto tra PA e professionisti tecnici e alle misure da attuare per contrastare le procedure non corrette. Federarchitetti chiede vere e proprie riforme strutturali. La mancanza di trasparenza comporta danni per il Paese dal punto di vista economico-sociale e contribuisce a peggiorare la situazione italiana, già molto critica. I professionisti ne risentono negativamente, prima di tutto dal punto di vista dei diritti e dal punto di vista lavorativo. Corruzione, clientelismi, lentezza nelle procedure, abusivismo professionale… Il problema è complesso e non può certo essere risolto a cuor leggero e con superficialità, ma ci sentiamo di dare voce alle proposte e alle preoccupazioni di Federarchitetti.
Ecco il testo integrale della lettera.
“Federarchitetti, in occasione del rapporto annuale 2013 della Guardia di Finanza, ribadisce in pieno quanto già denunciato in merito alla necessità che vengano assunti interventi atti a contrastare le procedure poco corrette nei rapporti tra le pubbliche amministrazioni e i liberi professionisti dell’area tecnica, quali architetti, geometri, geologi, ingegneri, periti.
Occorre che i Governi prendano atto con coraggio che solo riforme strutturali possono modificare le anomalie del Sistema Italia, riducendone gli esiti negativi.
Ai già evidenti danni arrecati dai settori della burocrazia Statale e dagli Enti Locali nella produzione incompleta e contraddittoria di provvedimenti legislativi emessi senza soluzione di continuità, nella lentezza delle procedure, nell’abusivismo professionale e nel più smaccato clientelismo, le occasioni di corruzione emerse dalle indagini della Guardia di Finanza rappresentano, con ogni ragionevolezza, solo la punta di un iceberg.
Un difetto di trasparenza che nei 123 mln nel settore degli incarichi, 8,5 mln nelle consulenze, 329 mln nelle procedure di appalto, comporta un danno al Paese sotto l’aspetto economico e sociale, contribuendo ad acuirne la crisi occupazionale.
Oneri penalizzanti per il settore della libera professione, amplificati altresì dalle difficoltà evidenziate dall’Autorità per la vigilanza dei contratti pubblici, (30.09.2013) nella elaborazione dei bandi-tipo, con il moltiplicarsi di incarichi di servizi tecnici in difformità al Codice dei contratti, così come l’ l’Antitrust ha inteso intervenire (delib. 18.09.2013) denunciando le anomalie in atto delle Stazioni Appaltanti da cui derivano effetti distorsivi della concorrenza, lievitazione dei costi e danno diretto per la collettività, nel porre in atto espedienti quali il boicottaggio della gara a favore dei contratti in essere, le offerte di comodo, i sub-appalti, la rotazione delle offerte per la presenza di un cartello: errori diffusi e ripetuti.
Ciò non dimenticando che eque misure di liberalizzazione non possono prescindere dalla generale tutela dei diritti di tutti i professionisti.
Quanto premesso è stato più volte denunciato da Federarchitetti, anche tracciando ipotesi di modifiche di riforma della P.A. necessarie se si vuole contrastare, oltre all’interesse collettivo, anche la deriva in atto riguardante i professionisti del settore tecnico.
Si riprendono alcuni provvedimenti individuati che contrasterebbero le attuali discrasie insite nel settore tecnico:
– attuazione di misure di mobilità interna obbligata tra i dirigenti degli Enti locali, e previsione di trasferimenti in Enti paralleli entro un prefissato periodo di tempo, anche al fine di un riequilibrio degli organici;
– attivazione di centrali di committenza a livello provinciale e/o regionale, per mitigare le interferenze nei rapporti interpersonali, ed attuazioni operative unificate nelle procedure di affidamento occorrenti agli Enti richiedenti,
– unificazione delle procedure tecniche;
– eliminazione di Albi Comunali e unico Albo regionale indicante obbiettivi e caratteristiche dei candidati ad assumere affidamenti;
– applicazione di criteri meritocratici con finalità di preselezione e successive aggiudicazioni anche con sorteggio fra soggetti individuati.
Le ipotesi evidenziate sono da iscriversi nell’imprescindibile elenco di provvedimenti di riforma già evidenziati ma sui quali pesa tutta l’influenza di componenti sociali, finanziarie e corporative che hanno finora prevalso: attendiamo adeguate risposte nei provvedimenti a venire”.
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