La Toscana sta mettendo a punto la riforma della legge urbanistica. Uno dei temi fondamentali è il contrasto del consumo di suolo, e il conseguente riconoscimento del valore del territorio rurale. “Il territorio rurale che oggi viene ancora troppo spesso considerato un insieme di lotti da sviluppare va concepito come patrimonio territoriale”, questo uno dei concetti base della proposta di legge presentatata settimana scorsa. Forti sanzioni verranno ai Comuni che avviano un procedimento di formazione di un atto di pianificazione del territorio senza concluderlo entro al massimo due anni. I tempi devono essere più stretti, quindi.
“Una legge che migliora la governance interistituzionale, mettendo a punto in maniera più attenta le coerenze che devono esserci tra le azioni portate avanti in tema di governo del territorio dai diversi soggetti competenti”.
Così l’assessore Marson ha presentato, insieme al presidente Enrico Rossi, la proposta di riforma della legge 1 del 2005 (legge urbanistica) approvata dalla giunta.
“Certo è stata una messa a punto lunga e faticosa, cui abbiamo lavorato molti mesi insieme alle rappresentanze di Anci, Upi, Uncem, ma riteniamo il risultato proficuo. Rispetto alla discussione nazionale sui possibili disegni di legge per contrastare il consumo di suolo, come Regione Toscana siamo riusciti, primi in Italia a proporre al Consiglio regionale norme che introducono innovazioni significative nel contrasto al consumo di suolo e nel riconoscimento del territorio rurale e del suo valore in quanto tale”.
Quella del contrasto al consumo di suolo è uno dei contenuti salienti della proposta di legge. “La novità rispetto alla legge oggi vigente – spiega l’assessore Marson – è che abbiamo tradotto quelli che ora sono dei principi molto importanti ma in quanto tali troppo spesso disattesi, in dispositivi operativi quali la definizione di territorio urbanizzato e la netta diversificazione delle procedure per intervenire in territorio urbanizzato e in territorio rurale“.
“Il territorio rurale che oggi viene ancora troppo spesso considerato un insieme di lotti da sviluppare va concepito come patrimonio territoriale, risorsa fondamentale non solo per l’equilibrio idrogeologico e ambientale, ma anche per l’economia della Regione. Occorre un cambiamento di visione analogo a quello che avvenne tra gli anni 50 e 60 del Novecento grazie anche al contributo di Bianchi Bandinelli, con il passaggio dal riconoscimento di singoli edifici di valore, a quello dei centri storici quali organismi complessi”.
Un altro elemento essenziale è l’accorciamento dei tempi. “Come ha evidenziato l’Irpet – dice ancora Marson – i tempi medi in Toscana per la redazione degli strumenti di governo del territorio è di 6 anni, un tempo spropositato. Con Anci, Upi e Uncem abbiamo convenuto che 2 anni sono un tempo fisiologicamente più che adeguato e abbiamo deciso di introdurre forti sanzioni alle possibilità di attuare trasformazioni urbanistiche e edilizie per quei Comuni che avviino un procedimento di formazione di un atto di pianificazione senza concluderlo entro questo termine”.
Da sottolineare anche l’attribuzione di nuovi poteri alla conferenza paritetica interistituzionale. “La conferenza – spiega Marson – sarà in grado di valutare gli adeguamenti realizzati in attuazione delle proprie richieste e in caso di valutazione negativa, l’atto o parte di esso non potrà divenire efficace. Inoltre la conferenza potrà pronunciarsi anche su presunti contrasti con norme di legge e non solo tra piani”
“Mi auguro – ha concluso l’assessore – che, visto il lavoro approfondito e paziente di concertazione e discussione con le rappresentanze istituzionali che è stato svolto, mi attendo che i tempi per l’approvazione della legge siano, a questo punto, ragionevolmente rapidi””.
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