Siamo arrivati alla conclusione delle operazioni di rotazione della Costa Concordia. Qual’è stato e quale sarà l’impatto ambientale in seguito a questa operazione? E quale in seguito al naufragio di 600 giorni fa?
Il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, ha dichiarato: “Sono molto soddisfatto da tutti i punti di vista, in particolare da quello ambientale perchè il danno è stato contenuto rispetto a quello che la nave provocò con l’impatto: non era affatto un risultato scontato. Oggi ci sono le condizioni per pensare alla nuova fase di ripristino della nave per metterla nelle condizioni di essere spostata in primavera”.
Sono state prese tutte le precauzioni del caso, niente è stato lasciato all’improvvisazione (in Italia non è scontato, vedremo se è vero…) al fine di puntare sulla sostenibilità ambientale. La qualità delle acque è immutata rispetto all’inizio dei lavori di rotazione. L’Arpat Toscana ha effettuato i prelievi dell’acqua, per controllare se le operazioni di rotazione avessero provocato fuoriuscite di materiali inquinanti (detergenti, saponi, oli e combustibile). I controlli sono stati effettuati sia vicino alla costa, sia a 100 metri dalla nave, sia in mare aperto. In questo modo la situazione dovrebbe essere sotto controllo.
Si tratta comunque della prima volta che avviene un recupero del genere: sappiamo cosa avverrà soltanto dai modelli matematici e non dalla realtà fattuale. Bisogna tenere in considerazione possibili complicazioni, quindi.
Le valutazioni finali e definitive dell’impatto ambientale della rotazione della Costa Concordia potranno essere fatte solo dopo aver rimosso il relitto.
“L’impatto ambientale lo dovremo vedere quando il relitto sarà rimosso, quali saranno le conseguenze della vicenda. Avremo il modo, il ministero farà tutti i passi necessari, perché questa quantificazione sia completa e integri anche un’analisi di ciò che è avvenuto nei fondali nel momento in cui, speriamo al più presto possibile, il relitto sarà rimosso” ha detto il Ministro.
Non sembrano comunque per ora esserci danni all’ambiente causati dalla rotazione. Da questa parziale conclusione si devono naturalmente escludere i danni causati dall’episodio del naufragio, evidenziati anche da Orlando, che ritiene che “ci siano tutte le condizioni” per un’eventuale richiesta di risarcimento, da parte del Governo, dei danni ambientali provocati in quell’occasione dalla nave Costa Concordia all’Isola del Giglio.
Naturalmente, essendo la prima volta che si realizza un’operazione del genere nella storia della marineria, sappiamo cosa avverrà soltanto dai modelli matematici e non dalla realtà fattuale. “Non si è badato né a spese, né ad attenzioni né ad approfondimenti per fare in modo tale che il rischio sia limitato al minimo” ha concluso Orlando.
Alcune testate on line hanno sottolineato che si è notato solo qualche oggetto che galleggia.
Siamo contenti che non ci siamo stati (almeno, così pare) ulteriori danni ambientali in seguito alla rotazione. Ma sappiamo comunque che i danni ci sono stati in seguito all’impatto sulla costa. Per quale motivo ci dovremmo tranquillizzare quindi?
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