Il 17 maggio il CdM ha approvato il decreto per il rifinanziamento della Cig in deroga per il 2013. Tale decreto penalizza il ruolo della formazione continua. Lo dice Fondoprofessioni (Fondo Paritetico Interprofessionale Nazionale per la formazione continua negli studi professionali e nelle aziende collegate).
Fondoprofessioni: ecco perché l’allarme
Ecco di seguito i motivi. Una fetta consistente del finanziamento della Cig in deroga (246 milioni di euro) verrà prelevato dal contributo dello 0,30% destinato alla formazione continua.
La possibilità di riconvertire i fondi interprofessionali per la formazione continua, destinando il gettito dello 0,30% del monte salari dei dipendenti a strumenti di politiche del lavoro passive, è stata introdotta con la riforma del lavoro Fornero e, con la Legge di Stabilità 2013, è stato sancito il travaso delle risorse destinate alla formazione continua nel fondo per l’occupazione per il finanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga.
Secondo i vertici di Fondoprofessioni, dunque, bisogna rafforzare quanto previsto dalle politiche attive del lavoro, mettendo in campo risorse utili alla valorizzazione dei lavoratori e degli studi/aziende.
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Le azioni di Fondoprofessioni
I Fondi Interprofessionali hanno messo a disposizione dei propri aderenti 550 milioni di euro, e 2 miliardi di euro in tutto il periodo 2004-2012. Le risorse allocate hanno consentito di finanziare la formazione di milioni di lavoratori in Italia, contribuendo a rafforzarne le competenze professionali.
Nel caso di Fondoprofessioni le risorse stanziate sono state destinate soprattutto alle micro-imprese con un numero di dipendenti compreso tra 1 e 9, dove cioè si fa poca formazione per il personale.
È soprattutto nei settori ad elevata polverizzazione del lavoro, infatti, che la formazione finanziata può rappresentare un importante valore aggiunto per la crescita del personale.
Le dichiarazioni del presidente di Fondoprofessioni Massimo Magi
“La politica deve iniziare a considerare la formazione continua come reale leva di sviluppo per il rilancio degli studi professionali e delle imprese. Più che le ipotesi avanzate dal precedente governo ci preoccupa la scarsa considerazione che la politica ha nei confronti della formazione continua e dei Fondi Interprofessionali per la formazione” ha Massimo Magi.
E ha proseguito: “Occorre prevedere momenti di confronto tra i Fondi Interprofessionali e condividere strategie per promuovere il ruolo della formazione continua in Italia. I Fondi Interprofessionali dovrebbero orientare parte delle proprie risorse per il finanziamento di attività formative di contenuto sociale, che vadano a beneficio, per esempio, dei giovani, dei lavoratori coperti da ammortizzatori sociali e di altre figure deboli del mercato del lavoro”.
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