È necessario intervenire in particolare sul tetto complessivo per gli incentivi, sulla soglia per l’iscrizione al registro e sul bonus per la rimozione dell’amianto. Questa l’opinione della Commissione Ambiente della Camera. Dunque, dopo il Senato, arrivano anche le critiche della Camera, che comprende “l’impostazione generale del Quinto Conto Energia, che opportunamente punta alla razionalizzazione degli incentivi” ma servono modifiche. Leggi la bozza ufficile del Quinto Conto Energia.
Il parere è nella bozza di documento: il nuovo schema di incentivi per il fotovoltaico sarebbe bollato addirittura come “un deciso passo indietro, che rischia seriamente di scoraggiare il settore delle fonti rinnovabili anche con ingiustificati appesantimenti burocratici”. A preoccupare la Commissione è la soglia di 12 kWp per l’iscrizione al registro degli impianti incentivati, ritenuta un rischio per lo sviluppo di numerose aziende.
Le perplessità della Camera sono anche altre:
– ci sono critiche sulla mancata conferma del sistema autoregolante di riduzione delle tariffe previsto nel Quarto Conto Energia;
– pareri negativi sulla soppressione del premio automatico in tariffa per gli impianti installati su coperture bonificate dall’amianto;
– forti dubbi sulla drastica riduzione del budget che non dà continuità al mercato;
– perplessità anche rispetto alla previsione della certificazione energetica degli edifici come barriera di accesso agli incentivi.
Le critiche sono quindi in linea con quelle del Senato, degli operatori del settore e delle associazioni, che da tempo chiedono al Governo una rettifica del Quinto Conto Energia e del decreto sulle rinnovabili elettriche diverse dal fotovoltaico.
Il Governo deve compiere uno sforzo maggiore per tutelare e salvaguardare la filiera industriale italiana delle rinnovabili, che in molti casi ha assunto posizioni di rilievo nel mercato nazionale e internazionale.
La Camera ragiona anche sull’aspetto economico degli incentivi. Per dare incentivi al fotovoltaico si spendono ogni anno circa 5,5 miliardi. Se, come risulta da valutazioni condivise, questo importo crescesse fino ad arrivare alla soglia (sette miliardi), soglia essenziale per arrivare senza conseguenze negative per il settore alla grid-parity, il saldo positivo al 2030 sarebbe eccellente.
Per ora, il Governo tace.
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