“No alla disobbedienza fiscale, perché siamo istituzioni responsabili. Ma se lo Stato vuole fare una patrimoniale per risanare i conti non si nasconda dietro la faccia dei sindaci”.
Così il presidente dell’Anci, Graziano Delrio, ha presentato oggi in conferenza stampa l’avvio della campagna di mobilitazione dei sindaci per chiedere modifiche immediate all’Imu, nel senso di una maggiore equità e flessibilità.
L’imposta sugli immobili scaturita dalle misure del governo, fa notare infatti Delrio, “non è affatto un’imposta municipale: se così fosse potrebbe diminuire già oggi del 50%. Ma è invece un’imposta statale – spiega – innanzitutto perché ai Comuni non viene data autonomia nella sua applicazione, generando forti rigidità e pesanti conseguenze per i cittadini più svantaggiati sui territori”.
In secondo luogo perché “sebbene il gettito complessivo dell’imposta sia stimato intorno ai 21,4 miliardi, di questi gran parte andranno allo Stato, anche sotto forma di tagli ai trasferimenti.
Il risultato – spiega Delrio – è che se l’anno scorso la vecchia Ici ha portato nelle casse dei Comuni 9,2 miliardi, quest’anno perderemo il 27% di quella cifra, al netto di tagli e quota statale dell’Imu. Per i cittadini, invece, la pressione fiscale sugli immobili aumenterà del 133%. Avremo insomma Comuni ancora più poveri e cittadini più tassati”.
L’Imu oggi, per Delrio, “è anche un’imposta ingiusta, perché non consente ai sindaci di modularla per andare incontro alle esigenze dei cittadini più svantaggiati, come ad esempio la signora anziana che ha una casa di proprietà ma vive in una casa di cura”.
Per questo, alla presenza del presidente del Consiglio nazionale Gianni Alemanno e del delegato alla finanza locale Guido Castelli, Delrio ha lanciato una campagna di mobilitazione che impegnerà l’Anci da oggi fino al prossimo 24 maggio, data in cui è prevista una manifestazione di tutti i sindaci a Venezia.
“Lo stesso premier Monti ha invitato chi avesse altre idee ad esporle – dice Delrio – ed eccoci qui: chiediamo modifiche immediate all’Imu, in modo che diventi per davvero una tassa municipale.
Siamo anche disposti a rinunciare a tutti i trasferimenti statali in modo proporzionale alle entrate dell’Imu, ma queste entrate devono rimanere per intero sui territori, perché i cittadini hanno diritto di poter vedere in modo oggettivo che fine fanno le loro tasse e noi su questo dobbiamo essere giudicati.
Deve sparire la quota statale – prosegue Delrio – e il governo, se lo ritiene opportuno, potrà procedere istituendo una patrimoniale vera e non mascherata”.
Fonte: Anci
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